Bischerate

Che Renzi, a volte, possa dire una di quelle che dalle sue parti si chiamano bischerate, di per sé potrebbe non preoccupare più di tanto. La loquacità, il parlar sempre di tutto, il non star mai zitto, fanno sì che, per il calcolo delle probabilità, prima o poi finisci per intervenire non del tutto a proposito, e dire cose che ti saresti anche potuto risparmiare. Ma una più o una meno…

Il problema è che quella sul sindacato unico è una bischerata pericolosa, perché rivela una concezione illiberale, e non semplicemente sbagliata; e l’idea di ricorrere ad “una legge  sulla rappresentanza sindacale” per non avere più “sigle su sigle su sigle” vuol dire non sapere che “l’organizzazione sindacale è libera” (art. 39 della Costituzione), e che quindi i sindacati non sono “sigle su sigle su sigle” ma associazioni libere e non predeterminabili nel numero per legge (oppure vuol dire saperlo, ma considerarlo un particolare irrilevante).

Quel che ne emerge è una concezione incompatibile col principio del pluralismo, l’idea di un governo che si crede onnipotente e che pensa di avere il potere di concedere una licenza per esercitare la funzione sindacale ad un solo soggetto (e magari revocarla se non fa quel che vuole il governo).

Da un certo punto di vista, però, il problema è un altro: a pensarla così non sembra ci sia solo Renzi. L’impressione è che anche nelle fila sindacali non sempre si dimostra di credere al valore del pluralismo. Quindi, l’attacco del giovane “capo del governo” (il secondo tanto giovane della storia italiana; e già il primo si pose il problema dell’unificazione sindacale per legge…), in qualche modo potrebbe trovare i sindacati col fianco scoperto.

Ad esempio, quando si ragiona di come riorganizzare la Cisl in termini di mero funzionalismo astratto e aprioristico (“accorpiamo le categorie per risparmiare”, “uniamo i territori perché le province sono roba del passato”, “facciamo categorie più grandi perché contino di più”, “chi non si scioglie lo commissariamo…”) come si fa poi a rispondere all’obiezione di chi dice che con un sindacato solo ci sarebbero meno spese, meno discussioni, e più efficienza? Che a mettere tutti i lavoratori in un’organizzazione sola questa sarebbe più grande delle attuali (in questo caso la bischerata si chiama “tautologia“)? Chi non difende l’idea del pluralismo in casa propria come se la cava di fronte a chi vuol passare come un treno sopra al pluralismo attuale, per distruggere ciò che c’è e vedere cosa succede dopo (e se non resta più niente in piedi forse è pure meglio)?

Chi commissaria il dissenso e cancella d’autorità il voto di un congresso (171 a 91), come fa poi a difendere credibilmente la libertà sindacale quando è attaccata dall’esterno?

Chi in casa propria ragiona così, è meno credibile nel momento in cui prova a rispondere: caro signor presidente del consiglio, i sindacati sono libere associazioni perché nascono dalla libertà delle persone di unirsi in sindacato se lo vogliono, con chi vogliono e nelle organizzazioni in numero che preferiscono. Quindi pensa ai problemi del tuo Pd, che non ti mancano, e non occuparti degli affari nostri.

Ma per poter dare questa risposta bisogna credere, ad esempio, all’autogoverno delle categorie, all’autonomia statutaria delle federazioni, a tutto ciò che deriva dal fatto che la libertà associativa non è una concessione dall’alto (dal governo o da Via Po 21 che sia) ma è un diritto di ciascuna persona esercitato collettivamente. Per cui non sta al governo decidere se il sindacato deve essere unico; e non sta a via Po 21 imporre lo scioglimento di una federazione attraverso il commissariamento.

Cose diverse, lo sappiamo; e forse la seconda è meno apertamente scandalosa della prima. Ma tutte e due sono espressioni di una stessa idea sbagliata.

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Più che d’accordo. Il commissariamento della Fai Cisl nazionale è un Assurdità incredibile, incomprensibile e illegittima. Mi chiedo come possa essere avvenuta, ma soprattutto che classe Dirigente abbiamo a livello di categoria e confederale. Andrebbero denunciati tutti per ignavia e per colpevole ignoranza.

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  2. La mortificante esperienza, dell’impedimento dell’esercizio della libera espressione delle proprie idee, che i dirigenti della Fai sono stati costretti a subire, è solo la manifestazione esteriore del fatto che da lungo tempo quegli stessi dirigenti non hanno esercitato tale libertà. Non solo non hanno esercitato la propria libertà, ma hanno messo in scena una parvenza di democrazia, per mascherare un mero esercizio di “potere”, messo al servizio di un “potere superiore”, da cui ci si sentiva protetti e legittimati. Ora il dolore per l’offesa subita, è tanto più penoso, quanto più ci si è esercitati a tale illusorio potere reso però reale da “decisioni unanimisstiche” di organismi “democratici”, composti di uomini nominati, da uomini fedeli Pensiero Unico Rivelato dal Capo. L’epoca moderna, iniziata col secolo XV, che ha inaugurato il pensiero critico, per dare ad ogni uomo la possibilità di giungere a poter giudicare con la sua coscienza individuale ciò che prtima era dato per rivelazione, per molti nostri dirigenti, che oggi stanno sperimentando la legge del contapopasso, la fase del pensiero critico solo ora si sta risvegliando. Ecco perchè si dice non tutti i mali vengono per nuocere. Francesco Monaco

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