La cojonella (cinque mesi e otto giorni)

“Avrebbe dovuto rivolgersi ai probiviri”. Era questo il ritornello bugiardo che veniva fatto girare quest’estate (ricordiamo in particolare Marco Bentivogli, v. l’ultima frase nell’intervista a questo link) per cercare di mettere una striminzita foglia di fico davanti alle vergogne dell’espulsione di Fausto Scandola.

Naturalmente era una fesseria; sia perché nulla impedisce di presentare una richiesta politica (le dimissioni del segretario generale) per questioni che sono di pertinenza anche, sul piano giuridico, dei probiviri (ma appunto, solo su quello giuridico, e non anche politico). Sia perché ai probiviri Fausto Scandola ci si era rivolto.

E con quale risultato? Che la Cisl-Probiviri, come si dice a Roma, ha fatto la “cojonella”. Cioè ha preso una decisione che non è una decisione e che avrebbe potuto prendere subito. Invece subito ha espulso Scandola. Poi lo ha riespulso. Poi nell’imminenza della discussione del ricorso di Scandola in Tribunale, si è ricordata di respingere il ricorso relativo a Nino Sorgi e Valeriano Canepari. Cinque mesi e otto giorni per dichiararsi incompetente (roba che se questa doveva essere la conclusione, sarebbero bastati cinque minuti e otto secondi). Con decisione spedita sotto Natale, in modo da perdere, fra una cosa e quell’altra, altre due settimane. E il ricorso a chi te lo rimandano i vecchi mattacchioni della Cisl-Probiviri? Ai probiviri del Veneto. Che sono certamente meno competenti di loro. E quindi ora dovranno valutare quali saranno i collegi competenti a cui rinviare.

E intanto il tempo passa e la cojonella continua.

A meno che non ci pensi il Tribunale di Verona, il prossimo 8 gennaio, a riportare un po’ di serietà.

Post Scriptum: per chi non se lo ricordasse.

Valerianìo Canepari, pensionato, è attualmente coordinatore della Consulta nazionale dei Caf. Il suo nome era uno di quelli pubblicati da Repubblica in agosto parlando di “mega stipendi alla Cisl“. In realtà, per un errore, gli era stato attribuito per il 2013 (da presidente del Caf Cisl) un reddito più alto di quello reale perché non aveva ancora la pensione. Per questo ha sporto querela contro Scandola. Il quale, ammesso l’errore di avergli attribuito per quell’anno un reddito da pensione che ancora non aveva, ha confermato che il suo reddito imponibile per il 2013 (eur. 192.071,00) sarebbe stato comunque superiore al tetto massimo fissato dal regolamento.

Nino Sorgi, oltre ad essere pensionato non al minimo, aveva anche due incarichi (presidenze inas e inas immobiliare) per un reddito che, secondo quanto dice Scandola e non è stato ancora smentito, avrebbe superato la soglia di eur. 300mila nel 2013. Recentemente ha lasciato i due incarichi all’Inas, e ne ha avuti tre dalla segreteria generale.

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Qualcuno mi saprebbe dire se è un articolo dello statuto o del regolamento di attuazione quello che dice: “A chi ha sarà dato è a chi non ha sarà tolto anche quel poco che ha.”?

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