Quindici mesi dopo

La riserva di Pulcinella, quella che il dottor Sbarra dell’Anas non ha mai voluto sciogliere sulla sua permanenza alla Fai oltre il commissariamento, si scioglie da sola come neve al sole.

L’ultima riprova è stata la riunione dei segretari regionali nel saloncino delle feste voluto dal commissario per celebrare il proprio trionfo (a riprova che questo non è stato un commissariamento normale), con la partecipazione della neo-seminatora (d’oro fasullo), signora Anna Maria delle Poste.

Come faceva Berlusconi quando usciva dal consiglio dei ministri perché si discutevano questioni che toccavano i suoi conflitti d’interessi, tanto sapeva che quelli dentro non si sarebbero mai azzardati a far qualcosa contro di lui, così il dottor Sbarra dell’Anas è uscito dalla riunione quando si è trattato di parlare del futuro della Fai dopo il commissariamento. Evidentemente per lasciare che fossero gli altri a chiedergli di restare.

La signora Anna Maria si è così trovata di nuovo a confronto con i segretari regionali della Fai, quindici mesi abbondanti dopo la notte dell’Ergife, quando lei mise imprudentemente la faccia del neosegretaria generale della Cisl per una mediazione che desse via libera all’annessione della Fai alla Filca, e su quella faccia rimase stampato lo schiaffo del libero voto del congresso: 91 a favore dello scioglimento, 91 contrari, 7 schede bianche o nulle, 73 non votanti (che, in una votazione dove erano richiesti i tre quarti degli aventi diritto, hanno avuto l’effetto del voto contrario). totale, 171 a 91 contro lo scioglimento della Fai.

Certo, stavolta lo spettacolo è stato molto diverso. Se il 27 ottobre 2014 la signora Anna Maria era arrivata per domare una rivolta di alcuni segretari regionali (una rivolta che vedeva in prima fila, un po’ a sorpresa, il messinese Fabrizio Colonna, segretario della Fai di Sicilia), stavolta le tigri di allora, o molte di loro, si erano trasformate in gattini che facevano le fusa. E la riunione ha preso quasi l’aria di una lezione dove il professore lascia in cattedra la preside che interroga uno ad uno gli allievi, chiamandoli a ripetere la stessa poesia imparata a memoria.

Naturalmente, la preside ha poi scritto sul registro che un po’ tutti, alcuni con punte di entusiasmo imbarazzante, hanno detto di volere che il dottor Sbarra dell’Anas resti a guidare la federazione (e se qualcuno non ha detto proprio così, non conta, tanto la poesia da imparare a memoria resta quella).

Solo che anche quindici mesi fa tutti i segretari regionali avevano accettato la mediazione della signora Anna Maria, quella che aveva previsto un paio di posti in più alla Fai (in particolare per il messinese Colonna in Sicilia ed il ferrarese Bergonzini in Emilia-Romagna) nella spartizione con la Filca.

Ma poi, al momento del voto (171 a 91), si è visto che i segretari regionali non erano rappresentativi della volontà dei delegati, che con gli strumenti dela democrazia hanno bocciato la segreteria della Fai, i segretari regionali e il segretario generale della Cisl, respingendo il trucchetto di dividere il dissenso comprando un po’ di consenso con la promessa di un paio di posti.

Oggi, quindici mesi dopo, quindici mesi di intimidazioni, di licenziamenti di rappresaglia e di altre belle cose del genere,il risultato è che i segretari regionali sono rimasti tutti in sella a cominciare da quelli più sbugiardati dal voto dell’Ergife, i quattro della segreteria nazionale, corresponsabili politicamente della gestione Cianfoni hanno scaricato Cianfoni e si sono ricollocati in qualche modo, e la signora Anna Maria, che a guardar bene porta ancora in faccia i segni dello schiaffo, viene in casa della Fai a fare la preside che interroga gli scolari.

Non c’è che dire, un bell’esempio di accettazione delle regole della democrazia.

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