L’importanza del frigobar

Per una volta che eravamo d’accordo con una decisione di Via Po 21, rischiamo di doverci ricredere subito.

Era sembrato anche a noi che la designazione di Domenico Pesenti alla presidenza dell’Inas fosse un segnale nella giusta direzione. La persona più adatta per l’incarico.L’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto.

Non che ci mancassero motivi di disaccordo con Pesenti, come è ovvio, sulla questione della FaiFilca. Ma almeno, dopo lo scandalo di chi, già in pensione, pretendeva di ricevere non una ma due retribuzioni da “managér” (una per l’Inas, l’altra per l’Inas immobiliare), avevamo avuto la sensazione che, per una volta, la “svolta” della Cisl non fosse solo una chiacchiera vuota. Perché stavolta, al posto di uno pseudo-manager bi-stipendiato (oltre alla ricca pensione…), alla testa del patronato della Cisl era stato designato semplicemente un sindacalista.

Ma, forse, ci eravamo sbagliati. Forse Domenico Pesenti è solo il volto pulito di un’altra operazione furbastra, in cui da una parte si rompe ufficialmente con i vizi del passato recente e poi sottobanco si tiene tutto come prima.

Si infittiscono infatti le voci secondo le quali il “managér dei due Inas” (sia semplice che immobiliare), che poi sarebbe uno dei “due o tre casi isolati” sui quali il segretario generale aveva promesso assoluta chiarezza (mentendo anche stavolta come già sulla pensione di Bonanni), più che essere sostituito per dargli modo di godersi a casa sua la non misera pensione, conserverà il secondo incarico, forse addirittura irrobustito nelle competenze, e sarà spostato in un altro bell’ufficio già in corso di allestimento con tanto di simboli del potere quali una scrivania di dimensioni adeguate al ruolo, una poltrona dove appoggiare convenientemente il sedere, una bella tv ed un frigobar.

Perché chi non frequenta le burocrazie non lo sa, ma questi oggetti parlano. Negli uffici non ti prende sul serio nessuno se sei presidente ma la tua scrivania è più piccola di quella del vice, se passi da una poltrona comoda ad un’altra un po’ meno comoda, o se ti tolgono il frigobar.

Ecco, il frigobar può essere considerato il messaggio più importante, e più chiaro: lo scandalo dei supercompensi non c’è mai stato, Scandola non ha mai detto nulla di importante, tutto resta più o meno come prima.

Il che è in perfetta sintonia con gli esiti della conferenza organizzativa di Riccione; dove, in tema di incarichi a chi goda già di una ricca pensione, sono state prese le coraggiose decisioni che sappiamo. Cioè nessuna. Nessuno deve rispondere di niente, neanche chi fra pensione e compensi ha fatto e forse continuerà a fare un reddito superiore a quello del segretario generale.

In questo caso, ne uscirebbe confermata l’incapacità dell’attuale dirigenza della Cisl di portare fino in fondo anche la più semplice delle riforme organizzative, quella di sostituire un personaggio non indispensabile come Sorgi.

Ma una dirigenza politica che non ha la forza di decidere neppure un normale avvicendamento negli enti della Cisl è, evidentemente, non all’altezza del suo compito. Oppure è talmente implicata nel gioco al rialzo delle retribuzioni (con effetti sulle pensioni) del passato recente da non potersi permettere nessun intervento veramente risolutivo.

In questo caso, ci spiace dirlo, anche la figura di Domenico Pesenti all’Inas, al netto della credibilità personale, risulterebbe funzionale a nascondere l’incapacità strutturale di una dirigenza confederale di fare chiarezza e trasparenza.

Una dirigenza forte fino all’arroganza con i deboli (commissariamenti, licenziamenti, espulsioni…) e debole nelle situazioni in cui dovrebbe essere forte. O almeno capace di non coprirsi di ridicolo.

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4 Commenti - Scrivi un commento

  1. In verità vi dico che sempre di più vedo la Furlan come un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro; la poveretta si era illusa di fare davvero il segretario della cisl sfidando personaggi come Franco e Ciccio ma a Riccione ha dovuto prendere atto di essersi sbagliata ed è tornata prontamente e disciplinatamente a non pensare ma eseguire. Oramai è del tutto in balia dei grandi elettori, pardon, supermanager che non rispondono a lei piuttosto é lei che deve rigare come vogliono loro. Il caso Pesenti ne é un esempio.
    NON DATEMI RETTA SONO UN VISIONARIO

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  2. Provate a chiedere a un qualunque “lavoratore”, fosse anche un manager, quali siano gli strumenti indispensabili per il proprio lavoro…credo che difficilmente il frigobar rientrerebbe nell’elenco, magari un computer si, in fondo oggi la TV si vede anche sul computer, ma dimenticavo che il computer ai nostri super manager serve solo a giocare al solitario, ma attenti…allenarsi a giocare da soli si rischia di rimanere da soli…comunque nella mia domanda c’è un errore di fondo: ho detto “lavoratore”.

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  3. riconfermo la mia convenzione o si fa chiarezza su malversazioni e appropriazioni indebite, truuffe(legge Treu) e si mando an esposto in procura con tutte le vostre segnalazione e quelle dei lettori o mi pare che anche la vs voce diventi solo testimonianza alla faccia della responsabilità della denunncia.
    scusate la sincerità

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  4. Siete veramente incredibili. Non c’è dubbio che avete la capacità di guardare le pagliuzze negli occhi altrui e l’assoluta incapacità a guardare la vostra trave che vi impedisce uno sguardo libero da interessi, prebende e… l’osso che avete abbondantemente concorso a spolpare. Che la polpa, poi, sia stata formata con sistemi etici e morali… lasciamo perdere!
    Veniamo al dunque: è possibile che dopo quasi cinquant’anni di contribuzione obbligatoria pensionistica si debba ancora aspirare ad incarichi sindacali o affini? Basta! Chi è in pensione vada a fare altro, se ne è capace. E chi non accede alla pensione pur avendone il diritto commette un furto alle nuove generazioni oltre che al sindacato stesso. Il male della gerontocrazia è evidente e non sarebbe male se anche voi cominciate a denunciarlo e a praticarlo. Buon Natale.

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