Martedì 6 dicembre, nell’auditorium dell’Antonianum in viale Manzoni a Roma, la Cisl presenterà un libro su Pierre Carniti. E ci sarà anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Non solo. Ci sarà Romano Prodi, già presidente della commissione Ue e due volte presidente del consiglio. Ci sarà Raffaele Morese, curatore del libro. E’ annunciata la partecipazione dello stesso Carniti e altri ancora. E fin qui, tutto bene.
Ma ci sarà anche l’attuale segretario della Cisl, signora Anna Maria. Per la quale il momento sarà delicato perché sarà inevitabile per lei essere messa a confronto con un importante predecessore. E non col suo predecessore immediato, quella che l’ha indicata per l’incarico ma ora lei fa finta di non averlo conosciuto dicendo che così fa pulizia dopo aver condiviso aumenti di stipendio con lui dal 3 maggio 2006 (data della prima riunione di segreteria dell’era Bonanni, dove fu dato il via agli aumenti dopo la fine della quaresima pezzottiana). Fin qui valeva la regola “Ti piace vincere facile!” magari mescolando le carte e nascondendo nell’armadio qualche cadavere.
Ma il 6 dicembre il paragone sarà con una figura del passato di riconosciuta autorevolezza. E la differenza sarà ben visibile.
Per carità, il passato sembra sempre un po’ più bello di quel che è stato, e magari fra trent’anni ci sarà qualcuno che rimpiangerà gli anni della Furlan o di Bonanni alla testa della Cisl (qualcuno che avrà i suoi motivi per pensare che questi sono bei tempi …). E poi quanti di noi vengono dalla Fai attraverso la Fisba non è che si possono iscrivere proprio ora al “partito carnitiano” dopo che la nostra federazione era stata il nucleo dell’opposizione, i cosiddetti “sangiuseppini” (nati, per la precisione, ancor prima della segreteria Carniti, in opposizione alla maggioranza Storti-Fim; la Fat, invece, era carnitiana).
Il fatto è che all’epoca nella Cisl c’erano dissensi, c’era il dibattito politico, c’erano congressi dove si votava e le tue posizioni che oggi erano minoranza domani potevano diventare maggioranza, come accaduto anche a Carniti stesso. E ci potevano essere le contestazioni anche al segretario generale. Cose che non venivano inibite a suon di commissariamenti, licenziamenti ed espulsioni. Eppure ci sono stati scontri fortissimi.
Ma lasciamo perdere il passato, e ragioniamo sul presente. Nel quale il men che si possa dire è che Carniti non è vicinissimo alle posizioni della Cisl di oggi, e lo dimostrano le sue prese di posizione. L’ultima delle quali è un documento, pubblicato sul sito www.sindacalmente.org, col quale si è schierato per il No al referendum, mentre la signora Anna Maria si muove per il Sì (con i risultati che vedremo domenica prossima nelle urne).
Ma soprattutto, ricordiamo che l’anno scorso, Carniti scrisse che era assurdo espellere Fausto Scandola, perché ad essere espulso doveva essere semmai chi non aveva rispettato i limiti del regolamento. E quell’espulsione, ricordiamolo, fu decisa dalla Cisl-probiviri in ossequio all’ordine firmato proprio da Biancaneve oltre che da tutti e sette i nani.
Fosse anche solo per aver detto questo, è giusto che Carniti venga celebrato e applaudito anche dagli eredi dei “sangiuseppini” in occasione della cerimonia del 6 dicembre. Applausi che suoneranno anche come un giudizio implicito rispetto a chi occupa attualmente la poltrona in Via Po 21 e che non merita applausi né celebrazioni per le cose che ha fatto. Come commissariare la Fai per ritorsione contro il libero voto del congresso. E, più di tutto, per aver fatto espellere Fausto Scandola colpevole di aver rivelato la verità che lei continua a cercare di tenere sepolta.
Vedrete che la Furlan, con la sua solita faccia di bronzo (il termine esatto sarebbe un altro ma per rispetto di chi legge mi astengo dal pronunciarlo); vedrete dicevo che jncasserà tutti i passaggi/botte che le verranno indirizzate ma non per astuzia andreottiana ma per invidia marininiana che è il peggiore veleno che l’uomo abbia mai conosciuto. Il lupo marsicano dal pelo più che spellacchiato tutto poteva aspettarsi meno che Prodi sopravvivesse ai suoi micidiali siluri a confronto dei quali Giuda era un signore. Ma è risaputo che alcune virtù umane durano e pagono solo se congenite come per Prodi, Andreatta, Moro, Andreotti, Pastore, , Storti, Macario, Carniti, Pezzotta gli altri sono la peggiore specie di parassitismo che si conosca perchè succhiano il sangue ai propri simili facendogli credere che fanno i loro interessi CHE SHIFO MI FANNO. Ripensando al libro di Rizzo ultimamente pubblicato dove sostiene che oggi non esiste più la vergogna ecco questo è stato il rubicone della politica e del sindacato. Fino ad un certo punto anche chi rubava senza volere addurre nessuna giustificazione però bisogna riconoscere che lo faceva essenzialmente per l’associazione a cui apparteneva chi non ricorda l’imbarazzo ma più esattamente la vergogna di Citaristi, Forlani e i tanti che si suicidarono ai tempi di mani pulite. Marini e i suoi omologhi di altri partiti che dovevano rappresentare il nuovo non fecero pulizia come ci si aspettava ma depenalizzarono il reato della vergogna trasformandola in virtù. Non a caso per quanti anni questi tristi personaggi venivano invidiati e prei a modello come i bulli di una classe di scuola ma alla fine come sempre la storia presenta il conto e per questo ci vuole ben altro che la faccia della Furlan e di Mattarella invitato per sbarrare la strada proprio all’altro democristiano (non gradito) Marini.
IL VISIONARIO