Parole a vanvera e linguaggio del corpo

Se a qualcuno fosse sfuggito, segnaliamo un articolo del dottor Sbarra dell’Anas sul prestigioso “Quotidiano del Sud”. Un articolo che segna la scoperta (almeno per lui) del fatto che l’agroalimentare è un settore importante per la ripresa.

Per la verità, se bastassero i successi dell’agroalimentare, forse la crisi non ci sarebbe mai stata. Perché chi si è sempre occupato dei problemi della viabilità calabrese (con i risultato che chiunque può apprezzare percorrendo la Salerno-Reggio Calabria) forse non lo sa, ma questo settore è sempre stato meno esposto degli altri alle oscillazioni della congiuntura. Quindi puntare sull’agroalimentare è sempre necessario, ma non basta.

Però lui ne parla come se quei risultati fossere merito suo. Quasi che l’agroalimentare fosse diventato un punto di forza dello sviluppo grazie alla scelta di commissariare la Fai.

D’altra parte, il soggetto è quello che è. Buono solo a spaventare i suoi sudditi (non ci viene un altro termine) per ottenerne l’obbedienza, ma incapace di fare un ragionamento nel merito di senso compiuto. Un uomo di potere incapace di qualsiasi leadership reale. Uno che mette assieme parole di cui non conosce il significato.

E la conferma ce la dà una foto, scattata a Matera il 4 dicembre scorso, ad una delle tradizionali riunioni interregionali della Fai. Una foto che mostra il dottor Sbarra dell’Anas che parla, e alle sue spalle quelli che dovrebbero essere i suoi sostenitori delle Fai del Mezzogiorno mentre ascoltano. Guardateli bene e vedrete che un paio stanno giocando col telefonino, un altro cerca in tasca qualcosa (forse una pasticca contro il mal di testa) quasi per uscire dall’imbarazzo, un altro guarda per terra come chi non sa che fare, uno lo fissa con l’aria di chi sta pensando “ma questo chi l’ha sdoganato?”. E in fondo a destra ce n’è uno rivolto verso di lui, ma non si sa se dorme o se è sveglio.

Poi magari votano all’unanimità ed avallano assieme le sue porcherie come i licenziamenti di rappresaglia dei padri di famiglia. Ma il linguaggio del corpo è inequivocabile. E quel linguaggio dice che il dottor Sbarra dell’Anas non è all’altezza neppure del basso livello attuale dei segretari regionali della Fai. Che non lo prendono sul serio neanche loro.

E allora, perché non dire con le parole, e con i voti, quel che già dicono col loro atteggiamento?

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Ma dove era quando la CISL si schierò in favore delle soppressione del Ministero dell’agricoltura? Naturalmente allineato con la confederazione……eh! la carriera si fa così….ubbidendo…..le idee non servono

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  2. L’interesse e l’attenzione degli astanti dimostrano che non gliene può fregar di meno di quello che dice, pardon legge l’oratore (cosa ben diversa). mettiamo assieme questi due dati di fatto e viene fuori che il neo Cetto la qualunque, ha tutto il necessario per aspirare a incarichi di grosse responsabilità in quanto quello che legge glielo scrivono, quelli che ascoltano valgono meno di una vera claque che batte le mani a pagamento mentre loro oltre a battere le mani votano e ossequiano a comando. DUNQUE ALTRO CHE CONFRONTO D’IDEE.
    AMICO CARO: QUI OGNUNO SI FA I CAZZI SUA COME CONSIGLIA IL SENATORE RAZZI A CROZZA.

    per puro caso qualche giorno fa ho letto il pezzo che allego che mi sembra adeguato alla circostanza.
    IL TRIONFO DEL LECCACULO
    Pubblicato su proprio blog il 26 settembre 2010 da Gaetano Lo Presti
    I LECCACULO sono sempre esistiti. Ovunque ci sia una gerarchia, gli uomini cercano, infatti, di scalarla con tecniche, atteggiamenti e strategie più meno scorrette. Tra queste l’adulazione è infallibilmente vincente. Più che i forti e gli arroganti, l’evoluzione ha favorito i servili e gli ipocriti. I sopravvissuti di tutte le guerre non sono stati quelli scesi in campo, ma quelli imboscatisi in ufficio. E, com’è noto, anche nella conquista del partner l’inganno “paga”, come conferma Sheryl Crow quando canta: “Mentimi, e prometto di crederti”.

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