Le chiacchiere non stanno a zero. I fatti sì

Prima di scrivere queste note, siamo andati a verificare all’indirizzo www.fisbafat.eu, il dominio della fondazione che un tempo si chiamava Fisbafat e ora si chiama fondazione Fai-Cisl Studi e ricerche. Come da mesi a questa parte, c’è il solito cartello ispirato ai lavori sulla Salerno-Reggio Calabria: “in costruzione” (situazione alle 10:44 di lunedì 4 gennaio 2016).

Quindi, né studi e né ricerche. Si attende la pubblicazione trasparente e cristallina dei dati sul “cinquepermille”, chiesto dalla fondazione usando il nome nuovo non ancora approvato ma il codice di quella vecchia (è questa la “trasparenza cristallina”?) per sapere quanti soldi entrano in cambio della produzione di nessuno studio e dello stesso numero di ricerche.

Già, ma se non c’è il sito, i dati dove li pubblicano?

Miracoli del commissariamento, capace di rovesciare anche il modo di dire secondo il quale “le chiacchiere stanno a zero”. Sotto la gestione del dottor Sbarra dell’Anas, invece, la fondazione ex Fisbafat ha mandato a zero la produzione, ed a mille le chiacchiere. Soprattutto quelle chiacchiere che uccidono (come dice quel signore vestito di bianco…) perché vogliono uccidere la dignità delle persone; ad esempio, quelle mandate in giro per far credere che la gestione precedente della fondazione sprecasse soldi per “alberghi e convegni inutili”, mentre ora sarebbe stata fatta pulizia.

Ma se invece di chiacchierare per uccidere la dignità degli altri si rendesse conto ciascuno del proprio operato?

Ad esempio, il dottor Sbarra (segretario confederale della Cisl, commissario della Fai, presidente della Fondazione “Fai Cisl studi e ricerche” nonché distaccato dal dipartimento Anas di Catanzaro; e chi ha molti incarichi dovrebbe rispondere molto) spieghi a che servono i soldi che chiede, se non è stato capace in un anno non diciamo di organizzare un convegno (quello all’Expo non vale, perché eredità della gestione precedente) ma neppure di trovare un collaboratore che allestisse uno straccio di sito. Giusto per togliere il cartello “in costruzione”.

Un sito dove pubblicare, ad esempio, il nuovo statuto della Fondazione. In modo che si sappia, sempre ad esempio, come avviene la revisione trasparente e cristallina dei conti. Un tema sul quale il presidente/segretario/commissario/dottore dell’Anas Sbarra si era preso un bello schiaffo dalla Prefettura di Roma…

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