“Non avevamo bisogno del signor Scandola perché questo regolamento fa chiarezza”. Lo ha detto (pare senza ridere di sé stessa) la signora Ventura Giovanna, di professione segretario confederale della Cisl, parlando in occasione del Consiglio generale della First a Roma in data 8 settembre.
A qualcuno, come a chi scrive, quel parlare di Scandola con l’appellativo di ‘signore’ (come dire, rispetto formale, ma trattamento da estraneo; è un comportamento descritto anche dai manuali sul mobbing) ha ricordato la notte dell’Ergife. quella fra il 27 ed il 28 ottobre dell’anno scorso quando il segretario generale della Cisl, signora Furlan Anna Maria, arrivò al congresso per chiudere i discorsi e far approvare lo scioglimento della Fai, e invece finì come è finita (171 a 91).
In quell’occasione era accaduto che, mentre il segretario della Fai Augusto Cianfoni stava per far mettere in votazione per alzata di mano e conteggio a occhio una bazzecola come lo scioglimento della federazione, si era alzato un signore e, con un richiamo al regolamento, aveva chiesto il voto segreto. Cosa che, in un’organizzazione democratica, dovrebbe essere la regola ovvia su votazioni anche molto meno importanti di quella che deve decretarne la vita o la morte.
A quel punto, il segretario generale della Cisl si è messa ad alzare la voce ed a chiamare più volte il ‘signor Maurizio’ al palco della presidenza per farlo recedere. Cosa che il signor Maurizio non ha fatto, regalando alla Fai un sussulto di dignità.
Il ‘signor Maurizio’ è Maurizio Ori, già segretario provinciale della Fisba di Modena, poi segretario regionale della Fisba Emilia-Romagna (dove trovò una situazione economica disastrosa, della quale venne a capo in alcuni anni con una rigorosa politica di risparmi che cominciò dal proprio stipendio), e quindi segretario regionale della Fai, dal 2013 al 2014 operatore presso la Fai nazionale.
Un signor sindacalista, non c’è che dire.
E se pensiamo a gente come lui, cacciato dal commissario come ritorsione per aver chiesto di rispettare le regole e la decenza e votare a scrutinio segreto sulla vita o la morte della Fai, o come Fausto Scandola, espulso dalla Cisl-probiviri in violazione dello statuto e per non dover esaminare il suo ricorso contro il segretario generale, ci viene proprio da dire che è di signori così che la Cisl ha bisogno.
Molto più che di tante signore.
