Non avevamo dato grosso peso all’iniziativa della Cisl per una proposta di legge di iniziativa popolare sul tema (che Gino Giugni giudicava avvolto da “non lievi ambiguità”) della partecipazione, perché ci sembrava un film già visto, una replica della sceneggiata di cui fu protagonista la signora Anna Maria che con la carriola portava a Montecitorio le firme per la proposta di legge sul fisco. Firme che, forse con la stessa carriola, sono state poi buttate al macero, con spreco di tempo e di carta. Mentre la stessa Cisl non si ricorda neanche che c’era scritto.
E invece ci eravamo sbagliati, perché il dottor Sbarra dell’Anas questa volta è riuscito a farsi ascoltare. E non solo dai suoi amici di destra, quelli molto di destra, che il tema dell’articolo 46 della Costituzione lo sollevano con insistenza da quando non erano ancora antifascisti, ma anche da un giornalista autorevole come Dario Di Vico che, sul Foglio di oggi, invita a “prendere sul serio” l’iniziativa.
“Quale migliore occasione – è la domanda retorica di De Vico – per discutere di partecipazione e produttività che la proposta Cisl?“. Sembra quasi che, secondo De Vico, se i sindacati invece di chiedere aumenti salariali per recuperare l’inflazione (e non solo quella importata, ma tutta quella che pesa sui bilanci delle famiglie che vivono su stipendi e pensioni), chiedono tanta partecipazione, si risolvono tutti i problemi con una sola mossa.
Noi non la pensiamo così. Secondo noi il tema è un salario minimo alla tedesca. Perché finché il lavoro non costa, la produttività è una trappola. Se invece il lavoro torna a costare in maniera sostenibile, ma non irrilevante, per le aziende allora si stimola il miglioramento della produttività.
La partecipazione, invece, può essere solo una maniera per cambiare discorso. E così ci sembra che sia in questo caso. Parole per riempire altre carriole con carta da destinare o al macero, oppure a far perdere tempo il parlamento in discussioni che non aumenteranno di un centesimo il potere d’acquisto delle famiglie.
Intanto Sbarra va da Mattarella , la Cisl è di nuovo al centro dell’azione politica e sindacale del paese , con buona pace di quelli che tra un post su Don Milani e una stretta di mano a Calenda , volevano consegnare la confederazione a Confindustria
La Cisl al centro dell’azione politica è una narrazione un po’ troppo autocelebrativa. Un po’ come se la Cgil dicesse di essere al centro della vita ecclesiastica solo per essere stata ricevuta dal Papa.
Ci hanno tagliato le pensioni, la sanità e le liste di attesa sono scandalose, i contratti a termine vengono allargati, i salari sempre più bassi, il lavoro nero e l’evasione sempre maggiori ecc.
Ma la cisl c’è è presente dice qualche anonimo.
Sarà un segretario che si aggiorna ogni anno lo stpendio all’intera inflazione, ha il cellulare gratis, il suv,
Pranzi cene e viaggi pagati e quindi lui sta benissimo e si gode a danno di chi gli paga la tessera?
Senza parole.
in fabbrica mandano un video di un segretario fim che dice che “i nostri migliori alleati sono gli imprenditori”. Forse è ancora in carica
ha vinto la linea di darla
ai privati anche fuori da confindustria:
https://www.ilfoglio.it/economia/2023/04/21/news/per-aumentare-gli-stipendi-occorre-dare-piu-liberta-ai-privati-ci-dice-la-cisl-5190430/
Il Papa e Mattarella sono due nobili figure sicuramente faro ed esempio per tutti. Mi pare però che le loro udienze si stiano moltiplicando e sono ben poche le associazioni o le organizzazioni politiche e sociali o addirittura i dipendenti di enti pubblici che non siano stati ricevuti. Il che significa che essere ricevuti non è poi così difficile o che sia prova di chissà quali qualità dei segretari bensì dei 4 milioni di iscritti. D’altronde quando la Cisl fu ricevuta dal Papa Francesco si beccò una reprimenda dal pontefice sulla questione “pensioni d’oro”. E più lui rimproverava, più i presenti applaudivano, salvo poi non redimersi.
Questa della “partecipazione” dei lavoratori alla gestione delle aziende, mi sembra una proposta ricorrente ma sempre insoluta. Ricordo che, certo senza arrivare ad una raccolta firme per una proposta di legge, anche Bonanni nel 2009 ne aveva parlato al congresso in cui era presente la Marcegaglia, allora a capo della Confindustria, la quale dal palco aveva condiviso la proposta di far partecipare lavoratori e sindacati ai consigli di sorveglianza. In teoria, perché la Marcegaglia era proprietaria di grandi alberghi in Sardegna nei quali non solo i lavoratori non partecipavano ma dove il sindacato non esisteva ( forse non esiste neanche oggi) e dove i lavoratori erano ( sono ?) pagati poco. Non se n’è fatto niente. Anche la detassazione dei premi di risultato in sé non negativa, rischia di andare a vantaggio di pochi, mentre la massa dei lavoratori ha stipendi molto bassi che andrebbero invece aumentati. Insomma l’esigenza più urgente sarebbe quella di portare a decenza alcune retribuzioni. L’obiettivo di ridurre la tassazione sui premi è senz’altro secondario e comunque va a vantaggio dei dipendenti delle aziende più ricche non sempre per la loro produttività ma a volte per rendite di posizione.
Mobilitare le forze su questo obiettivo, pure da soli, vuol dire disperderle con il rischio di ottenere niente o solo poco per qualcuno.
era facile profetizzare il patetico ritardo della cisl (anche degli altri per la verita)con cui si chiedeva al governo con tanto di piattaforma la riforma del fisco delle pensioni,la firma dei contratti scaduti da anni interventi veri sulla sanita.Oggi pur non ufficialmente abbiamo gia le risposte del governo…niet su tutta la linea salvo la propaganda del cuneo fiscale (forse forse una decina di euro al mese per i salari bassi).Una risibile convocazione al governo per domenica sera,dove appunto diranno no ufficialmente….A tempo scaduto le ridicole assemblee sui luoghi di lavoro dove si continua a dire le nostre richieste e si pompa in maniera roboante la (le) manifestazioni dei tre sabati di maggio….francamente da semplice iscritto e volendo bene alla mia organizzazione mi domando dove andiamo a sbattere e questi sindacalisti che sembrano vivere in un mondo parallelo cosa e come sperano di ritrovare fiducia e appartenenza.Ultima cosa per restare in tema dopo un pensiero sull’attualità….la raccolta di firme per la partecipazione,un’altra arma di distrazione di massa,ma siamo sicuri che non si ritorca contro tutti sappiamo almeno nelle categorie dell’industria che fine hanno fatto i vari proclami sulla partecipazione,la professionalita etc etc…il risultato,be….non so gli altri,nella mia azienda siamo terzi….forse colpa dei delegati aziendali ????si certamente si,sembra la soluzione piu comoda e meno invasiva per questi esseri viventi fuori dalla realta dei comuni mortali,saluti buoni a tutti comunque
Eh già, i famosi 100 euro netti (che erano serviti alla propaganda di una parte politica, ma erano veri) non ci sono più, rimangono i 20 euro lordi di Letta e forse altri 20 della Meloni. Noi lavoratori ci guadagniamo sempre… Intanto tra addizionali regionali, comunali, costi energetici, inflazione, mutui, affitti, ecc. ecc, c’è da augurare un buon primo Maggio alla triade dell’incompetenza
Il vero problema per i lavoratori è che i nostri non avendo uno straccio di idea e di midollo, dicono si a tutto e a tutti. Pensano così nascondendosi dietro a un dito di non sbagliare mai. Siamo in buone mani!
“La premier punta sul dl lavoro per riavvicinare la Cisl e rompere l’unità a sinistra” (da Repubblica).
E mica c’è questo bisogno, la Cisl è già così posizionata da tempo.
Vuol essere parte di un sistema per sopravvivere politicamente e ben sapendo che l’attuazione dell’art. 46 Cost. è solo fumo negli occhi e non una difesa dei salari.
Primo maggio e persino Camusso sui giornali. La nonna solo sulla stampa locale di Genova con un’intervista che rassicura il rapporto tra cattolici e schlein. Ora è diventata “credente”.