La dieta dei lavoratori (se 16 lordi vi sembran troppi…)

Enrico Marro racconta sul Corriere della Sera di lunedì scorso la vicenda che ha portato a congelare l’aumento per i lavoratori del commercio che sarebbe dovuta scattare a novembre. Potete leggere l’articolo a questo link.

Per il giornalista, il caso del commercio spinge per una riforma del modello contrattuale. Ma forse mettere il problema nelle mani delle confederazioni non è la soluzione; semmai è il problema. Perché è la storia che deve esistere un modello unico per tutta la contrattazione, un sistema governato dal centro in maniera uniforme, è sempre meno credibile. E la grande trattativa di vertice serve più a dare una qualche ragione d’essere alle confederazioni, a cominciare proprio dalla Confindustria, che non a dare risposte ai lavoratori.

Noi lo sappiamo dal 1995, quando la riforma di cui il commercio ha bisogno per dare a tutti il secondo livello di contrattazione l’abbiamo fatta con il contratto degli operai agricoli. Andando contro i desideri di Via Po 21, e non aspettando le loro mediazioni ed i loro equilibrismi.

Infatti, ora che la Fai è governata da un mandatario di Via Po 21, quella riforma rischia di non funzionare più.

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Un problemino da terza elementare: se i poveri lavoratori del commercio si sono visti toglere quel misero e tanto agognato aumento dopo averlo visto passare come una meteora a quanto dovrebbe ammontare la decurtazione dei mega stipendi dei dirigenti Cisl che guarda caso sono cresciuti in modo inversamente proporzionale al lavoro ridottosi di milioni di posti e centinaia di migliaia di aziende ?

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  2. Un altro problemino da quarta elementare se i poveri dirigenti non fanno una cicca dalla mattina alla sera come fanno ad avere stipendi cosi’ alti? Gli stipendi sono cresciuti in modo inversamente proporzionale al loro impegno e competenza.

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