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Della visita della signora Anna Maria allo stabilimento Callipo accompagnata per la mano da sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas abbiamo già parlato nei giorni scorsi, prima che avesse luogo. Tanto sapevamo già come sarebbe andata, con lei che sorride e benedice, e lui che rilascia dichiarazioni estasiate: “una stella della Calabria e del Sud”, “un’azienda esemplare”, “una vocazione partecipativa che ha assicurato nel tempo elevati standard in termini di innovazione, qualità di processo e di prodotto”. Un autentico spot, con lui testimonial al posto di un George Clooney o un Antonio Banderas qualsiasi. Ci mancava solo che dicesse “mangiate tonno di un’altra marca e vi commissario e vi deferisco ai miei amici della Cisl-probiviri”.

Se ci torniamo sopra è perché ci ha colpito questa foto.

tonno

 

A suscitare qualche pensiero non sono tanto i personaggi, più o meno importanti, che si vedono quanto il logo della Fai-Cisl accanto al nome Callipo. Che è un brand commerciale, qualcosa che si vende, mentre il logo della Fai rappresenta un’associazione sindacale. E non si capisce più chi è che sponsorizza l’altro.

Ciò che si vende e ciò che non si vende erano cose diverse e da non mescolare, almeno fino a quando nel mondo non si è affermata la mentalità utra-liberista, quella per cui tutto è mercato: anche la politica, anche la religione, anche le relazioni affetive, anche le associazioni. E infatti gli analisti parlano di “mercato elettorale”, di “domanda e offerta” anche per le religioni o i rapporti di coppia. E infatti la Ventura Giovanna alla conferenza organizzativa di Riccione, invece che di sindacalizzazione, ha parlato di “azioni di marketing associativo” e di valorizzare il  “brand Cisl”.

Quindi, entro questa logica, anche la sponsorizzazione reciproca impresa-sindcato è un gioco “win-win”, come dicono gli studiosi, qualcosa che si giustifica per il solo fatto di essere conveniente per entrambi. Questioni di giustizia, di moralità, o anche solo di opportunità si devono piegare alla logica del vantaggio economico.

Per non parlare del brokeraggio (che non è una parolaccia, ma un’azione con una logica finanziaria. Cioè non associativa-sindacale) spacciato per la nuova frontiera dell’azione sindacale da uno che ha lo stesso cognome di Mario Romani, ma non è evidentemente fatto della stessa pasta.

Qui stiamo finendo tutti sott’olio. E poco importa se con l’aggiunta di ottima cipolla di Tropea, o della ‘nduja calabrese, come fa la Callipo così aumenta la qualità ed il prezzo di mercato.

 

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