Da Perugia all’Ergife (e oltre)

“La nuova federazione con la Filca la vogliamo, siamo d’accordo? E allora, se siete d’accordo fate un bell’applauso!”.

Non c’era il voto segreto quel 30 maggio 2013 al congresso della Fai a Perugia quando Raffaele Bonanni si rivolse così alla platea; ma il risultato fu, per certi versi, ancor più clamoroso di quello (171 a 91) che, un anno e mezzo dopo, bloccherà lo scioglimento della Federazione.

Perché quando il segretario generale della Cisl, arrivato per metter fretta e chiudere i discorsi sull’unificazione Fai-FIlca, chiama l’applauso e la risposta non arriva (i pochi che provarono ad obbedire fecero soltanto risaltare il clamoroso silenzio del 90 per cento abbondante della sala) la situazione che si crea è eloquente. Se in sala ci fosse stato qualche giornalista (ma ormai i congressi li seguono solo con i comunicati, quindi i giornali raccontano solo versioni ufficiali e zero notizie di quel che succede realmente) magari il giorno dopo si sarebbe parlato di un Bonanni che comincia a perdere il controllo della Cisl (e le dimissioni di lì a poco più di un anno sarebbero state meno inaspettate).

Bonanni non si perse d’animo. Da buon incassatore riprese il filo del discorso, tornò su concetti più generici senza negare nulla e senza tornare ad interrogare l’uditorio, che alla fine lo congedò con il consenso usuale e calorosi battimani. Perché il problema non era la persona di Bonanni, era lo sgradevole pressing che da Via Po 21 veniva fatto per affrettare un’unificazione fra due federazioni che, al netto di teoriche analogie, avevano ed hanno identità diverse ed erano e sono strutturate in maniera un po’ troppo diversa per potersi sciogliere ad nutum e rinascere come un’unica cosa il giorno seguente, come se niente fosse.

Il risultato del congresso di Perugia fu che il percorso dell’unificazione fu confermato, ma senza forzature e con una scadenza non immediata (cioè non prima di due anni, come dice il Documento finale che parla di “percorso biennale”). Di questo esito si fece paladino il segretario della Fai Augusto Cianfoni, che si trovava ad essere contemporaneamente il garante verso la Fai che il percorso non avrebbe subito forzature; e garante verso via Po 21 che il percorso sarebbe comunque arrivato a compimento nonostante le evidenti resistenze della Fai.

Ma, come si dice, passata la festa…

Una volta chiuso il congresso, Bonanni tornò ad essere Bonanni: riprese in mano il pallino del gioco, ed il risultato fu che la frenata di Perugia si trasformò in accelerazione. Fino ad andare fuori strada nella notte fra il 27 ed il 28 ottobre 2014 all’Ergife di Roma.

Nel frattempo però, i protagonisti erano un po’ cambiati.

Bonanni si era appena ritirato. Barando un po’ sulle date, aveva detto che tanto stava per uscire comunque e quindi tanto valeva lasciare subito ad Anna Maria Furlan. In realtà si era fatto appena approvare dal congresso del 2013 una proroga di due anni, fino al compimento dei 67 anni, quindi fino al 10 giugno 2016; scadenza che poi, avendo spostato la norma da statuto a regolamento, sarebbe stato possibile prorogare ulteriormente con un voto a maggioranza qualificata del consiglio generale magari per arrivare all’ormai prossimo congresso del 2017 (mai mettere limiti alla Provvidenza!).

Cianfoni sarebbe uscito di scena di lì a poco. Come Bonanni aveva usufruito della proroga stabilita dal congresso della Cisl per restare fino a 67 anni (si potrebbe parlare di una norma “ad personas”). Invece sarà sbalzato di sella dall’esito del voto segreto (sia Bonanni che Cianfoni sono usciti di scena inseguiti da lettere anonime sul loro operato; un altro parallelismo sul quale ora non c’è il tempo di approfondire).

Due congressi, uno implicitamente e palesemente, l’altro esplicitamente ed a voto segreto (171 a 91) hanno detto in modo chiaro che la Fai non accetta forzature (come quella di sciogliersi prima di fondersi, quasi che qualcuno dovesse far sparire qualche prova nella notte in cui la Cisl avrebbe avuto due federazioni in meno senza aver ancora visto nascere la nuova).

La conseguenza è stata l’arrivo di un commissario benigno a’ suoi ed a’ nemici crudo, che (salvo successo del nostro ricorso) ora dovrà convocare in autunno il terzo congresso nel giro di due anni e mezzo…

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