Un passaggio della lettera di Scandola pubblicata ieri ci ha incuriosito, ma non sorpreso: quello in cui afferma che gli stanno arrivando dossier, talora anonimi e talora no, su varie situazioni non a norma nella Cisl in giro per l’Italia. Facendo esplicitamente riferimento a varie regioni, fra cui la Calabria, terra di origine del nostro commissario.
La cosa non ci ha sorpreso perché qualcosa è arrivato anche a noi. Che, naturalmente, non usiamo materiale anonimo per una battaglia di natura politica, come la nostra contro l’illegittimo commissariamento della Fai (e i suoi derivati: licenziamenti, epurazioni, intimidazioni dei potenziali dissidenti, uso arbitrario delle risorse, operazioni di scarsa trasparenza sulla fondazione un tempo chiamata Fisbafat eccetera eccetera).
Però una cosa la possiamo usare, perché non è una dicharazione anonima. Anzi, è un’affermazione che fu fatta dallo stesso Sbarra, quando era segretario regionale della Cisl calabrese.
Il 22 marzo 2008, un comunicato della Cisl calabrese annunciava che il segretario Luigi Sbarra aveva dato mandato agli avvocati di sporgere querela per alcuni articoli del Quotidiano della Calabria in cui si parlava dei suoi rapporti con Antonio Saladino, indagato per l’inchiesta Why Not (ed uno dei non molti ad essere effettivamente condannato al termine dei processi).
La querela, secondo Sbarra, sarebbe stata necessaria per “tutelare l’immagine, la reputazione e l’onorabilità” sua e della Cisl, chiedendo quindi “le sanzioni in sede penale ed il risarcimento degli ingenti danni provocati in sede civile”.
Possiamo allora chiedere se la querela fu effettivamente presentata o solo annunciata? Se sì, c’è stato poi il processo, e come si è concluso? Ed infine, il risarcimento richiesto per gli “ingenti danni”, che quindi sarà stato a sua volta “ingente”, lo ha ottenuto? E se sì, lo ha tenuto tutto per sé o, visto che agiva anche a tutela della Cisl, ne ha versato almeno un pochino nelle casse del sindacato?
Per carità, roba vecchia e stranota, ed anche poco rilevante visto che non ha impedito un anno dopo a Raffaele Bonanni di chiamare Sbarra a far parte della segreteria confederale (al posto di Bonfanti, spostato da Bonanni alla Fnp). Ma proprio per questo, rispondere non gli costerà nulla. Tanto più che oggi la Cisl, “dopo l’elezione di Anna Maria Furlan ha intrapreso un percorso condiviso per garantire trasparenza, correttezza e rigore” (così come afferma la Cisl del Veneto).
Questo è quindi il momento più propizio per fare definitiva chiarezza su quelle lontane vicende che lo riguardano, pur se solo come parte lesa. E siamo certi che chiarezza sarà fatta.
Perché no?