Se fosse vero il proverbio secondo il quale “solo i cretini non cambiano mai idea”, potremmo essere tranquillissimi sull’intelligenza di chi guida la Cisl.
Già abbiamo fatto presente che un anno fa la Fai è stata commissariata perché sia la Filca che Via Po 21 avevano rifiutato sdegnosamente l’ipotesi di una federazione “pluricomposta”. E, dopo un anno di commissariamento, che ti dice il commissario? Che la soluzione è la “pluricomposta”; e la Filca commenta “buona idea!”. Solo che intanto la Fai libera non c’è più (e il suo patrimonio è diventata il jackpot in palio).
Ora anche la signora Anna Maria, vedi l’intervento all’assemblea della Filca, dice che le riforme organizzative non si decidono con gli “editti”, e che le cose imposte dall’alto poi riservano delle “sorprese”. Tradotto in italiano: chi c’era prima di me ha sbagliato a voler imporre alla Fai di sacrificarsi per la Filca (perché questo era il contenuto dell’editto bonanniano). Ma allora perché proprio lei ha emanato l’editto di commissariamento della Fai come primo atto della sua gestione? Perché non riconoscere oggi, traendone le conseguenze, che il congresso della Fai aveva ragione e che a sbagliare era stata Via Po 21, prima con Bonanni e poi con lei?
Già, Bonanni ve lo ricordate? Vietato palarne male! Tanto che qualcuno è stato licenziato per questo. Poi, quando si è cominciato a parlare di alcune “storture” (come dice il documento della Fai commissariata) che riguarderebbero anche altri dirigenti, tutto è stato comodamente scaricato su di lui che non c’è più. Vietato parlarne bene! Perché “prima” c’erano le “storture”, ora “si svolta verso la trasparenza”. Lo dice anche il giornale dei vescovi. Che l’ha bevuta.
Ma fra i molti altri esempi che si possono fare, ne prendiamo uno che riguarda proprio lui, il carissimo dottor Sbarra dell’Anas. Il quale, dopo essere stato un tifoso sfegatato della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, ora lo definisce uno “spin” (non sappiamo se è parola inglese o calabrese) che “stride con le priorità infrastrutturali di un Paese e di un Mezzogiorno dove ancora mancano o vanno riqualificate reti stradali, autostradali, ferroviarie, portuali”.
Tradotto in italiano, lui è contrario alla proposta del governo, perché il problema sono le altre infrastrutture. O meglio, non è neanche contrario, ma insomma, par di capire, ora non gli sembra il momento. Una decina d’anni fa sì.
Anzi, c’è stato un tempo in cui quel ponte era argomento di fede. E guai a chi lo metteva in discussione, dentro e fuori della Cisl!
Ad esempio, il 24 maggio 2006, in una riunione a Lamezia Terme, il dottor Sbarra dell’Anas diceva e avvertiva che chi faceva polemiche contro il ponte aveva “come unico obiettivo quello di distrarre l’attenzione dei cittadini sulle questioni più complessive dello sviluppo, della ripresa economica e del lavoro nelle aree meridionali”. Oggi come allora, chi non la pensa come lui vuole solo imbrogliare; solo che lui ieri la pensava in un modo, oggi in un altro e domani …
La Cisl, aggiungeva lo Sbarra del 2006 (secondo alcuni fresco di assunzione all’Anas), “è stata sempre favorevole alla costruzione della grande opera” che “può determinare una condizione di trascinamento per il completamento e la costruzione delle altre infrastrutture”. Ovvero, ieri dottor Sbarra era a favore del ponte perché il problema erano le infrastrutture per il sud; oggi dice che il ponte è solo un pretesto, perché il vero problema… sono le infrastrutture per il sud. Anche questa è una forma di coerenza.
In ogni caso, in quell’anno il dottor Sbarra era ottimista sulla possibilità che il ponte si facesse. Anche perché, disse in quella sede, “il ministro dei trasporti Alessandro Bianchi e il sottosegretario alle infrastrutture Luigi Meduri” (sì, quel Meduri …) hanno “adeguata consapevolezza dell’enorme deficit di dotazione infrastrutturale esistente in Calabria”.
Come poi è andata, lo sappiamo.
In ogni caso, guai a contraddirlo su quel Ponte. Quando qualcun altro della Cisl si provava a dire che era contrario, si beccava un garbato avvertimento a pensare agli affari suoi e campare cent’anni, ché la linea della Cisl era quella che diceva lui. Nel 2005 Dario Ballotta, segretario della Fit lombarda, si schierò con Legambiente contro il Ponte, e fu pubblicamente invitato da Sbarra e da Mezzio (sì, quel Mezzio…) a pensare “di più ai problemi dei lombardi e meno a quelli dell’estremo sud d’Italia”, ed accusato di “cultura provinciale e nordista” e di voler “privilegiare il nord bloccando il sud”. Roba che se il dottor Sbarra l’avesse detto ai suoi amici della Cisl-Ptobiviri, Ballotta sarebbe stato bi-espulso come Scandola!
D’altra parte, il duo Mezzio-Sbarra aveva dato vita ad una grande kermesse a difesa del ponte tra Messina e Reggio Calabria, il 3 febbraio 2001, portando l’arcivescovo, i presidenti di regione, il segretario della Cisl Pezzotta, tutti i dirigenti locali e una grande compagnia cantante. Il 73% degli italiani, si annunciò in quella occasione, vuole il ponte. Ma, si sa, non sempre volere è potere…
Già qualche giorno prima della kermesse, al duo ‘per il ponte’ si era aggiunto Raffaele Bonanni (sì, quel Bonanni che ora a Via Po 21 non lo conosce più nessuno…). In tre avevano bacchettato Sergio Cofferati che, questa l’accusa del fantastico trio, “invita il governo a non decidere sul ponte dettando altre priorità”. Cioè faceva quel che il dottor Sbarra fa oggi: dice che le priorità sono altre.
Insomma, abbiamo capito che per il dottor Sbarra dell’Anas (che se ne intende) la soluzione ad una questione aperta da decenni dovrebbe essere un ponte girevole come le sue idee. Che c’è quando vuole lui, e quando non gli interessa lo si toglie e si pensa ad altre priorità.
Una soluzione geniale. Ma a noi resta un dubbio: perché sarà anche vero che solo i cretini non cambiano mai idea, ma chi l’ha detto che basta cambiarla continuamente per essere un genio?
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(sì, quel Bonanni…) (lettera al Fatto)

ACROGLIANO’, MEDURI, SBARRA (APPALTI, POLITICA, SINDACATO); SECONDO I GIORNALI E I QUALUNQUISTI UGUALE MAZZETTE E ASSUNZIONI LA COSA NON MI QUADRA NEANCHE COME VISIONARIO.
POI LEGGO PERO’ CHE MEDURI ERA UN OSCURO FACCENDIERE CALABRESE (GIA’ SOTTOSEGRETARIO AL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE DAL 2006 AL 2008) INTERFACCIA POLITICA DELLA “DAMA NERA”, IL DIRIGENTE DELL’ANAS ANTONELLA ACROGLIANO’ CONSIDERATA DALLA FINANZA AL VERTICE DELL’ORGANIZZAZIONE DELL’ANAS .
LEGGO ANCHE CHE PER PURA COINCIDENZA SBARRA NEL 2006 VIENE ASSUNTO ALL’ANAS. ALT: QUI I DUBBI COMINCIANO A SORGERE SPONTANEI E SI RAFFORZANO SE CONSIDERIAMO CHE A PARTE QUESTA ASSUNZIONE NESSUNO SA IN QUALE CATEGORIA PRIMA DEL 2006 ABBIA LAVORATO PER POI APPRODARE SALTANDO TUTTA LA TRAFILA CONSUETA DIRETTAMENTE AI LIVELLI PIU’ ALTI DEL SINDACATO.
QUESTO E’ UN FATTO GRAVISSIMO E VOGLIO SPERARE CHE NON SIA VERO PERCHE’ SAREBBE ULTERIORE FANGO SULLA CISL E TUTTE LE SUE CATEGORIE.
RITORNO VISIONARIO E VEDO CHE LA CONFEDERAZIONE PER GOVERNARE SENZA ESSERE DISTURBATA E CONTROLLATA DA QUEI ROPIBALLE DI ISCRITTI E RAPPRESENTANTI DELLE CATEGORIE AD UN CERTO PUNTO ABBASTANZA LONTANO HA DECISO DI CREARSI I DIRIGENTI AUTONOMAMENTE NON SCEGLIENDOLI TRA COLORO CHE AVEVANO UN LAVORO ED ERANO ISCRITTI BENSI TRA I DISOCCUPATI SE LI FORMAVANO E SELEZIONAVANO A LORO PIACIMENTO E A QUANTO PARE LI FACEVANO ELEGGERE NEGLI ORGANISMI. SOLO DOPO, COME PER SBARRA, LI FACEVANO ASSUMERE E METTERE IN DISTACCO SINDACALE ED IL GIOCO ERA FATTO. DOMANDA QUANTI TUTTORA OCCUPANO CARICHE RAGGIUNTE COSi. A PARTE I RISVOLTI LEGALI DI CUI IGNORO LA GRAVITA’ MA RESTA IL FATTO CHE COSI’ E’ TUTTO FALSATO ALTRO CHE DEMOCRAZIA E RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI QUESTI SE VA BENE SONO RAPPRESENTANTI DI SE STESSI.
LA SITUAZIONE COME ERA PREVEDIBILE SI AGGRAVA COL PASSAR DEL IL TEMPO. A QUESTO PUNTO DA VISIONARIO QUALE SONO NON SO SE SPERARE IN UN RINSAVIMENTO O UN CROLLO TOTALE DELLA BARACCA . NEL DUBBIO RASSICURO SCANDOLA CIRCA LA BONTA’ DEL SUO OPERATO CHE COL TRASCORRERE DEL TEMPO RICEVE CONFERME ED ATTESTATI DALLE PERSONE E ANCORA PIU’ DAI FATTI.
SULL’AVVENIRE STENDIAMO UN VELO PIETOSO PRENDERE QUELLE POSIZIONI DOPO CHE IL PAPA A DETTO ESATTAMENTE L’OPPOSTO (SULL’OPERATO DELLA DIRIGENZA CISL) PUO’ VOLER DIRE DUE COSE: LA PIU’ PROBABILE CHE NON VOGLIONO GIOCARSI
UN SOSTENITORE, LA SECONDA CHE HANNO SCELTO DI STARE CON QUELLA CHIESA CASTALE CHE PAPA FRANCESCO HA DECISO DI COMBATTERE.