Pierre Carniti disse una volta, a proposito del suo rapporto con la Cisl, che un ex parroco non torna nella sua parrocchia nemmeno per confessare. La frase è importante, come era importante l’occasione in cui la disse.
Era il 6 dicembre 2016 e, alla presenza del presidente della Repubblica, la Cisl presentava il volume dedicato al suo segretario generale del periodo 1979-1985. Davanti a quella platea, Carniti citò la vecchia regola del diritto canonico (che, appunto, proibiva al parroco passato ad altro incarico di tornare ad amministrare i sacramenti dove aveva svolto il suo ministero in precedenza) per spiegare che lui, membro di diritto a vita del consiglio generale della Cisl, aveva deciso di uniformarsi a quella regola e per questo non aveva mai preso parte alle riunioni di quell’organo, pur avendone il diritto.
Una regola che non gli aveva impedito, un anno prima, di schierarsi in difesa di Fausto Scandola e della sua denuncia, e quindi di prendere una posizione critica verso la Cisl che aveva espulso chi aveva rivelato le retribuzioni non conformi alle indicazioni del regolamento della segreteria confederale.
Angela Merkel è figlia di un pastore, equivalente del parroco fra i protestanti. E forse anche fra i protestanti c’è una regola simile visto che pure l’ex cancelliera vi si è uniformata, di fatto, nel suo rapporto con la Cdu, il partito che ha guidato per due decenni.
Il che non le ha impedito ora, di fronte al voto in comune con l’estrema destra nel parlamento tedesco sul tema dell’immigrazione, di denunciare quello che considera un grave errore del suo partito. Perché un conto è non immischiarsi nella politica quotidiana quando è affidata ad altri, un altro conto è tacere e far finta di nulla di fronte ad un pericolo incombente per la comunità di cui fai parte, quando rischia di perdere la propria natura.
Alla luce di questo esempio recente, viene qualche ulteriore dubbio sulla posizione di Raffaele Morese che nelle scorse settimane aveva citato l’esempio del parroco fatto da Carniti per non prendere posizione sulla deriva in corso nella Cisl, rimproverando anzi chi “vuol fare la predica” all’organizzazione (cioè i firmatari del documento “Dissentiamo”).
Ma nella situazione attuale, il limitarsi a parlare di politica sindacale generale è un maniera per non prendere atto che la segreteria Sbarra è stata un ulteriore passo in avanti verso uno snaturamento dell’organizzazione, sempre più dedita ad attività per alimentare la macchina e sempre meno capace di rappresentare gli interessi del lavoro (che in questo momento sono salariali e occupazionali ben più che partecipativi).
E nulla fa pensare che Daniela Fumarola cambierà direzione.
Francesca Romana per il9marzo.it
https://tuttolavoro24.it/2025/02/01/salario-metalmeccanici-in-rapida-crescita-310e-in-4-anni-e-ora-gli-industriali-vogliono-mettere-un-freno/
Siamo distanti dal contratto del caffe ( così chiamato nelle fabbriche ) di Bentivoglio , e in linea con Ig Metal
Per i “contratti del caffé” non lo sappiamo, ma per l’Ig Metall ci manca ancora un po’ (soprattutto perché in quattro anni i tedeschi di contratti nuovi ne fanno due o tre, e a volte anche quattro)
https://www.igmetall.de/tarif/tarifrunden/metall-und-elektro/tarifrunde-metall-und-elektro-2024
Per essere in linea con igmetall bisogna fare accordi. Per ora siamo alla piattaforma.
Ma il segr fim attuale (che come Benaglia parla solo di chi non può rispondergli)
non era in segreteria nazionale con Bentivogli?
La cisl è ormai così: Sbarra parla di Landini, la Fim parla di Pezzotta. Gli ex fim (in quota nonna) parlano di Bentivogli.
Al netto dell’ eccessivo ottimismo che rimane “il sale della vita”, il messaggio può dare l’impressione che la Fim nel negoziato che ha portato oltre 300 euro al C3 abbia avuto un ruolo determinante, ma sarebbe un messaggio fuorviante in quanto in quel periodo la “ dirigenza “ della Fim era impegnata alle epurazioni di alcuni dirigenti e del bacio dell’anello di altri ( alcuni sono andati in pensione da qualche settimana con tanto di festa pugliese). La situazione nel rinnovo attuale non è cambiata, l’unica incertezza che riguarda la Fim è quando romperà l’unità sindacale andando a braccetto con le associazioni datoriali. Nel frattempo alcuni buontemponi pagati da dirigenti sindacali parlano ancora di Bentivogli. Ancora dopo 4 anni e due segretari generali.
la Fim adesso e’ un laboratorio di idee , assai diversa da quella dei tempi del contratto sopracitato.
Quello fu un periodo buio, citare i dirigenti di allora , puo solo fare male alla Fim attuale, dove permangono poche sacche di follia inefficiente, come in Brianza .
Citare la Puglia e’ davvero risibile visto i notevoli risultati e la serieta’ di quel territorio.
C’E’ ancora da pulire invece l’apparato nazionale , li si nasconde il seme del marcio
Ascoltate tutti, voi della Fim, amici o nemici di Bentivogli o della dirigenza attuale.
Sul 9 marzo siamo aperti a tutti i commenti, anche quelli che, con scarso rispetto di chi li ospita, non intervengono sul post ma parlano di altro, in maniera anonima o meno. Lo facciamo perché se scrivete qui, vuol dire che altrove non avete la libertà di esprimervi.
Però a tutto c’è un limite. Educazione vorrebbe poi che chi vuole parlare dell’Ig Metall e fare (del tutto improbabili) paragoni con i risultati della Fim e della Cisl facesse la piccola fatica di ripescare i post che parlano di questo.
Ma c’è di più, e di peggio, che ci spinge a dire: ora basta!
L’ultima riga di quest’ultimo commento assume il significato di una minaccia, probabilmente millantata, ma comunque incompatibile con lo spirito di libertà che anima questo blog da dieci anni. E quindi la pubblichiamo solo per additarla ai nostri lettori come esempio di arroganza e maleducazione.
E quindi se volete litigare ancora su Bentivogli fatevi il vostro blog, ma smettetela di comportarvi da maleducati in casa d’altri.
Non ci saranno altri avvisi.
Parroci e Vescovi
Un ex parroco non torna nella vecchia parrocchia neanche per confessare, è la frase ripetuta da Carniti e ora da Morese, due sindacalisti bravissimi, Ma la stessa solfa l’ho sentita dire varie volte anche all’interno dell’organizzazione per impedire ad alcuni di poter parlare ed esprimersi nei confronti della linea politica della Cisl. Il brillante post di questo blog evidenzia che Carniti poi in realtà prese posizione in diversi casi. In aggiunta potrei citare quando negli anni 2000 criticò D’Antoni sull’Espresso e sul Corriere della sera 17 maggio 2000. Titolo:” caro Sergio (D’Antoni) non mettere in mezzo la Cisl”. Anche il nostro maestro di sindacato Carniti, quando non era d’accordo, pure da ex, non la mandava a dire. Per non parlare poi di tanti parroci o meglio vescovi che sono passati direttamente da segretari amministrativi confederali a segretari generali della Fnp. Non c’è bisogno di scrivere i nomi e neanche i cognomi. Non c’era bisogno neanche della confessione perché conoscevano già i peccati. E poi erano nella stessa diocesi. A parte questo aspetto, si dovrebbe far notare non solo a Morese ma anche ai tanti o pochi che disapprovano la famigerata lettera dei 103 rancorosi, che tra le firme raccolte non ci sono solo vescovi o parroci, ma decine di semplici iscritti o sindacalisti modesti del livello territoriale che hanno tutto il diritto di esercitare il diritto di critica verso la CISL e il suo segretario pro tempore. Se a Morese o altri che hanno lavorato tanti anni nella CISL in modo appassionato e lodevole, ciò non interessa, questi stessi non possono pretendere che altri stiano zitti. A noi modesti iscritti di periferia, il fatto che ci sia un vescovo o parroco tra i firmatari non può che essere visto con favore, perché amplifica con la sua personalità i malumori della base che altrimenti non potrebbero emergere.
La fondazione Franco Marini, pagata dalle tessere di lavoratori e pensionati servirà a stipendiare Sbarra in attesa di qualche incarico politico da parte del governo di centro dx.
Ma sti parroci attuali dicono qualcosa contro le disuguaglianze? Cosa propongono per ridurle?
Cosa aspettano per chiedere la tassazione degli extra profitti ultra miliardari delle 500 imprese italiane da utilizzare x abbassare le tasse ai lavoratori e pensionati che ne pagano oltre il 90%?
Sti parroci e vescovi attuali cosa propongono per la sanità pubblica?
Cosa propongono per una immigrazione necessaria per la mancanza di manodopera e per ridurre l”inverno demografico?
Questi cardinali attuali, strapagati loro con gli adeguamenti economici all’inflazione annuali, cosa propongono per il problema abitativo? I mutui, le case popolari?
Cosa propongono per l’istruzione e per l’edilizia scolaustica?
Cosa propongono per il rinnovo dei contratti pubblici con ill recupero pieno dell’inflazione no il 6,50% a fronte del 17%?
Cosa proponggono per il clima? Cosa propongono di concrelto per la cura del territorio? Per la prevenzione delle calamità? Per la riduzione dell’inquinamento?
La concretezza Cisl, le proposte, gli studi, le ricerche, i modelli applicativi che la cisl sfornava dove sono?
Tutte le domande di cui sopra sono legittime e meritevoli di attenzione.
Occorrono solo alcune precisazioni.
EXTRAPROFITTI: qualcuno sa definire il concetto di profitto e di extraprofitto? E dato ma non concesso che ci si riesca, è evidente che non è possibile coprire con una entrata STRAORDINARIA (tale sarebbe la tassazione di extraprofitti) l’aumento della SPESA CORRENTE (stipendi e pensioni).
SANITA’ PUBBLICA: non leggo da nessuna parte proposte organizzative che modifichino significativamente in meglio il modello attuale, i costi di tale progetto, e le fonti di finanziamento
IMMIGRAZIONE: le industrie chiedono manodopera specializzata, non migranti economici privi di qualsiasi istruzione e formazione, che aumentano, nella migliore delle ipotesi, il numero dei RIDER, se non della delinquenza.
CASA – SCUOLA – STIPENDI PUBBLICI (e quelli privati?) – CLIMA – CALAMITA’ – INQUINAMENTO
tutti problemi reali, ma, al di là dei progetti, spesso irreali e faraonici, occorre precisare dove si vanno a prendere i soldi….
…………………………… con 3.000 MILARDI DI DEBITO PUBBLICO da gestire
Quindi meglio non pensarci proprio? E applaudire chi, con i soldi che non ci sono, fa il ponte sullo stretto?
O magari meglio parlare della partecipazione, che non costa nulla…
Assolutamente no! I circa 15 miliardi di INVESTIMENTO complessivo “previsti su più anni potrebbero essere meglio impiegato per modernizzare ferrovie e acquedotti particolarmente al sud, ma non potrebbero essere utilizzati per assumere medici, infermieri, diminuire imposte o aumentare stipendi, pubblici e privati (SPESA CORRENTE)…
Forse ti sarà sfuggito che l’obiezione non era tecnica, ma politica. E quindi la tua risposta tecnica è corretta quanto non rilevante.
Se poi riesci a scrivere senza mettere le parole tutte in maiuscolo dai un’impressione di maggior educazione.
D’altra parte uno che sostiene che, siccome la nozione di “extraprofitto” non è definibile tecnicamente allora non è vero che ci sono stati profitti eccezionali che sfuggono alla progressività fiscale (e alla auspicata decisione politica di attingere lì invece che dal lavoro dipendente) mi sembra don Ferrante per il quale il morbo della peste non era sostanza, né accidente, e quindi non esisteva (“I promessi sposi, capitolo XXXVII)
Visto che lo affermi, documenta quali “extraprofitti” sarebbero sfuggiti alla progressività fiscale