Gigi Petteni, uno dei sette nani che hanno firmato assieme a Biancaneve la “richiesta” di espulsione di Fausto Scandola, (e non una ma due volte, facendo fare alla Cisl la figura peggiore dei suoi 65 anni di storia), è riuscito a far qualcosa di ancor meno dignitoso.
Intervistato su Avvenire dell’11 agosto (pagina 8), il nostro nanetto cerca di spacciare il commissariamento della Fai per una prova della volontà della segreteria di fare pulizia nella Cisl. Aggiungendo poi, con fare furbesco, che “a qualcuno, evidentemente, non è piaciuta questa nostra scelta”.
Ora, che dopo un ricorso ai probiviri, due ricorsi in tribunale, la creazione di un sito (questo) e altre iniziative di contestazione del commissariamento che durano da più di nove mesi, il nostro arrivi alla conclusione che “evidentemente” non a tutti è piaciuta la scelta di commisariare la Fai, è qualcosa che autorizza qualsiasi conclusione sulla rapidità di comprendonio del nostro simpatico nanetto.
Ma qua c’è dell’altro. “evidentemente” il nostro nanetto cerca di usare la vicenda della Fai come il tappeto sotto il quale nascondere della spazzatura che non c’entra nulla con noi.
Allora è il caso di fare alcune precisazioni.
1) La Fai è stata commissariata per reazione al libero voto di un congresso: di uso improprio di soldi, non si è mai parlato né nella delibera di commissariamento, né altrove. Chi lo fa adesso, dopo che Scandola ha fatto scoppiare lo scandalo, “evidentemente” ha qualche motivo nascosto (scusate la dietrologia, ma non è che può farla solo chi è segretario confederale).
2) Se la mozione di scioglimento della Fai che è stata respinta dal congresso per 171 a 91, provocando il commissariamento, fosse stata approvata come pretendeva Via Po 21, le prove di usi impropri di denaro da parte di qualcuno (non della Fai in quanto tale) sarebbero sparite assieme allo scioglimento della federazione. A questo punto, se Via Po 21 sapeva che c’era qualcosa che non tornava, “evidentemente” il suo impegno nel pretendere lo scioglimento a tutti i costi della Fai andrebbe interpretato come impegno a far sparire le prove delle “disamministrazioni”. Se invece a Via Po 21 nessuno sapeva niente, ora non può dire che il commissariamento era per questo, cercando di nascondere così la figuraccia sul caso Scandola.
3) Il commissario mandato da Via Po 21 ha cacciato dalla Fai persone che non c’entravano niente con la precedente gestione dei soldi. Mentre chi c’entrava è rimasto al suo posto; anzi, qualcuno ha anche avuto la promozione.
4) A proposito di trasparenza nella gestione dei soldi, ricordiamo la storia della Fondazione Fisbafat e della soppressione del collegio dei revisori dei conti…”evidentemente” c’è chi non gradisce troppi controlli
5) Ricordiamo infine che il giorno delle dimissioni di Bonanni, il nostro simpatico nanetto prese la parola prima che venisse eletta Anna Maria Furlan e fece un discorso bellissimo, di quelli che ti fanno sperare che qualcosa stia cambiando per davvero, e in meglio.
“Il sindacalismo nel mondo – citiamo a memoria, avendo seguito la diretta streaming del consiglio generale su Labor Tv – è in crisi dove resta ancorato a modelli generali ed è vitale, a volte in modo sorprendente anche nelle situazioni ambientali più difficili, laddove torna ad essere capace di mettere al centro la persona umana”.
Per questo chiedeva alla confederazione “meno centralismo confederale” e di lasciare “più autonomia alle categorie”.
Così parlava l’8 ottobre 2014 il segretario regionale della Lombardia; il 31 ottobre, invece, una volta eletto al rango di nanetto di Biancaneve, il nostro ha votato il commissariamento della Fai. O l’avrà fatto pensando che in questo modo avrebbe lasciato “più autonomia alle categorie”… oppure “evidentemente” era già diventato Bugiardolo, il nanetto che ora cerca di usare la Fai per nascondere magagne che stanno altrove.
E che lui non vuole che escano fuori. “Evidentemente”.