Uno dei commenti arrivati dai nostri (numerosi) lettori parla di soldi investiti dalle Fai territoriali nella Fondazione (allora) Fisbafat per la realizzazione di iniziative culturali e formative; iniziative che, ad oggi, non sono state realizzate con l’argomento che non ci sarebbero soldi.
O non è vero quello che ci è stato scritto, o non è vero che non c’è una lira in cassa (almeno fino all’arrivo del cinque per mille…).
Non si tratta di un argomento da lasciar cadere. Tanto più ora che, con una scelta più o meno tempestiva a seconda dei gusti, è stato soppresso il collegio dei revisori dei conti della Fondazione dal nome cangiante.
Ma è anche uno degli argomenti sui quali è facile tagliare la testa al toro: basta che il nuovo presidente a tutti i costi faccia vedere a tutti quei conti che ha deciso di non far più rivedere a nessuno (cioè ai sette segretari regionali-consiglieri d’amministrazione).
Già ma il problema è un altro: chi va a domandarglielo?
Ve l’immaginate i sette segretari regionali-consiglieri d’amministrazione (o anche uno solo) che si alzano in consiglio d’amministrazione per chiedere trasparenza al presidente assieme al quale hanno condiviso il trappolone per far decadere il vecchio presidente, una specie di autocommissariamento, in cambio della loro rinomina?
Temiamo proprio che il dubbio posto dalla base resterà senza risposte dal vertice. E che il segretario-commissario-presidente continuerà a vincere facile…