4/Il mistero della fondazione fantasma

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Quarta puntata: anche gli pseudo-intellettuali, nel loro piccolo…

Il 3 gennaio 2015, quando il plico che doveva arrivare prima di Natale viene ritirato, è già chiaro che Giampiero Bianchi sarà licenziato; i toni offensivi della lettera e le contestazioni strumentali (non si esulta alle dimissioni di Bonanni, non si risponde polemicamente alle provocazioni via sms di un segretario che non accetta il voto del congresso; non si entra alle riunioni con i regionali che devono battere batter le mani al commissario …) non lasciano dubbi: la decisione è già presa, ed ora si tratta solo di sbrigare le formalià imposte dalla legge.

La cosa è talmente chiara che la capiscono anche alcuni di quelli che il segretario confederale-commissario-presidente chiama spregiativamente gli “pseudointellettuali”.

Lo stesso giorno, 3 gennaio, appena saputa la notizia della procedura di licenziamento, arrivano le dimissioni dal comitato scientifico della fondazione di Giovanni Graziani, il più stretto collboratore di Giampiero Bianchi nella Scuola nazionale di formazione della Fai; pochi giorni dopo lo segue Gabriele Canali, professore dell’Università Cattolica, legato alla Scuola da una collaborazione più che ventennale. Poi, basta. Anche perché. nel frattempo, il comitato scientifico non c’è più. Chiuso il 9 gennaio per decisione (ci scommettiamo: all’unanimità) del consiglio d’amministrazione prima che potessero arrivare altre dimissioni.

E il sito della Fondazione? Questa volta, invece di dire una bugia, come sul caso del nome che resta lo stesso e invece è cambiato, o dei revisori dei conti che non ci sono più ma continuano a comparire, dice una mezza verità. O meglio, dice una mezza bugia, ma che a leggerla bene si capisce qualcosa della verità. Perché nella home page, fra il link dello “statuto“, che non è più quello, e quello delle “pubblicazioni” (malinconicamente ferme alla gestione Gorini) è rimasto quello del “Comitato scientifico”. Solo che a cliccarci sopra si finisce in uno spazio vuoto. Cioè, il comitato scientifico esisterebbe, ma in effetti non c’è.

Il problema è che a questo punto questa è semmai la situazione di tutta la Fondazione. Che esiste nel senso che non è stata ancora chiusa, ma non c’è più: niente formazione, niente pubblicazioni, niente convegni, niente revisione dei conti, niente comitato scientifico, niente di niente.

Unica iniziativa, il licenziamento di un padre di famiglia.

(quarta puntata – fine)

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