Una promessa della politica italiana

A giudicare dalla quantità degli incarichi che ricopre, Luigi Sbarra dev’essere un uomo molto impegnato.

Come segretario confederale, gli è stato affidato l’importante dipartimento Politiche dei servizi e del Terziario – Agroalimentare e dell’ Energia (mica pizza e fichi…)

Come commissario della Fai dal 31 ottobre, gli è stata affidata una Federazione in cui non ci sono più il segretario generale, la segreteria, il consiglio generale, il comitato esecutivo, il collegio dei probiviri, il collegio dei revisori dei sindaci. E l’unico aiuto gli viene dai segretari regionali che però, non avendo dallo statuto alcun ruolo nel governo della Federazione nazionale, si possono solo impegnare a fare un gran tifo per lui e battergli le mani.

Siccome questi incarichi gli lasciavano molto tempo libero, ha messo in piedi un trappolone con i segretari regionali per far decadere il presidente della fondazione Fisbafat, prendere il suo posto, cacciare il comitato scientifico e chiudere il collegio dei revisori dei conti e fare tutto lui anche lì (con l’immancabile Manca a ruota).

E poi, fra un impegno e l’altro, gli resta il tempo per fare il direttore di Fai-Proposte.

Ora, senza entrare nel merito dell’esercizio delle competenze in ambito Cisl, sulle altre qualcosa c’è da dire.

Da quando lui è direttore, Fai Proposte non è uscito una sola volta; eppure il direttore-commissario-segretario confederale può contare su collaboratori del valore di Vincenzo Conso (direttore responsabile), Claudo Biffi e Loredana Leone in redazione (valore professionale e quindi, si deve presumere, anche economico).

La Fondazione (ex) Fisbafat ha impegnato tutte le sue energie a cambiare nome più volte, e nient’altro; niente più formazione per la Fai (non  è stato nemmeno concluso il corso in comune fra Fai e Filca che era già cominciato), nessun convegno in programma, pubblicazioni azzerate. Ad oggi la Fondazione non ha più un sito né un logo. Però è stato licenziato un padre di famiglia, ed è stato chiesto di firmare per il 5 per mille. Una Fondazione così ce la invidiano nel mondo!

Quanto alla Fai, sono stati puntualmente (potremmo forse dire pedissequamente) rilanciati tutti gli input della confederazione e si è dato corso ad iniziative unitarie con Flai e Uila (da Rosarno alla piattaforma per il contratto alimentaristi). Nulla di originale, nulla che ci faccia riconoscere come Fai. In compenso, sono state tolte risorse vitali ad alcuni territori e sono stati premiati quelli chiave in vista del congresso (che prima o poi ci dovrà essere).

D’altra parte, uno che passa la giornata a lanciare comunicati alla stampa ed a fare presenza in giro per l’Italia per controllare che tutto sia deciso all’unanimità (più o meno…) non è che poi gli si può chiedere di fare molto altro. Mica un commissario è Superman!

A pensarci bene, uno così sarebbe un perfetto politico da seconda repubblica, di quelli che chiacchierano tanto e dicono agli altri che non fanno nulla.

Anzi, a pensarci bene, potremmo andare da qualche partito e dirgli: lo volete? E’ un affare!

Ma stando bene attenti a mettere nel contratto la clausola che “una volta uscita la merce dal negozio non si accettano reclami”.

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