La Befana non esiste

Inutile chiedersi se stanotte a Via Po 21 la Befana avrà portato carbone o giocattoli. Un po’ perché si sa che, da che Befana è Befana, la minaccia del carbone è solo un trucco per far star buoni i bambini. E un po’ perché a Via Po 21 si sono tutti autocertificati da tempo come bambine buone e bambini buoni (alla fine, par di capire, anche i “due o tre casi isolati su cui faremo assoluta chiarezza” hanno goduto della più ampia amnistia).

Quindi, nella Cisl tutto è a posto. Ma ad una condizione: quella di credere alla Befana. Quella di essere disposti a bersi qualunque storia a lieto fine ti venga raccontata.

Questa condizione si chiama anche sospensione dell’incredulità, ed è il meccanismo psicologico per cui, quando ti viene raccontata una storia di fantasia, accetti il gioco e non sollevi obiezioni ai particolari anche i più incredibili. Per esempio, che a Pinocchio cresce il naso quando dice le bugie.

O per fare un altro esempio, la storia che la Cisl si è raccontata alla conferenza riccionesca di novembre, quella di un’organizzazione che non ha problemi di trasparenza, che ha risolto tutto con un codice etico, che si apre ai giovani, eccetera eccetera. Tutte cose alle quali puoi credere solo se le accetti come storie di fantasia. E sospendi l’incredulità.

E’ così che ti accontenti di una pseudo-trasparenza fatta di buste paga senza data, sbianchettate e forse posticce (a proposito, resteranno per sempre quelle messe lì due mesi fa? Non sarebbe il caso di aggiornarle ogni tanto? Anche perché poi la signora Anna Maria si confonde, dà cifre diverse – “credo 5.200” –  e non si sa più, anche sospendendo l’incredulità, a cosa far finta di credere).

E’ così che fai finta di non accorgerti che il codice etico è uno strumento del centralismo democratico con cui Via Po 21 vuole acquisire il controllo sovietico delle strutture orizzontali e verticali (la cui autonomia statutaria è una storia talmente di fantasia che è meglio non raccontarla più, altrimenti c’è il rischio che non sia più possibile “sospendere” un bel niente). Tanto più che a vigilare ci metti i cinque vecchi mattacchioni della Cisl-Probiviri, affidabili al 100 per cento (nel senso che danno ragione ai loro padroni nel 100 per cento dei casi)

E’ così che non ti metti a ridere quando senti parlare di apertura ai giovani da chi poi ripaga il presidente uscente dell’Inas (pensionato non al minimo) che molla due posti offrendogli tre incarichi.

Ma siccome il gioco è bello solo finché i protagonisti lo reggono, e lo reggono solo finché è bello, sarebbe il caso di spiegare a Via Po 21 che ci siamo accorti da tempo che la Befana non esiste. E i problemi emersi sono tutti lì che aspettano una risposta (magari da Verona, dove è in programma per l’8 gennaio l’udienza del ricorso contro l’espulsione di Scandola).

Anche perché, passata l’Epifania, non c’è più bisogno di far finta di aver paura che la Befana ti porti il carbone. Anche nella Fai.

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  1. Passate le feste vedo e prevedo, un avvio d’anno alquanto movimentato, per biancaneve e la sua corte. Intendiamoci non sono un indovino e tanto meno un “corvo” in possesso d’informazioni particolari, ma solo un attento osservatore della burocrazia italiana, lenta caotica ma tenace, al punto che quando si avvia si comporta come un pitbull (non molla facilmente la presa). Lo sanno molto bene i politici che per pararsi il…….hanno dovuto farsi una legge (decorrenza dei termini); cosa che se non erro non si applica al caso che sta vivendo la Cisl, caso che sembra invece essere molto simile allo scandalo che ha investito, lo scorso anno, il sindacato SNALS nazionale e di Brescia. Perciò se tanto mi da tanto………….

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