Gli iscritti sono preziosi

Il bilancio della Fai autocommissariata è incomprensibile. E questo l’abbiamo già detto. In particolare, non si capisce quali sono le entrate per il pagamento delle quote, e quindi quanti sono gli iscritti. E anche questo l’abbiamo già detto.

Quel che manca da dire è il perché queste cifre sono così importanti E perché gli iscritti sono così preziosi per la segreteria della Fai. Che, come avrete notato, si è attribuita il massimo della retribuzione prevista dal nuovo regolamento. Per cui, tanto per fare qualche paragone, il segretario generale della Fai oggi guadagna più del segretario generale della Cgil. Per non parlare di quel proletario del segretario della Fim che prende molto meno di un Cornelli o di Giangiacomi qualsiasi.

Ma che c’entra il numero degli iscritti? Il fatto è che il nuovo regolamento, quello che ha alzato gli stipendi un po’ a tutti (per non doverli abbassare a chi se l’era alzato per primo fuori dalle indicazioni del regolamento, e la signora Anna Maria fra questi) prevede una soglia: chi vuole il massimo deve avere almeno 180mila iscritti. Altrimenti scende di un livello.

soglia

 

Già, ma quanti iscritti ha la Fai? Diciamo che da un po’ di anni è in calo, e che in certe regioni del sud si registrano spostamenti in massa verso altri sindacati; soprattutto verso la Uila, che invece continua a crescere.

Durante il commissariamento, per il 2014 fu data una cifra, 197mila, che non era di molto superiore alla soglia. E, visto che gli spostamenti non sembra si siano fermati, ci sarebbe da sospettare un nuovo arretramento. Che metterebbe a rischio lo stipendio massimo.

Ma se dalla periferia giungono voci preoccupate sulla tenuta organizzativa della federazione (anche per effetto delle decisioni del commissario, che ha tolto risorse ad alcuni territori che si sono trovati in difficoltà per pagare gli operatori necessari a coprire tutte le zone), sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas, al congresso di autoincoronazione dall’Antonella a Pomezia ha detto, senza fornire troppi particolari, che grazie alla sue gestione gli iscritti erano aumentati del 3 per cento. E l’ha chiusa lì.

E così, fra autocertificazioni comissariali, “conti ciechi” e bilanci incomprensibili. il numero degli iscritti alla Fai è destinato a restare misterioso. E le retribuzioni dei suoi dirigenti possono restare al livello massimo che si sono auto-attribuiti.

Cosa non molto comprensibile per un’organizzazione che, caso unico nella Cisl, è la terza nel proprio settore di rappresentanza.

Una sorta di premio di risultato al contrario…

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4 Commenti - Scrivi un commento

  1. Leggendo un articolo del “giornale.it” a firma di giacomo Susca ho appreso che la Cgil pubblica i dati sugli iscritti regione per regione e per categorie. La Cisl di Anna Maria Furlan si limita a dichiararli. Non vi pare che ci sia una piccola differenza che spiega come lo stradino ha potuto impunemente dichiarare un aumento del 3%.
    Il fatto è che se si pubblicassero i dati cisl come quelli della cgil si scoprirebbero tanti altarini; come per esempio che in qualche regione ci sono più pescatori iscritti alla cisl di quelli reali così dicasi per la fai gli edili i frontalieri e via dicendo. Concordo con la proposta di investire del problema le massime autorità che la Repubblica ha per difendere i diritti costituzionale. e dunque dico
    VIVA IL COMITATO DI LIBERAZIONE DELLA CISL

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  2. Finché le certificazioni degli iscritti non saranno rilasciate da un soggetto terzo gli “stradini” potranno dormire sonni tranquilli, anche senza la scopa. Quando poi si è visto che denunce documentate avanzate da dirigenti CISL sul numero di iscritti taroccati in qualche territorio non hanno destato dal sonno del giusto nemmeno i probiviri nazionali, allora si incomincia a capire meglio il “sistema cisl”.

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  3. anonimi per necessità · Edit

    forse ci siamo persi una puntata.
    Riparlate o ci aggiornate sul comitato liberazione della Cisl
    siamo molto interessati a dare una mano abbiamo varia documentazione

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