Lo statuto della Cisl e tutti gli statuti delle organizzazioni aderenti si aprono con un documento importante dal punto di vista giuridico ma, ancor più, dal punto di vista storico: il “Patto di unificazione delle forze sindacali democratiche”. Si tratta di un testo che precede anche l’emanazione dello statuto (che è del 1951, mentre il Patto di unificazione è del 1950), e che ha rappresentato una sorta di dichiarazione di indipendenza per il nuovo sindacato.
Quei vecchi mattacchioni della Cisl-Probiviri, attaccandosi al fumo della pipa per cercare di motivare la ri-espulsione di Scandola, sono andati a prendere questo testo per dire che il pensionato veneto (quello che ha dimostrato con documenti le violazioni compiute da diversi alti dirigenti della confederazione), avrebbe violato il punto III di quello che loro per brevità, ma sospettiamo anche un po’ per ignoranza, chiamano solo il “preambolo” dello statuto. Siccome al punto III questo documento parla di “dignità e il rispetto della persona umana”, ecco che i toni brutti e cattivi usati da Scandola nei confronti della Furlan, per loro, sono da punire con una biespulsione. Due cartellini rossi al prezzo di uno.
I giuristi dicono che l’ignoranza della legge non è una scusa; ma l’ignoranza della storia non solo non scusa, è un’aggravante. Soprattutto per le persone di una certa età che magari ricordano male le cose recenti ma dovrebbero avere memoria migliore per quelle più lontane. Perché quando quel “Patto di unificazione” venne scritto, cinque anni dopo la fine della seconda guerra mondiale e due anni dopo le scissioni sindacali, gli estensori non pensavano certo a questioni di ‘bon ton’, o di quali fossero i toni giusti con cui rivolgersi ad una signora. Si riferivano ai totalitarismi, a quelli fascisti che avevano trascinato il mondo in una guerra con decine di milioni di morti e finita con la bomba atomica sul Giappone, a quelli comunisti e stalinisti che avevano fatto calare la cortina di ferro che divideva l’Europa in una parte libera ed una no. Intendevano ricordare che questi sistemi non democratici calpestavano la dignità della persona umana, e che quindi il sindacato nuovo sceglieva di mettersi contro di loro per costruire la pace nel mondo a cominciare dalla giustizia per chi lavora (potete leggerlo alla fine di questo testo).
Per questo, non in nome della buona educazione (che a volte è solouna maniera di coprire l’ipocrisia), si era rotta l’unità sindacale; e per questo le “forze sindacali democratiche” (non “le forze sindacali che sanno come ci si deve rivolgere ad una signora”) decidevano di unificarsi nella Cisl.
Per questo, tirare fuori un simile argomento in una simile decisione è un insulto alla storia della Cisl, una bestemmia contro un documento fondamentale ridotto ad una sorta di banale galateo di monsignor Della Casa. Roba da cicisbei, non da “uomini liberi nel sindacato libero”.
E poi, a volerla dire tutta, i simpatici vecchietti della Cisl-Probiviri dovrebbero spiegarci perché leggono i punti dispari del “Patto di unificazione” ma saltano quelli pari.
Infatti, prima del punto III da loro citato, c’è il punto II; quello dove si dice che la nuova organizzazione unisce i lavoratori che “vogliono impostare il movimento sindacale all’autogoverno delle categorie“.
Ecco, questo sarebbe stato un passaggio da tenere in opportuna considerazione quando alla Cisl-Probiviri era stato presentato un ricorso in cui si lamentava la violazione di questo principio da parte dell’esecutivo della Cisl. Qui ci sarebbe stato più che bene il richiamo al preambolo dello statuto. E quindi ci sarebbe stato bene un lodo che dichiarasse l’illegittimità del commissariamento della Fai perché deciso in evidente ritorsione al libero voto del suo congresso. Cioè al massimo organo di autogoverno della categoria.
Invece no. Perché l’unica coerenza nella giurisprudenza della Cisl-Probiviri è che quei cinque simpatici vecchietti danno sempre ragione a chi li ha messi lì. E magari paga loro uno stipendio che si aggiunge alla pensione.
A proposito, in epoca di trasparenza, non sarebbe il caso di sapere anche se i cinque signori della Cisl-Probiviri ricevono qualche compenso? E quanto?
Intanto, continuiamo ad aspettare la pubblicazione in internet dei compensi della segreteria, cui la signora segretario generale si era impegnata alcuni mesi fa.
E’ maleducazione ricordarglielo?
Patto di unificazione
delle forze sindacali democratiche
I
Le forze sindacali resesi libere ed indipendenti da ogni forma di influenze esterne, convinte che, senza la faziosità di chi voleva fare dei sindacati veri e propri strumenti di partito, l’esperimento unitario iniziato dopo la Liberazione si sarebbe potuto realizzare, solennemente concordano e decidono di riunificarsi in una sola Organizzazione.
II
La nuova Organizzazione sorge per stringere in un unico volontario vincolo sindacale tutti i lavoratori italiani che – convinti della necessità di respingere un sindacalismo fondato, ispirato e diretto da correnti politiche ed ideologiche – vogliono impostare il movimentosindacale all’autogoverno delle categorie esercitato nel quadro della solidarietà sociale e delle esigenze generali del paese.
III
La nuova Organizzazione unificata afferma la sua decisa volontà di tutelare la dignità ed il rispetto della persona umana come condizione primaria di vera giustizia sociale e proclama i seguenti fondamentali diritti dei lavoratori, che prende solenne impegno di difendere e p ropugnare:
1. diritto al lavoro, come naturale mezzo di vita, ed alla sua libera scelta;
2. diritto alla giustizia sociale, fondamentale mezzo di pace duratura nella convivenza civile;
3. diritto all’inserimento delle forze di lavoro negli organi che determinano gli indirizzi della politica economica del paese;
4. diritto alla garanzia ed alla stabilità dell’occupazione, nella più ampia libertà individuale e familiare;
5. diritto all’assistenza ed alla previdenza contro ogni concessione paternalistica, da realizzare attraverso una legislazione che garantisca stabilmente il soddisfacimento delle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie, in ogni tempo e luogo ed ogni evenienza della vita;
6. diritto alla costituzione di libere organizzazioni sindacali democratiche ed al libero esercizio della loro azione sindacale, ivi compreso il diritto di sciopero, per la legittima difesa degli interessi di chi lavora;
7. diritto alla rappresentanza dei lavoratori negli organismi che esistono o possono esistere, in modo da rendere determinante l’influenza del mondo del lavoro sugli orientamenti sociali della vita nazionale;
8. diritto all’immissione delle forze del lavoro nella gestione e nel possesso dei mezzi di produzione.
IV
Sulla base di questi fondamentali diritti dei lavoratori liberi, la nuova Organizzazione si propone i seguenti obiettivi:
1. associare tutte le categorie di lavoratori in sindacati democratici, indipendenti da qualsiasi influenza esterna, sia politica che ideologica, e miranti esclusivamente alla difesa degli interessi dei lavoratori, ispirati al principio della supremazia del lavoro sul capitale,essendo il lavoro la più alta espressione di dignità dell’essere umano;
2. elevare, nel quadro e nello spirito della più ampia solidarietà, il tenore di vita dei lavoratori ed in particolare le condizioni economiche e sociali delle categorie meno progredite, al fine di assicurare a tutti, sul piano economico e culturale, una condizione di vita adeguata allo sviluppo civile della nazione;
3. realizzare concretamente il principio del pieno impiego di tutte le energie lavorative del paese, anche attraverso l’impulso alla istruzione tecnica e professionale dei lavoratori per conseguire la migliore qualificazione della manodopera;
4. promuovere con ogni mezzo, ed anche mediante radicali riforme, la migliore utilizzazione di tutte le risorse attuali e potenziali della nazione;
5. promuovere con ogni mezzo la solidarietà economica tra i popoli e far riconoscere il principio della libera circolazione del lavoro nel mondo e del libero accesso alle materie prime;
6. stabilire ed intensificare i rapporti di fraterna collaborazione con organizzazioni sindacali democratiche di altri paesi, allo scopo di contribuire al benessere generale ed alla pace tra i popoli.
Roma, addì 30 aprile 1950

ernesto “che” guevara (secondo)
questa notte mi sono sognato di scrivere una lettera alla Segretaria Generale della CISL, signora Furlan….
” sono un`iscritto alla CISL tessera nr. 156862980. scrivo sulla questione della trasparenza, ma soprattutto mi preme poter fornire alle/ai nostre/i dirigenti, operatrici/ori, alle/ai nostre/i iscritte/i,degli strumenti di difesa contro le continue critiche e prese in giro subite nei luoghi di lavoro, riguardanti le notizie circolate sulle presunte retribuzioni stratosferiche percepite da dirigenti nazionali della CISL.
In occasione del Consiglio generale CISL dello scorso 21 settembre in un passaggio della sua relazione ebbe a dire “…pero`ho deciso una cosa: la mia busta paga da questo mese in avanti sara`sul nostro sito, cosi…..”
Continuando a sognare ho scritto ” E`sicuramente un`iniziativa utile, trasparente, positiva, che puo`aiutare tutte le nostre/i iscritte/i.
Mi sono svegliato bruscamente e sudato per il bruttissimo sogno che avevo fatto. Adesso sono piu´tranquillo, non sogno piu`, ogni giorno guardo il sito della CISL senza trovare la busta paga della Signora Furlan e sono felice di non fare piu`sogni cosi orribili.