L’articolo 38 e l’articolo quinto

Il Commissario previsto dall’articolo 40 dello Statuto compie, durante il proprio mandato, tutti gli atti necessari al funzionamento della struttura, fatta eccezione degli atti di disposizione patrimoniale“.

Articolo quinto, chi tiene in mano ha vinto“.

Ora che la fine del commissariamento ha una data certa (il 13 aprile alle 15 in punto, quando si aprirà il terzo congresso della Fai in meno di tre anni) ed un luogo (l’Antonella di Pomezia), si può cominciare a ragionare del futuro.

O meglio, possiamo farlo noi, che non abbiamo voce in capitolo, ma non possono farlo i segretari regionali, ai quali, nell’ultima riunione del “senato delle regioni”, il commissario ha negato l’annuncio che aspettavano, e cioè che lui resterà alla guida della federazione.

In questo modo, cioè tenendo non sciolta la riserva di Pulcinella, il dottor Sbarra dell’Anas tiene bloccato qualsiasi dibattito democratico sul futuro della Fai. Perché se dicesse che resta, si potrebbe discutere su chi lo affiancherà, e su quale linea; se dicesse che non resta, si potrebbe discutere su chi scegliere come segretario generale, su chi lo affiancherebbe e su quale linea. Ma finché non dice niente, nessuno può discutere di niente, perché sarebbe una mancanza di rispetto nei suoi confronti. E sapete quant’è suscettibile…

Ma noi che non abbiamo di questi problemi, possiamo discutere e parlare. E cominciamo quindi a vedere se il commissario ha rispettato, in maniera cristallina o almeno non troppo opaca, le regole della Cisl ed i limiti del mandato (illegittimamente) conferitogli il 31 ottobre 2014 e (illegittimamente) prorogatogli un anno dopo. A cominciare dal primo comma dell’articolo 38 del regolamento di attuazione dello statuto, in base al quale chi è nominato commissario non ha alcun potere di disporre del patrimonio della Federazione commissariata.

Qui però c’è stato un grosso equivoco: perché il dottor Sbarra dell’Anas, invece di limitarsi a compiere gli “atti necessari al funzionamento della struttura”, come da regolameto, si è comportato come se fosse già il segretario generale (il che conferma che il suo obiettivo è quello fin dall’inizio). Lo ha fatto sul piano politico, deliberando in solitudine la linea della Fai (con i risultati di appiattimento sulle altre organizzazioni che stiamo apprezzando al tavolo del contratto degli alimentaristi) e lo ha fatto con il patrimonio.

Per carità, nessuno insinua niente di altrimenti illecito; ossia, tanto per fare un esempio, sicuramente l’assegnazione dei lavori per il rifacimento del saloncino delle riunioni al primo piano di via Tevere 20 sarà avvenuta nella massima trasparenza, magari con qualche gara di appalto (e col solito subappalto, che c’è quasi sempre in questi casi). E certamente, ora che tutto è cambiato, i lavori non li avrà fatti la solita ditta di Roccamassima.

Ma siamo sicuri che rientri nei poteri commissariali disporre lavori tutt’altro che necessari e urgenti, visto che il saloncino era stato rifatto da poco? E come si fa a sostenere che, al di là degli interventi di urgente manutenzione, il rifacimento di un saloncino rientri negli “atti necessari al funzionamento della struttura”, che sono i soli ai quali il commissario è legittimato?

Qua ci sembra di sentire già l’obiezione: ma come, con tutto quello che si potrebbe dire della precedente gestione, andate a vedere l’appalto del saloncino?

Sì, perché la precedente gestione non c’è più. Ed è quella attuale che deve rispondere al congresso del proprio operato, non quella vecchia.

E nesuno può pensare di fare un congresso in cui, con la scusa del passato più o meno remoto, non si discuta del passato prossimo e del presente.

E soprattutto del futuro, sempre che la Fai decida di averne uno.

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  1. Da quanto pare di capire il congresso straordinario della fai che si prospetta (salvo imprevisti) sarà una caricatura di quelli veri perchè si svolgerà secondo un rigoroso rispetto del neocentralismo democratico instaurato da biancaneve e i sette nani.
    LETTURA della relazione chilometrica introduttiva del commissario piena di richiami e paroloni ma completamente vacua di contenuti e proposte, saluti a gogo degli invitati rigorosamente selezionati tra i servi di biancaneve; qualche raro intervento di categoria anch’esso di giurata fede al padrone e se proprio qualche rompiballe dovesse riuscire ad intrufolarsi nel l e prenotazioni degli interventi ci penserà il presidente a farlo scivolare in coda ad operazioni di voto quasi finite. E’ un classico rito che si ripete pedissequamente da anni. Non vi pare?
    Mi domando ma possibile che non si rendono conto di quanto in basso hanno portato la cisl. Va bene che oggi conta solo il denaro ma gli esperti ci dicono che un minimo di amor proprio e onore alberga sempre e comunque in qualunque umanoide; evidentemente i nostri sono dei mostruosi alieni-

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