Pubblichiamo una lettera che Renzo Rampazzo, membro della segreteria del Sgb Cisl di Bolzano, ha scritto a dicembre scorso. Una lettera che trae le conseguenze dal fatto che la Cisl nazionale non ha mai risposto a nessuna richiesta di chiarezza e trasparenza, né sul caso Bonanni, né sulle denunce di Fausto Scandola.
La conclusione di Rampazzo è lo “sciopero dell’ascolto”.
In cosa consiste, lo potete leggere voi stessi.
Da parte nostra, riconosciamo in queste parole la stessa amarezza che sentiamo in tanta gente che ha a cuore la Cisl e si rattrista della sua situazione. Gente che potrebbe condividere l’idea di questa specie di protesta interiore, soprattutto quanti continuano ad identificarsi con l’esperienza sindacale che vivono nel proprio territorio o nella propria categoria, ma non possono accettare il comportamento di chi rifiuta di dare quelle risposte che chi guida un’organizzazione non può permettersi di non dare.
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Ho pensato di scrivere queste riflessioni in quanto ho deciso di chiudere un percorso iniziato circa un`anno fa e che ho intrapreso nella speranza di comprendere cosa stava succedendo nella CISL Nazionale.
Poco più di un´anno fa il Segretario Generale Bonanni lasciava improvvisamente la CISL, dopo che appena un´anno prima al Congresso Nazionale era (si era?) stata introdotta una norma che consentiva a lui e pochi altri di superare il limite dei 65 anni come massimo fino ad allora consentito per ricoprire incarichi di Segreteria.
Nel frattempo, diversi giornali rendevano noto come negli ultimi anni, dal 2006 al 2014, lo stipendio lordo di Bonanni, utile fra il resto per il calcolo della pensione, era costantemente cresciuto fino ad arrivare a 336.000 Euro. Fuori scandalosamente dalle regole fissate e in vigore all`interno della CISL.
Anna Maria Furlan nei giorni seguenti la sua nomina a Segretario Generale assicurava un`indagine approfondita e garantiva trasparenza e chiarezza. Sto, stiamo ancora aspettando i risultati di questa indagine.
Ancora oggi, io come tutte/i le/gli iscritte/i alla CISL, non conosco i motivi reali delle dimissioni di Bonanni.
A giugno di quest`anno Fausto Scandola pensionato ed ex dirigente della CISL di Verona rendeva noti i redditi stratosferici e fuori dal regolamento, che alcuni dirigenti nazionali CISL e componenti la Segreteria Nazionale, da anni stavano percependo. Dati che emergevano dalle dichiarazioni dei redditi delle/degli interessate/i.
Scandola inoltre invitava la Furlan a dire e fare qualcosa di forte contro tale situazione.
Nulla è avvenuto, silenzio totale se non la espulsione di Fausto Scandola, fra il resto, operata dai Probiviri della CISL Nazionale in maniera irregolare e fuori dalle regole fissate dallo Statuto.
In questo periodo ho avuto 2 occasioni in cui ho pensato e sperato che i dubbi che avevo e le sensazioni che sempre più avvertivo potessero essere finalmente cancellate da quello che la CISL Nazionale poteva/doveva dire.
La prima è stata a giugno di quest`anno in occasione del Consiglio Generale SGBCISL chiamato ad eleggere la nuova Segreteria dopo che la CISL Nazionale aveva ritenuto di interrompere l`esperienza di Tila Mair. Era presente la Segretaria Organizzativa della CISL Nazionale, Ventura.
Nonostante vari interventi che chiedevano di capire cosa stava accadendo, nessuna risposta da parte sua.
La seconda occasione nel novembre scorso in occasione della nostra Assemblea Organizzativa, era presente il Segretario amministrativo della CISL Nazionale, Ragazzini.
Alla mia richiesta di sapere se corrispondevano al vero le notizie sugli stipendi fuori dal Regolamento, anche qui totale silenzio.
Pur non accettando questa situazione, ne devo però prendere atto.
Di fronte al fatto che l´Organizzazione alla quale sono iscritto è sorda e non si cura di fornire, non solo al sottoscritto ma a tutte/i le/gli iscritte/i, elementi di chiarezza e trasparenza, non posso fare altro che trarre le mie conclusioni.
Ciò che non si voleva credere o pensare è invece profondamente vero.
Per queste ragioni da oggi praticherò uno “sciopero dell`ascolto” nei confronti della CISL Nazionale.
Il tempo che mi rimane di presenza all`interno della Segreteria Provinciale SGBCISL lo impegnerò quindi, unicamente a sostegno della SGBCISL (nella quale mi sento bene) per difendere e consolidarne le specificità, per mantenere vivi ed attuali i valori fondanti.
Bolzano 14 dicembre 2015 RAMPAZZO Renzo
Certo che la provocazione dell’amico Randazzo, una sua logica ce l’ha ma il risultato non cambia perché invece che non avere una comunicazione per sordità di uno degli interlocutori non si avrebbe per sordità di entrambi. Intendiamoci l’idea la ritengo comunque valida per evidenziare il malessere crescente nell’organizzazione ma poco efficace dal punto di vista dei risultati.
Io, in quanto visionario, proporrei una protesta non violenta che ho sognato qualche notte fa, da organizzare a Roma (dopo ampia pubblicità) davanti alle sede nazionale con uomini SANDWICH prima e successivamente, in assenza di risposte bloccando l’accesso e l’uscita alla sede. nel mentre due delegazioni si recano; una al Quirinale e l’altra a Palazzo Madama per recapitare una protesta ufficiale con richiesta d’intervento al Capo dello Stato e al Suo vice Presidente del Senato.
Io penso che l’ipotesi di organizzare una protesta articolata più o meno come propone il “collega visionario”(che tutto è tranne che visionaria) vada presa seriamente in considerazione. Se vogliamo,infatti,che gli sforzi ed il sacrificio sostenuti dal compianto Scandola e supportati e condivisi da tanti,trovino continuità e giungano a risultati concreti,dobbiamo porre in essere iniziative,che oltre a sollecitare le coscienze di quanti non sopportano le ingiustizie ed i soprusi perpetrati dagli attuali gestori di via Po 21, sollecitino le istituzioni interessate a dare seguito alla denuncia/esposto inoltrata da Scandola a novembre 2015. Il “9 marzo” deve essere,ovviamente nei limiti del possibile…, lo strumento pilota di governo e coordinamento delle iniziative. Organizziamoci ed operiamo,non dimentichiamo di essere sindacalisti!!!!!
Sono d’accordo con la proposta degli amici che mi hanno preceduto però penso che non si può essere corretti con chi ignora le regole fino a questo punto. Dunque propongo di armarci di catene e lucchetti e chiuderli in conclave nei i locali di Via Po fino a quando non si decideranno a dare risposte convincenti ed esauriente alle domande poste da Fausto, risarcire il danno e dimettersi,
E magari fare anche come fecero dalle mie parti, quando i cardinali non si decidevano a eleggere il papa, e allora fu scoperchiato il tetto lasciandoli al freddo e alla pioggia, così poi si sono sbrigati a fare quel che dovevano fare.