Verso il congresso: la riserva di Pulcinella

Il commissario sta per sciogliere la riserva. E, detta così, la notizia sembra quasi importante.

La riserva è quella che il dottor Sbarra dell’Anas ha sempre tenuto sulla scelta fra restare alla guida della Fai (una federazione che, a dispetto di quel che va facendo credere in giro, è una delle strutture messe meglio nella Cisl dal punto di vista delle risorse) facendosi incoronare segretario generale su richiesta unanime dei segretari regionali da un congresso senza storia (ma anche quello dell’Ergife non avrebbe dovuto averne…) oppure tornare a Via Po 21 con la fama di quello che ha normalizzato i ribelli.

La seconda ipotesi sarebbe quella fisiologica; perché un commissariamento dovrebbe servire solo a risolvere i problemi che lo hanno determinato, per poi lasciare che le cose tornino ad avere il loro corso naturale.

Ma quello della Fai è stato ed è fin dall’inizio un commissariamento patologico: deciso senza alcuna istruttoria tre giorni dopo il voto del congresso che rifiutava lo scioglimento della Federazione, giustificato con un provvedimento scandaloso quanto ridicolo che neppure la Cisl-Probiviri ha difeso nel merito (rileggete le motivazioni, sono di una genericità eloquente sul punto), condotto con un atteggiamento “deciso, risoluto o anche aggressivo“, prorogato per ragioni diverse da quelle che lo hanno determinato (cosa che lo statuto non permetterebbe…), avrebbe la conclusione più logica, proprio perché patologica, nell’autoincoronazione del commissario, alla maniera di Napoleone.

cazzimma

Ma siccome capita che il diavolo faccia la pentola e poi non riesca a metterci il coperchio sopra, la questione non è scontata. O almeno così appare dall’esterno.

Un po’ perché a Via Po 21 sono incapaci anche solo di dire “grazie, può bastare così” ad un non imprescindibile iperretribuito come Nino Sorgi (a proposito: è ancora a libro paga, a parte la pensione non al minimo?), figuriamoci cosa può accadere se devono sostituire uno dei sette nani! Biancaneve rischia di andare nel pallone più di quanto non sia già.

Un po’ perché, nell’attimo in cui si aprirà il congresso, il commissariamento sarà finito. E il dottor Sbarra dell’Anas, per il quale i poteri commissariali erano un po’ come le noccioline di Superpippo che lo rendevano invincibile, tornerà ad essere un Pippo qualunque. A quel punto, il congresso gli potrà chieder conto delle scelte fatte.

Non che tiri aria di rivolta, ma quando si fanno delle scelte (segreteria a tre o a cinque? Chi rappresenta il nord e chi il sud? Chi l’agricoltura e chi l’industria? E la donna, chi ci mettiamo?) inevitabilmente c’è chi è contento/a e chi non lo è. E magari si alza un Maurizio Ori a rovinare i giochi anche questa volta.

Per questo, finora il dottor Sbarra dell’Anas ha preso tempo e nessun impegno. In questi casi, la cosa migliore è sempre fare il meno possibile e lasciare aperto il cantiere il più a lungo possibile (sul modello, a lui caro, della Salerno-Reggio Calabria).

Ma questi sono dettagli. Perché prima di ogni altra considerazione c’è il fatto che il dottor Sbarra dell’Anas voleva da tempo arrivare a controllare la Fai. Ed era un segreto di Pulcinella che anche la fusione con la Filca, nei piani di Via Po 21, sarebbe servita anche a questo: far sparire l’anomalia Fai dentro alla Filca, che avrebbe salvato sé stessa con le risorse della Fai, in previsione di un cambio della guardia non lontano (come conferma anche il passaggio di Domenico Pesenti all’Inas) alla guida della nuova Federazione ormai controllata pienamente da Via Po 21.

Rispetto a questo piano, il commissariamento ha aperto la scorciatoia della conquista della Fai senza nemmeno doversi accollare i costi della Filca. E infatti la fusione non si fa più.

Quindi, la riserva da sciogliere è una riserva di Pulcinella. Il dottor Sbarra dell’Anas ha lavorato solo per sé stesso, e non ha permesso che nascesse alcuna alternativa.

Come il cane con l’osso in bocca, non lo molla certo a questo punto.

Resta solo un problema: perché chi ha creduto nella Fai per quello che ha rappresentato in questi anni, nella Cisl e nel mondo agroalimentare, dovrebbe ora batter le mani alla sua trasformazione nel piedistallo di un personaggio estraneo alla Federazione ed alla sua storia (“tengo famiglia” a parte)?

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Non capisco come possano, anche solo ipotizzare la candidatura di un confederale alla segreteria di una categoria che non è sia la sua. Da VISIONARIO ne ho viste e sentite tante ma questa le supera tutte.
    Ma vogliamo DIRLO E RIBADIRLO che le categorie hanno scelto liberamente di unirsi in confederazione e non di cedergli la propria autonomia e sovranità? Questi si sono montati la testa prendendo ad esempio l’Europa Unita e non hanno capito che proprio la perdita di sovranità dell’italia ha segnato l’inizio dellas fine del sindacato confederale che non ha più un interlocutore politico affidabile nel governo, passato da decisore a esecutore di ordini.

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  2. Aggiungo, se posso, all’amico, che la CONCERTAZIONE oggi non esisite più e quindi non ha più senso gran parte della pesante e costosissima struttura confederale, mantenuta dalle FEDERAZIONI ; e che non ci sono più i GRANDI ACCORDI INTERCONFEDERALI, come 20 anni fa, se non come finzioni oppure come gli Accordi quadro del Nord Europa, semplici indicazioni di massima… ma è tutta un’altra cosa. Lo stesso vale per gran parte degli apparati regionali e provinciali orizzontali: cosa fanno tutto il giorno ? Quelle risorse vadano nei settori , nei territori, a comuni, leghe, comunità locali, recapiti, operatori di base…
    Serve una BUONA Confederazione ma fatta di… Ufficio studi, … Alta Scuola quadri dirigenti, … nucleo centrale (e regionale) di Esperti, Uffici internazionali… . E serve una essenziale politica di coordinamento e indirizzo politico dei Sindacati, cioè delle FEDERAZIONI, ma senza INVASIONI di CAMPO
    Sbaglio ?

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