Perché non facciamo come al Quirinale?

Alcuni giorni fa, abbiamo pubblicato la lettera al segretario generale Furlan in cui un pensionato della nostra organizzazione lamentava che nella Cisl ci fossero troppi dirigenti che cumulano entrate, da incarichi e/o da pensioni, fino a raggiungere redditi annuali decisamente cospicui, mentre gli iscritti lavoratori e pensionati si devono arrangiare con pochi soldi (e mentre, aggiungiamo noi che ci occupiamo della Fai, un segretario confederale-commissario-nonché presidente a tutti i costi di una fondazione (che da quando c’è lui non fa più niente) licenzia, epura e gestisce in maniera discutibile le assunzioni presso i fondi sanitari privando alcune famiglie del sostentamento e rubando il futuro a giovani che si erano meritati l’assunzione),

“Di certo – scriveva Fausto Scandola da Verona a via Po 21, 00198 Roma – siamo di fronte ad un sistema immorale, non a singole eccezioni di qualche dirigente inadeguato: sono troppi i casi di mia documentata conoscenza di dirigenti che superano anche i 250.000,00 € di reddito“.

Leggiamo oggi che il Presidente della Repubblica ha preso un paio di decisioni, applicandole innanzitutto a sé stesso:

– per tutti coloro che lavorano al Quirinale sarà applicato il tetto di 240.000,00 € previsto per le retribuzioni nella pubblica amministrazione;

– varrà per tutti il divieto di cumulo tra stipendio e pensioni. In questo modo, scrive una nota del Quirinale, “diversi Consiglieri del Capo dello Stato svolgono le loro funzioni senza alcun compenso, mentre per altri il compenso risulta fortemente ridotto”.

Ora, che ci sarebbe di male a fare lo stesso? Ad applicare nella Cisl le regole alle quali si è sottomesso anche il Quirinale?

Sarebbe un bel gesto, che servirebbe anche a stroncare troppi voci che circolano, fra le quali è difficile poi distinguere il pettegolezzo dai fatti, su pensionati d’oro (o almeno d’argento) che poi ricevono incarichi super retribuiti; o su sindacalisti che vengono pagati a stipendio intero sia dalla Cisl che dall’azienda dalla quale hanno il distacco.

Pensiamoci! E se qualcuno vuole dire la sua, questo sito è a disposizione.

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