Lo scambio

“In una università del Sud è stato istituzionalizzato uno ‘scambio’: in una facoltà giuridica è stata istituita una cattedra di storia greca e in una facoltà letteraria una cattedra di istituzioni di diritto pubblico. Entrambi i titolari erano i figli di due professori delle altre università”.

Lo ha raccontato il presidente dell’autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, che spiega con questo esempio come viene aggirata la norma della riforma Gelmini per cui nello stesso dipartimento universitario non ci possono essere parenti.

Il codice etico della Cisl è un po’ come la riforma Gelmini: infatti prevede che

15. il/la dirigente CISL non può accettare privilegi, favori o incarichi che possano condizionare la sua autonomia e credibilità tra gli/le iscritti/e e i/le lavoratori/trici, né può sfruttare la sua posizione per ottenere vantaggi personali o per i suoi parenti ed affini entro il terzo grado.

Ma secondo voi, il trucco dello scambio che viene fatto nell’università non lo ha fatto nessuno nella Cisl?

Tipo, io assumo nei fondi sanitari tuo figlio e tu assumi mia figlia nel tuo ente bilaterale, e così abbiamo pure il bollino di qualità per il rispetto del codice etico?

 

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4 Commenti - Scrivi un commento

  1. Sì è fatto, si è fatto! Oh se si è fatto! Bella domanda retorica.
    Il problema della Cisl, purtroppo, non è neppure più la non corrispondenza tra dire e fare: sempre più spesso i capoccia nazionali dicono cose che alla base provoca orripilazione! Il nostro livello si è abbassato, per me non v’è dubbio; la Furlan, per quanto abbia studiato e si sia impegnata, non è stata mai autorevole, e dopo la vicenda Scandola (sempre onore a quest’uomo) è impresentabile!

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  2. L’impresentabilità della Furlan ed i suoi compari e comparielli non ha bisogno di ulteriori prove e commenti anzi fa persin pena vederli arrabattarsi in ruoli a dir poco impropri ed inadeguati per le loro limitate capacità. Il guaio è purtroppo serio per la Cisl che, grazie a loro é riuscita a battere la uil nel poco invidiabile primato di sindacato: più venduto, corrotto, poco professionale e democratico.

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  3. A questo punto ci vorrebbe un sussulto da parte di coloro che, essendo ancora attivamente dentro l’organizzazione (non stupitevi se molti hanno dovuto/voluto lasciare una carriera sindacale dove si avanzava anche senza particolari doti d’intelletto ma solo dimostrando fedeltà: essendo yesman/yeswoman) avessero il coraggio di prendere in mano il loro destino presentandosi con mozioni alternative ai prossimi congressi. Sto sognando? Utopia? Effettivamente tipi del genere in giro non se ne vedono.
    Mi spiacerebbe però dover vedere demolito il sindacalismo “anomalo” di stampo Cisl e aspettare anni che rinasca: le motivazioni della sua esistenza e necessità ci sono tutte, ahinoi!

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  4. In particolare, per Emilio:
    quando ci si è provato a candidarsi per ruoli istituzionali – parlo per esperienza personale – non ti votano, magari anche perchè sei donna e ti ritrovi contro un uomo ben appoggiato. Certo, avevo solo un sostegno ridicolmente formale e limitato quasi del tutto a parte della componente femminile.
    Io, la yes lady non voglio farla. Così ho lasciato perdere, a meno che non vengano strisciando in ginocchio con un fascio di rose e tulipani a chiedermi di mettermi a servizio di un progetto, e con un minimo di struttura e di seguito dietro. Non accadrà.
    Per adesso mi limito a far la parte del Grillo Parlante ai direttivi, quantomeno la piccola soddisfazione di restare autentica nei miei interventi, me la tolgo.
    Quanto all’organizzazione, il mondo sta cambiando a una tale velocità, lavorativamente parlando, che forse presto non ci sarà più bisogno di un sindacato. Almeno come è stato inteso finora. La consolazione, l’unica, è che così finiranno per sparire i loschi figuri/e che hanno rovinato immagine e sostanza ideale della Cisl.
    Reyah

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