“La denuncia di Fausto Scandola (ex dirigente della Cisl del Veneto, incomprensibilmente minacciato di espulsione, quando i provvedimenti da prendere avrebbero semmai dovuto essere di segno opposto) che dava conto del trattamento retributivo immorale (in certi casi arrivati a superare i 300 mila euro lordi all’anno) di alcuni dirigenti di primo piano dell’organizzazione ha suscitato le reazioni indignate di migliaia di iscritti”.
A parlare è Pierre Carniti, segretario generale della Cisl dal 1979 al 1985, di cui il sito www.sindacalmente.org riporta alcune riflessioni (ne consigliamo la lettura integrale a questo link).
Ora, se Scandola è stato espulso (e non solo “minacciato di espulsione”, qui Carniti sbaglia) perché la sua iniziativa è stata una “aggressione alla reputazione del vertice politico dell’organizzazione” che ha come “conseguenza diretta un incalcolabile quanto ingiusto e ingiustificabile danno di immagine per la stessa Cisl” (così scrive la Cisl-Probiviri facendo il “copia e incolla” del ricorso firmato “Biancaneve e i sette nani“), la stessa cosa vale quando a rilanciarne le denunce è un ex segretario della Cisl.
Quindi a questo punto deve essere espulso anche Carniti.
E con lui qualche milione di iscritti che non la pensano diversamente.