La donna che non c’era

Venerdì 11 novembre, a Lucca, nell’ambito del convegno “I sindacati e la legge”, organizzato dalla Fondazione Giuseppe Pera, era in programma una tavola rotonda con Pietro Ichino padrone di casa, Susanna Camusso della Cgil, Annamaria Furlan della Cisl, Carmelo Barbagallo della Uil.

Per chi non lo sapesse, Giuseppe Pera era un professore di diritto del lavoro, morto del 2007, che è stato il più convinto e coerente sostenitore della necessità di dare attuazione all’articolo 39 della Costituzione. Era lui stesso a dichiararsi un “trentanovista convinto”.

Pietro Ichino è da tempo un sostenitore di qualcosa di simile all’attuazione dell’articolo 39, attraverso una legge che regoli il pluralismo sindacale e la contrattazione collettiva.

Susanna Camusso è il segretario generale della Cgil, cioè del sindacato di Giuseppe Di Vittorio, che dell’articolo 39 fu il padre alla Costituente; basta leggere la sua relazione alla Terza Sottocommissione). Stipendio dichiarato dalla signora Susanna: 3850 netti al mese.

Carmelo Barbagallo è il segretario generale della Uil, la confederazione che è sempre stata la più trentanovista delle tre. Stipendio dichiarato: si rifiuta di rispondere, come è suo diritto.

Annamaria Furlan è il segretario della Cisl, cioè la confederazione più antitrentanovista delle tre, dai tempi di Giulio Pastore. Stipendio dichiarato: “credo 5200” (“crediamo” netti).

Al dibattito c’erano tutti i trentanovisti, attuali e potenziali. Chi mancava? La Furlan. Che in queste occasioni dà sempre buca, manco si trattasse di rispondere alle Iene…

Ma il problema non è che manca la Furlan; è che su questo tema ormai manca la Cisl.

E infatti al posto della Furlan c’era Petteni. Quello che ha firmato con Cgil e Uil l’accordo-tradimento che prevede l’attuazione dell’articolo 39.

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