Verso il congresso: qui non si parla di politica

Nelle osterie durante il ventennio fra i primi anni ’20 ed i primi anni ’40 era frequente trovare un cartello esposto bene in mostra: “qui non si parla di politica”.

Eppure c’era un governo in carica, il più stabile che l’Italia abbia mai avuto, e c’era qualcuno che col governo era d’accordo. Ma nelle osterie non si doveva parlare, neanche a favore del regime. Perché se c’è uno che parla a favore, c’è (o meglio, c’era in quegli anni lontani…) il rischio che qualcuno, fattosi coraggio grazie al vino, potesse rispondergli e parlare contro. E allora i problemi erano anche per l’oste.

Fatte le debite proporzioni, la situazione della Fai non è poi molto diversa; il congresso dell’Antonella si avvicina, ma di politica, di cosa si pensa di fare per il futuro della Fai e della Cisl, non si può parlare. Né a favore del commissario, né contro. Anche la stagione del “battiam battiam le mani arriva il commissario” è ormai alle spalle. Un po’ per il fatto che ci sono altre questioni urgenti, come la trattativa per l’industria alimentare, che permettono di cambiare discorso, un po’ perché il dottor Sbarra dell’Anas, non sciogliendo la riserva di Pulcinella sulla sua permanenza, impedisce che si possa ragionare del futuro, finché non è lui a prendere l’iniziativa.

Naturalmente, questa situazione è del tutto anomala, perché un commissario normale dovrebbe svolgere il suo mandato e poi tornare a casa, quindi verso la fine del mandato si dovrebbe parlare parecchio.  Invece questo commissario è arrivato a Via Tevere 20 perché è qui che voleva arrivare da tempo; infatti, per fare un esempio, era presente al congresso della  notte dell’Ergife senza averne alcun titolo. Tutto è anomalo in questo commissariamento, fin da prima che fosse stato deciso.

Speriamo solo che da qui alle 15 del 13 aprile, quando con l’apertura del congresso il commissariamento illegittimo sarà finito, qualcuno trovi il coraggio, e senza bisogno del vino, se non di parlare, almeno di ragionare fra sé e sé in termini di politica sindacale sul futuro della federazione.

Altrimenti, per breve che sia il congresso, il conto dell’Antonella rischia di essere speso ben più inutilmente del conto dell’Ergife. Che almeno è stato il prezzo pagato per uno scatto di dignità e di libertà.

E i soldi spesi per la libertà sono sempre quelli spesi meglio.

 

 

 

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. TACI CHE IL NEMICO TI ASCOLTA. Anche se molto sbiadito ma ancora leggibile così recita sulla facciata di un palazzo dell’era fascista uno dei numerosi spot del PNF.
    ECCO nella cisl di oggi questo messaggio é stato interiorizzato molto dai carrieristi (in particolare confederali) che hanno provveduto a trasformare l’ambiente cislino da: un palazzo di cristallo dove tutto era trasparente e prima di ogni cosa veniva l’amicizia e l’orgoglio di appartenenzza in un ambiente oscuro dove anche le cose buone scompaiono, fatto di diffidenza e paura di parlare perchè timorosi di chissà quali ritorsioni fatte balenare en passant dai neo ducetti. Come può crescere un’associazione quando manca la fiducia tra i soci?

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