Il terzo nome della fondazione fantasma

Al momento di chiedere i soldi, si risolve il mistero del nome della fondazione che si chiamava “Fisbafat”, poi “Fai”, poi “non so più neppure come mi chiamo”. Per avere il 5 per mille un nome ci vuole, e allora eccone uno nuovo di zecca, diverso sia dall’originale (Fisbafat), sia da quello usato nella lettera di licenziamento di Giampiero Bianchi (Fondazione Fai).

Ora il nome è “Fondazione Fai Cisl Studi e ricerche” (anche se alla Fai Cisl forse non lo sanno ancora, visto che ad oggi, 24 aprile, il sito parla ancora di “Fisba-Fat Fondazione“).

Ma anche questo terzo nome (che aspetta ancora un logo) suona un po’ falso; dopo aver smantellato il comitato scientifico e licenziato chi curava gli studi, cosa può studiare il presidente a tutti i costi? Una ricerca sulla viabilità in Calabria in attesa del Ponte sullo stretto di Messina?

Per ora, la prima iniziativa del nuovo corso resta il licenziamento di un padre di famiglia. E la seconda è la richiesta dei soldi del 5 per mille (per farci cosa, lo scopriremo solo vivendo).

Evidentemente erano questi due i motivi per cui il segretariocommissario ha voluto fare anche il presidente a tutti i costi di una Fondazione che si occupa di cose di cui lui si intende fino ad un certo punto.

Comunque, ora una cosa sappiamo con certezza. E cioè a chi non destineremo il nostro 5 per mille.Né alla Fondazione Fisbafat, né alla Fondazione Fai, né alla Fondazione Fai Cisl studi e ricerche, Nè a come si dovesse chiamare fra un paio di settimane.

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Giovanni Graziani · Edit

    Neanche io destinerò il 5 per mille alla ex Fondazione Fisbafat; e questo come protesta per il licenziamento di Giampiero Bianchi che, in sé e per le insultanti motivazioni adottate (che ritengo insulti rivolti anche a me essendo stato collaboratore di Giampiero), considero un atto incompatibile con la mia storia, dentro e fuori dalla Cisl, e con la storia della mia famiglia.
    Spero che almeno qualcuno fra i molti che non hanno avuto il coraggio non dico di dissentire apertamente, ma almeno di fare una telefonata di personale solidarietà a Giampiero, ora abbia la dignità di destinare il 5 per mille a qualche opera di solidarietà verso chi ha bisogno (e non credo proprio che Sbarra sia fra questi).
    Anche perché, come dice Lucia all’Innominato: “Dio perdona molte cose per un’opera di misericordia”.
    Giovanni Graziani

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  2. Ancor più grave penso sia la destinazione ignota, dei vari proventi investiti dalle Fai Territoriali in suddetta Fondazione, sia la totale mancanza di volontà di aprire nuovi progetti a carattere culturale o di ricerca, giustificata da una mancanza di risorse liquide.
    È imperdonabile assistere e contribuire a questa “Fondazione Fantasma”, che attira ancor più pirati travestiti da onorevoli intenti.
    Lo è ancor più aver cancellato una Scuola di Formazione che da sempre ha fatto crescere tutti noi sia professionalmente che umanamente, adattandosi ad ogni tipo di lavoratore da ogni parte d’Italia.
    Penso sia doveroso almeno ringraziare l’uomo che in questi ultimi dieci anni ha reso possibile lo sviluppo di queste attività tecniche e formative, concordo con il sig. Giovanni Graziani, una telefonata rende meno dura tutta questa cattiveria, verso una persona che magari ha sbagliato ma non merita di essere emarginata, abbandonata ed essere lasciata sola, la grande mamma Cisl questo non la fa, se lo dovrebbe ricordare.

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