Il vento sta cambiando

Mentre il dottor Sbarra dell’Anas va raccontando in giro che il Novecento sindacale è finito e che il futuro è avere qualche strapuntino nei consigli di amministrazione, il sindacato dell’auto negli Stati Uniti continua ad ottenere successi con strumenti novecenteschi, come lo sciopero e contratti che mirano a ristabilire l’equilibrio fra profitti e salari.

Dopo aver ottenuto aumenti a due cifre (altro che Ipca…) nel rinnovo dei contratti per le imprese già sindacalizzate, i questi giorni il sindacato dell’auto Uaw è riuscita ad ottenere quel che per dieci anni non aveva potuto raggiungere: sindacalizzare un’importante fabbrica del sud, lo stabilimento della Volkswagen a Chattanooga, nel Tennesse. Dopo due tentativi falliti, questa volta il referendum fra i dipendenti (che hanno visto quanto sono cresciuti i salari delle fabbriche sindacalizzate) è stato vinto con quasi tre quarti di sì.

Il vento nel mondo sta cambiando per i sindacati. O almeno per chi sa ancora fare il mestiere del sindacalista, non certo per chi cerca posti nei consigli di amministrazione, cerca la benevolenza del governo in carica o sfrutta chi si iscrive per vendere polizze e servizi finanziari di scarso successo.

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36 Commenti - Scrivi un commento

  1. “Oggi è una giornata importante, potenzialmente decisiva, per la qualità della democrazia economica in Italia. Le forze politiche che hanno presentato alla Camera progetti di legge sulla partecipazione hanno infatti deciso di ritirare i propri testi adottando come testo base la proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl.

    Voglio dire grazie a tutti i firmatari delle Pdl di iniziativa partitica, ai Presidenti Walter Rizzetto e Marco Osnato, ai componenti delle Commissioni che hanno condiviso questa impostazione, ai capigruppo di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati per l’atto di grande responsabilità e sensibilità sociale, che valorizza un metodo concertativo e pone condizioni ideali per una rapida approvazione del provvedimento nei due rami del Parlamento.

    L’auspicio a questo punto è che già nei prossimi giorni si determini la convergenza politica più ampia verso un disegno di legge pienamente bipartisan: andiamo avanti insieme e uniamo il Paese su una legge di civiltà che promuova, attraverso la contrattazione collettiva, il diritto dei lavoratori a star dentro alle decisioni e agli utili delle imprese per salari più alti, più qualità e stabilità del lavoro, maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, aziende più produttive, buona flessibilità organizzativa, investimenti e occupazione ben radicati sui nostri territori”.

    Luigi Sbarra

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      1. Oggi è un giorno importante: è la giornata della liberazione dal nazifascismo. Una giornata storica un grido di libertà.
        Un grido che tutti noi della Femca vorremmo fare festeggiandolo con un altra giornata memorabile, quella in cui ci libereremo finalmente da rizzuto e dalla sciura Nora, che ormai hanno posto sotto dittatura una categoria importante come lo era la Femca prima dell’oblio rappresentato dal loro mandato…

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      2. Questa domanda denota il vostro totale populismo sindacale nello stile della peggiore Cgil. Finalmente il Parlamento discute una proposta pienamente cislina. Andatevi a leggere gli scritti dei padri fondatori della Cisl sul tema e le centinaia di accordi sindacali che le categorie stanno facendo sulla partecipazione. Altrimenti datevi all’ippica o aprite una bocciofila, è meglio

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        1. I padri fondatori della Cisl non hanno mai presentato alcuna proposta di legge sulla partecipazione neanche quando sedevano in parlamento. Mentre ne hanno presentate sull’efficacia del contratto collettico, sui limiti del contratto a termine, sul divieto di interposizione ed altre ancora. Ed hanno ragionato nei primi anni ’60 sulla possibilità di introdurre un salario minimo legale, secondo un suggerimento che veniva dall’ufficio studi diretto da Mario Romani, ma non lo hanno mai fatto (senza però mai dire di essere contrari).
          Quanto alla posizione che tu definisci di “populismo sindacale”, abbiamo semplicemente citato il motivo per cui i sindacati tedeschi vogliono la codecisione ma non la partecipazione agli utili, perché altrimenti si dovrebbe partecipare anche alle perdite. Mentre il reddito mensile deve essere certo. Che poi è quello che fa anche il sindacato dell’auto in America.
          Poi se per te il Dgb e l’Uaw sono populisti allora ci va bene esserlo anche noi.

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          1. I premi per dipendenti legati agli utili aziendali esistono in Germania, Francia e in altri paesi europei. Anche nelle piccole aziende. E sono spesso detassati. Studiare di più cari professori

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            1. I premi detassati in Germaia non sono la “partecipazione agli utili”, così come non lo sono i premi di produttività in Italia. Quanto ai professori, qui non ne abbiamno neanche uno. Né di quelli volontari, né di quelli a gettone che cantano le lodi del segretario generale di turno.

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        2. Ma quale centinaia, semmai in poche realtà parastatali grazie ai rapporti tra il nostro rappresentante (si fa per dire) e alcuni ministri. Il resto sono solo chiacchiere da bar. Il vero problema è che la Cisl non fa più sindacato in azienda e vive di servizi per i pochi iscritti che rimangono. Ma non v’è ne siete ancora accorti che state portando la Cisl giù da un burrone?

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    1. Questa sarebbe la panacea di tutti i mali, o meglio, di tutti i problemi sindacali irrisolti? Auguri. A me pare non servirà proprio a niente, tuttalpiu potrà avvalorare il fatto che il sindacato non fa più il sindacato ma politica fine a se stessa e alla cassa di risonanza cui vorrebbero farci credere chissà quali benefici.
      Al di là dei proclami, se sei in grado di rispondere sul pezzo dovresti spiegarci almeno questi pochi quesiti:
      1) se i sindacati non riescono a rinnovare contratti nazionali non dico soddisfacenti ma almeno decorosi, come puoi pensare che la partecipazione nei CDA possa portare a questo? Le controparti sono sempre le stesse sia nel CDA che in sede contrattuale nazionale.
      2) Se le segreterie territoriali e le rsu a livello locale , eccetto alcuni casi relativi a grandi e prolifiche aziende , riescono a strappare contratti di secondo livello ai minimi termini e spesso nemmeno questi, come può riuscirci un membro a rappresentare nei CDA i lavoratori?
      3) la buona flessibilità organizzativa esiste anche adesso e viene applicata barbaramente dalle aziende grazie alle clausole contrattuali cui i segretari territoriali sottostanno perché firmate dai nazionali. Quindi di che parliamo?
      4) aziende più produttive grazie alla partecipazione? Mi puoi spiegare cosa cambia rispetto ad oggi visto che le aziende hanno come unico scopo, oltre agli utili, proprio questo? Pensi che già non lo facciano assieme agli attori sindacali?
      5) Secondo te le aziende rimpingueranno le tasche dei lavoratori di utili? Ma ci prendi per babbei? Pensi che i soci di riferimento saranno d’accordo? Il nostro futuro rappresentante nel CDA batterà i pugni sul tavolo?
      6) Le aziende diverse dalle spa che faranno? Con chi interloquiranno?
      7) ecc
      Al di là dei proclami roboanti sarebbe utile anche una sola risposta ai quesiti sopra evidenziati.

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    2. Eppure il cerino in mano della mancanza di una linea sindacale è rimasto alla Uil , che qui veniva decantata da molti.
      La Cisl ha puntato ( ha ragione o a torto poco importa ) sulla legge partecipazione del lavoratori a fare impresa .
      La Cgil si è smarcata tardi ( e per molti media e alcune forze politiche ) e pure male con i referendum ( quello sull’art 18 sa di vecchio lontano 10 miglia ) .
      Ma ha lasciato comunque da solo Bombardieri , a voi può non piacere ma Sbarra il suo l’ha fatto .
      C’è un pezzettino del mondo Cisl che batte i piedini perché il segretario generale sta portando la Cisl a destra, vista la partecipazione a 2 congressi e qualche convegno, ma son pochi , sopra i 70 e deboli di pensiero
      Non si ricordano infatti la partecipazione 2 mesi fa al congresso dei socialisti e democratici.
      Potrebbe andare dalla Schlein , ma sarebbe francamente troppo .
      La verità è che abbiamo ancora troppi dirigenti con la tessera del PD in tasca e poca memoria

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      1. Il gioco del cerino ve lo siete inventato voi, per potervi dire che l’avete vinto. E intanto, siccome non avete un’idea di politica sindacale, l’unica maniera di distinguervi dalla Cgil che si identifica con la sinistra è quella di sdraiarvi a destra. Usando la proposta di legge sulla partecipazione come letto nel quale giacere assieme al governo.
        Che sollievo non essere più dei vostri! Ma che nostalgia per una voce sindacale che si è spenta, lasciandoci senza rappresentanza!

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        1. È normale che chi non condivide una linea politica se ne vada , 1 10 , 100 .
          Normale e irrilevante , a meno che il saldo alla fine non sia negativo .
          Ma così non è.
          Quindi irrilevante, saluti

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          1. Scusa se ci intromettiamo nel dibattito fra di voi, ma secondo un articolo su Eco che abbiamo citato, gli iscritti ai sindacati sono un terzo di quelli dichiarati, secondo riscontri staistici rigorosi.
            Quindi il discorso sull’irrilevanza rischia di essere pericoloso…

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          2. Io sarò irrilevante, come dici, ma non è la cosa peggiore che mi potesse capitare. Sarebbe stato peggio essere diventato irrilevante pur di restare dentro a non contare un tubo, come è successo a tanti come te.
            Saluti a te e tutta la famiglia.

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          3. A me sembra che chi è rimasto dentro la cisl più che rilevante è rilevato, nei social negli interventi ai direttivi nella, nell’ apparire agli eventi magari solo per pochi minuti.

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      2. A me Bombardieri così da solo non mi sembra. Tra l’altro adesyche Cgil e Uil fanno le manifestazioni anche di Sabato per la cisl la vedo complicata uscire dall’angolo
        Ma Sbarra il primo maggio parla da segretario cisl o da candidato del cdx? Bah, oramai la cisl è una roba vergognosa

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    3. Questa bellissima ed entusiasmante dichiarazione di Sbarra è la prova lampante che tutte le iniziative prese da lui, insieme a tutto il quadro dirigente della Cisl negli ultimi 10 mesi, sono funzionali a sostenere i partiti di centro destra e il governo con lo scambio dell’appoggio della proposta di legge sulla partecipazione agli utili. Sarà cosa buona per i lavoratori ? Non si sa. Per i pensionati attuali serve a nulla. Sarà utile alle sue ambizioni politiche, messe per il momento da parte in attesa di collegi sicuri ( non disponibili alle Europee ) ? forse anche se i partiti spesso tradiscono chi li aiuta gratis. Quel che è certa è la perdita di autonomia del sindacato nato proprio per rivendicare questo valore e che l’unità sindacale valore storico del sindacato per ottenere conquiste reali per lavoratori e pensionati, langue. I poveri e i deboli poco otterranno dall’approvazione di una legge del genere, come poco otterranno dai referendum abrogativi sul job acts promossi dalla CGIL. Vedremo

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  2. lo stradino voltagabbana si sta preparando per candidarsi,speriamo lo faccia cosi anche lui si accorgerà che come altri non sposterà la cisl a destra…siamo sempre stati in cisl perche nessuno ci ha chiesto per chi votiamo ma per le cose che riusciamo a fare come sindacalisti.

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  3. Quindi quello che dovremmo seguire è il modello del sindacato americano. Quello dei dirigenti sotto processo per corruzione? Quello dei fondi pensione e fondi sanitari gestiti direttamente dal sindacato che permettono auto di lusso e stipendi da nababbi ai sindacalisti? Quello dove il sindacato paga le campagne elettorali presidenziali come una lobby? Quello delle tante Aletheia?

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    1. Premesso che i sindacati stranieri non sono “modelli” (quella dei modelli è una fissazione patologica dei sociologi di cui si può fare a meno) l’esempio che si può prendere dai sindacati americani è che i dirigenti corrotti vengono denunciati, mentre quelli che che non rispettano le indicazioni del regolamento sugli stipendi si devono dimettere (e chi lo rivela non viene espulso come successo a Fausto Scandola), e chi gestisce i fondi sanitari pubblica i bilanci e ne risponde. E dove le auto di lusso di pochi costano molto meno dei benefit di migliaia e migliaia di stipendiati non sempre produttivi. Quanto agli “stipendi da nababbi dei sindacalisti”, può darsi che gli iscritti alla Uaw che hanno avuto aumenti superiori al 20% si sentano meno defraudati dei lavoratori italiani che perdono potere d’acquisto in termini reali da trent’anni e poi vedono che i dirigenti sindacali i loro stipendi (non da nababbi e non da poveracci) se li aumentano con buona regolarità.
      Poi, per carità, nessuno è perfetto e l’America ha i suoi problemi. Ma basta prendere a esempio (e non “modello”) le cose buone invece di quelle sbagliate. Mentre non ci risulta che siano molti in Italia a prendere a modello i sindacati italiani che hanno appena fatto una figura di cacca mondiale con il caso Visentini.

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  4. Leggo su questo sito un post di Luigi Sbarra. Quindi vuol dire che il sito è sdoganato. Se ci scrive il massimo rappresentante della CISL, potrebbero scrivere tutti con nome e cognome senza temere contravvenzioni.

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    1. C’è un evidente equivoco, personale e politico. Noi non dobbiamo essere sdoganati da nessuno. Qualcuno ha postato anonimamente un commento riportando parole di Sbarra e noi lo abbiamo commentato. Ma se avesse scritto lui, non lo avremmo pubblicato. Perché semmai siamo noi a non sdoganare, in questo spazio libero, quel licenziatore di padri di famiglia, quello che fa un uso cialtronesco delle agibilità sindacali, quello che chiede in giudizio risarcimenti stratosferici per tentare di intimidirci. Solo per dirne qualcuna.
      il9marzo.it

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      1. Ovviamente la mia era una battuta scherzosa su Sbarra che sicuramente fa leggere il sito da qualcuno dei suoi adepti e fa mettere dei commenti. Buon segno, significa che il sito è efficace e incide. L’enfasi che lui ( o il suo incaricato ) pone sulla proposta di legge favorita dal centro destra è la prova del nove che la Cisl è prona al Governo e che solo la struttura piramidale creata, impedisce a qualcuno dei dirigenti di protestare o per lo meno di proporre correzioni alla linea subalterna al Governo e perfino alla Lega della CISL di Sbarra. Il sindacato dell’autonomia trasformato in qualcosa di diverso. Povero Carniti che si rivolta nella tomba.

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  5. dall epoca Bonanni per il comizio a nazionale del 1 maggio tutti i regionali e territoriali Cisl vanno dove il leader farà il comizio. Anche per fare il ponte. E’ il segno che non hanno alcuna manifestazione in categoria o in regione. Sembra il gruppo vacanze piemonte. Graziani, Fumarola, Rota non ne perdevano una di trasferta…

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  6. Tanto non pagano loro la trasferta. Poi c’è chi va a Monfalcone e c’è chi va dal Papa ( ma sembra ci fosse anche la CGIL) accompagnato da moglie e figli.

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  7. È triste e scoraggiante vedere e ascoltare il condottiero di un esercito in rotta urlare con viso ingrugnito dal palco del primo maggio mentre accoliti e vergini estasiati battono le mani e postano sui social penosi peana verso il donchisciotte venuto dalle strade cantonali del sud.
    La sua dottrina, imparata su libri simpatici, insegna ai suoi che “bella è la lotta in ritirata” e che “il ‘900 sindacale è tramontato” perché il futuro non può che essere il servo encomio verso i giganti nani che dicono ciò che non pensano e pensano ciò che non dicono.

    ANONIMO

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    1. C’è stato un momento in cui eravamo in rotta davvero , qualcuno si era invaghito di un modello con le federazioni accorpate e quindi con una confederazione troppo debole.
      Quello che è successo in fai filca insegna, ma ancor di più fim femca …immagina di mettere in mano la più forte e visibile categoria dell’industria a qualcuno che non ha il senso del ridicolo

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      1. Ci permettiamo di ricordare a tutti cosa è successo esattamente con la Fai filca: il congresso della Fai ha respinto democraticamente l’accorpamento e la federazione è stata commissariata per ritorsione, con Sbarra che ha usato la Fai per poter rientrare in segreteria confederale con mandati azzerati e poter arrivare così a fare il segretario generale.

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        1. Augusto Cianfoni · Edit

          Ancora sul progetto FAIFILCA

          Quel che accadde riguardo al progetto di unificazione della Fai con la Filca, dopo quasi dieci anni, è ancora oggetto di pareri contrastanti. Certo, il Congresso del 28 ottobre 2014 respinse col voto segreto lo scioglimento della Fai e quindi la unificazione con la Filca. Le mie dimissioni immediate furono un atto dovuto per serietà, atteso che, dopo tre anni di votazioni favorevoli, tutte alla unanimità, approfittando del voto segreto imposto dal nostro Statuto, avvenne il gran rifiuto. Intorno a quel voto agirono diversi interessi e ipocrisie. Fu in pratica la rivolta dei numeri due: di coloro che nel quadro organizzativo concordato con Domenico Pesenti sarebbero diventati aggiunti nella nuova Federazione e non poterono sopportare di scendere dal
          piedistallo di generali (!).
          Ma fu anche la congiura di coloro che preferirono agire nell’ombra non contro il tiranno, ma a difesa della propria tranquillità, talvolta immeritata e sterile.
          Ciò che molti non capirono fu che quella unificazione, in una Cisl appesantita dalla straripante FNP, era temuta da molte segreterie delle UST e delle USR perché una Federazione di 530 mila associati metteva in discussione molti loro precari equilibri.
          Ero e sono tuttora certo che nei territori la FaiFilca sarebbe potuta diventare molto competitiva nei confronti della Flai Cgil
          e della Uila Uil. Quest’ultima invece negli ultimi dieci anni,
          mi dicono, sia diventata il primo sindacato e non certo per meriti propri e con metodi a volte dubbi.
          Riguardo poi al Commissariamento della Fai, io fui convinto che esso non fosse né opportuno né legittimo: non riuscii a convincere la signora Furlan
          a desistere ma ella, sostenuta da tutto l’Esecutivo confederale, procedette con la sola mia astensione (che non avrebbe cambiato nulla pur se avessi votato contro).
          Oggi, dopo tanti anni, vale ancora tornare su quegli argomenti ? La storia è andata avanti, ma almeno tante animosità si sono venute acquietando. Nel tempo, di tanto in tanto, ho sentito alcuni che mi son venuti a dire “…se avessimo saputo ciò che sarebbe accaduto…”. Ma con i se non si fa il sovescio della storia. A me rimangono molti rammarichi e non poche nostalgie verso tante persone (soprattutto Delegati e alcuni Dirigenti) che ebbi l’onore di conoscere e alcuni di aiutare pur vedendo che la riconoscenza è sempre il sentimento del giorno prima. Oggi peraltro osservo che il tentativo di alcuni di cementare il mio nome e la mia avventura nella Fisba e nella Fai sotto la esecrazione di una damnatio memoriae non è riuscita. Di ciò ringrazio tutte le persone che non hanno mai rinnegato la stima verso di me.
          Sarei tentato di ringraziare anche il Signore, ma LUI ha ben altre cose a cui pensare…
          Ps : poiché molti si convinsero che fosse stato Bonanni a impormi la unificazione, ribadisco che fui io solo a pensarla. Lui certo la approvò perché ne era convinto e l’avrebbe sostenuta se ne avesse avuto il tempo.
          Ma la responsabilità fu mia e di quella mia segreteria nella quale si annidarono i complici silenzi di Bruto, Cassio e Casca il cui trionfo fu effimero ma salvarono la pelle dopo aver contribuito a redigere quella lettera anonima che arrivò la stessa mattina del Congresso attraverso il Mercurio degli dei che forse aveva con essi contribuito a organizzare se non i vili contenuti, almeno la tempistica.

          Cordialmente

          Augusto Cianfoni

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          1. Caro Augusto, grazie dei tuoi ricordi che in parte coincidono con i nostri (e in parte meno). Ad ogni modo secondo noi, a distanza di tempo e dato che per noi il discorso non è chiuso (altrimenti chiuderemmo questo blog), sono tre le cose da tenere ferme.
            In primo luogo, quando si vota si vota. E il congresso, l’unica istanza chiamata a decidere definitivamente, non ha approvato lo scioglimento della federazione (perché questo era in votazione, non la semplice proposta dell’unificazione). Certo, è possibile che nel segreto dell’urna le motivazioni di questo o quello siano state poco nobili (ma se così è, dovrebbero esserlo state anche nei voti precedenti, quelli favorevoli all’unanimità che evochi, perché non crediamo che i gentiluomini siano diventati farabutti alla vigilia dei giorni dell’Ergife); questo però attiene alla dignità di ciascuno ed è irrilevante ai fini della validità della deliberazione e, quindi, dell’illegittimità assoluta, formale e sostanziale, del successivo commissariamento.
            In secondo luogo, l’utilizzatore finale di quell’illegittimo commissariamento è stato Sbarra. Che se non fosse transitato da Via Tevere non avrebbe potuto raggiungere la poltrona massima di Via Po. A quel punto la fusione non si è fatta più perché a lui non serviva.
            In terzo luogo, la lettera anonima contro di te che arrivò il giorno dell’apertura di quel congresso non partiva dall’interno della federazione. Ce lo fa pensare il fatto che di lettere anonime scritte nello stesso stile, in quei giorni, ne arrivavano parecchie altre e riguardavano Via Po. Quindi era quello l’indirizzo del mittente, non Via Tevere.

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            1. Augusto Cianfoni · Edit

              Cari amici de Il9marzo,
              non voglio disturbarvi coi miei ricordi né infastidire i lettori,
              ma torno a confermare che sul progetto FaiFilca la fronda nacque proprio nei diversi piani di via Tevere 20. Ci furono nei mesi precedenti il congresso dell’Ergife diverse iniziative e alcuni emissari che girarono alcuni Territori a fare proselitismo per la stessa fronda. Il mio torto fu di non credere che si sarebbe arrivati alla fucilazione perché, pur stanti pareri e sensibilità diverse, pensai che non si sarebbe arrivati alle estreme conseguenze a congresso aperto davanti a tutte le delegazioni presenti : comunque la si pensi, una vergogna mai vista.
              E specificamente riguardo alla lettera anonima giunta il 28 ottobre resto convinto, per molte circostanze che qui sarebbe stucchevole ricordare, che gli ideatori e gli amanuensi bivaccavano in quelle stanze dove la ribellione andava maturando, animata da teorie nobilissime ma infarcite di non sanissima psicosi.
              Che poi su quella fronda ci abbiano messo il cappello personaggi di altri palazzi e di ben altri interessi fu provato dai fatti che accaddero nei giorni seguenti. Ora, a distanza di dieci anni, restano i reduci: quelli del sedicente CLN, eroi senza macchia e senza paura e quelli che, sconfitti come me ed altri, furono esecrati come traditori
              della “grande tradizione di libertà” della Cisl i quali, secondo i primi, fu giusto esiliare mediante l’antico metodo dell’ostracismo ateniese. Su di me resta, secondo alcuni amici restati tali, la culpa in eligendo e la culpa in vigilando.
              Come dar loro torto?

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              1. Caro Augusto, perché hai paura di disturbare con i tuoi ricordi? Questo blog è nato proprio per parlare di queste cose. E poter parlare liberamente. Forse l’unico problema in tutta questa storia è proprio che si è parlato liberamente troppo tardi.
                Prendiamo comunque atto che i tuoi ricordi e le tue valutazioni continuano a non coincidere in più punti con quello che ci sembra di ricordare.
                Per noi, al netto di qualunque retroscena, resta fermo che il voto che respinse lo scioglimento della federazione (perché questo era in votazione, non la semplice fusione con la Filca) era valido e vincolante, e che chi non ha difeso quel voto non ha difeso la federazione e la sua storia.
                Quanto al fatto che tu sei stato trattato male, permettici di ricordarti che non sei stato l’unico. E forse neppure quello che ha pagato il prezzo più alto. Perché c’è chi è stato espulso e chi ha perso il sostentamento per la famiglia.

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