Così va già un po’ meglio

Gigi Petteni dà una nuova intervista sulla vicenda Scandola dopo quella dei giorni scorsi che abbiamo già commentato con toni forse fin troppo polemici per i quali (solo per i toni, non per la sostanza dell’argomento) gli chiediamo scusa.

D’altra parte, il fatto che lui stavolta non ripeta la bugia di una Fai commissariata per fare pulizia (mentre è stata commissariata per reazione al libero voto del suo congresso) ci aiuta a non dovergli dare del bugiardo un’altra volta.

Detto questo, c’è qualcosa nelle sue affermazioni che continua a non tornarci. A cominciare dal fatto che in tutta l’intervista non nomina neppure Scandola, uno che è stato espulso anche su sua ripetuta richiesta, e parla ancora il linguaggio della dietrologia e del complottismo.

Così insiste a sostenere che i dossier vengono fuori perché la segreteria sta facendo pulizia ed ha toccato “interessi e privilegi di qualcuno” (qualcuno chi? Scandola?), che c’è “l’intenzione di qualcuno, magari di ricattare la segreteria” (ancora: qualcuno chi? Scandola?) per concludere che “la giustizia, la trasparenza, la solidarietà, l’equità che hanno da sempre animato il cuore della Cisl non possono venire meno di fronte all’interesse di qualcuno” (per la terza volta: qualcuno chi? Scandola? Il pensionato a reddito annuo di 54.125,00€, che ha detto di considerarsi fortunato per questo ma ha fatto presente che nella Cisl sono stati possibili redditi quattro, cinque se non sei volte superiori, e per questo è stato espulso anche su richiesta di Petteni?).

E poi, come si fa a fidarsi di una segreteria che promette trasparenza e rispetto delle regole subito dopo aver violato le regole per far espellere chi aveva chiesto trasparenza?

Perché violare le regole che garantiscono il diritto alla difesa nei procedimenti davanti ai probiviri non è meno grave di violare le regole sull’entità dei compensi. E promettere trasparenza per il futuro è apprezzabile, ma senza chiarezza sul passato lascia il dubbio che si debba lasciare “a qualcuno” il tempo di nascondere la spazzatura sotto il tappeto.

Scandola aveva cominciato a fare i nomi di qualcuno, ma i suoi esposti ai probiviri sono decaduti con la sua espulsione. Ecco, se Petteni o “qualcuno” vuol darci la prova della volontà di trasparenza, faccia propri quei ricorsi, in modo che i procedimenti vadano avanti e tutto sia chiarito.

Altrimenti nella Cisl continuerà l’assurda situazione per cui c’è chi fa circolare gli anonimi (contro Bonanni, contro Cianfoni, contro la Fai di Salerno …) mandati, questa volta sì bisogna dire da “qualcuno”, invece di fare chiarezza e trasparenza mettendoci il proprio nome. Come ha fatto Scandola, finendo espulso su richiesta di Petteni (e altri sette), anche se lui ora fa finta di niente e parla dei complotti di “qualcuno”,

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