Storture indiscutibili ma (ovvero, la coalizione degli “stortiani”)

Dal documento della Conferenza organizzativa della Fai:

“L’Assemblea infine condivide il percorso di rinnovamento avviato dal Segretario Generale Cisl nel segno della trasparenza, del rigore nei comportamenti, di una più equa ripartizione nell’uso delle risorse. Passo fondamentale in questa direzione è stata l’approvazione del nuovo regolamento vincolante per i trattamenti economici, volto a raddrizzare quelle indiscutibili storture che sono diventate tuttavia pretesto per attacchi strumentali e ingiustificati volti ad indebolire il Sindacato Confederale nel suo complesso attraverso una rappresentazione distorta della gestione delle risorse degli iscritti e dell’impegno sindacale tout court”.

La conclusione del documento approvato all’unanimità dalla Conferenza organizzativa della Fai, e scritto sotto la dettatura del commissario che si crede un segretario generale legittimato democraticamente, è una non conclusione.

Nel senso che fa due affermazioni potenzialmente contraddittorie e poi non scioglie la contraddizione. Cioè dice una cosa, poi ne dice un’altra tutta diversa, e alla fine è come se non avesse detto niente.

D’altra parte si tratta dello stesso non dir niente camuffato da decisionismo (“abbiamo già approvato il nuovo regolamento…”) espresso dalla signora Anna Maria ogni volta che deve rispondere sul tema dei compensi “storti” che, più o meno negli ultimi cinque anni, sono stati percepiti da alcuni ai vertici della Cisl. Lei compresa (salvo smentita, della quale siamo pronti a prendere atto se e quando ci sarà).

Su questo terreno, riconosce il documento della Fai commissariata, ci sono state “indiscutibili storture”. Belle parole. E qua uno si dovrebbe aspettare l’annuncio delle dimissioni del dottor Sbarra dell’Anas dagli incarichi sindacali, visto che uno di quelli che avrebbe avuto redditi “storti”, se Scandola non mente, è proprio lui.

Invece la frase prosegue con un “ma”; cioè prepara conclusioni diverse da quelle che la logica vorrebbe.

Siccome queste storture, che quindi ci sono state, vengono usate per “attacchi strumentali e ingiustificati volti ad indebolire il sindacato confederale nel suo complesso” (veramente la Cgil ha mandato a dire che lei non si sente tirata in ballo, ma lasciamo perdere…), allora le due cose si eliminano a vicenda, e quello che conta è solo il futuro. Quando il nuovo regolamento magari permetterà di guadagnare, più o meno, quel che prima era oltre le regole.

D’altra parte, non ci si poteva aspettare la rivoluzione da un’assemblea dominata dalla figura di un signore fortemente sospettato di non essere stato in regola, e nella quale l’ospite più importante è stato il segretario della Fisascat sospettato di qualche stortura (sia in proprio che attraverso il “quoziente familiare“).

Si deve però constatare che l’assemblea di Fiuggi è diventata il luogo in cui è emersa una sorta di coalizione fra quelli che potremmo chiamare gli “stortiani”, una convergenza di interessi a sostegno della linea confederale “da domani saremo più buoni, scordiamoci il passato”. Promettendosi a vicenda che Fai e Fisascat si schierano a difesa di chi magari ha commesso “storture” ma ora è vittima di un complotto antisindacale, e quindi se cade lui casca tutto il sindacato confederale.

Forse è anche questo uno dei motivi per cui la Filca (che ha da tempo rivendicato di non aver niente da nascondere) non si è fatta vedere a Fiuggi. E magari è anche per questo se quel fesso di Bentivogli (nel senso che rispettava le regole senza aver capito che valevano appunto per i fessi e non per i furbi), ha preferito andare a Francoforte al congresso della Ig Metall. Dove si sono fatti discorsi simili (aumentare la sindacalizzazione, spostare risorse, rafforzare la presenza nelle aziende…), e dove i dirigenti guadagnano anche più che da noi. Ma se si danno da soli aumenti ai quali non hanno titolo se ne devono andare. E non provano neppure a fare le vittime di inesistenti attacchi al sindacato.

E comunque, se ci provano, nessuno ci crede.

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  1. Dal documento della Conferenza organizzativa della Fai:
    “L’Assemblea infine condivide il percorso di rinnovamento avviato dal Segretario Generale Cisl nel segno della trasparenza, del rigore nei comportamenti, di una più equa ripartizione nell’uso delle risorse. Passo fondamentale in questa direzione è stata l’approvazione del nuovo regolamento vincolante per i trattamenti economici, volto a raddrizzare quelle indiscutibili storture che sono diventate tuttavia pretesto per attacchi strumentali e ingiustificati volti ad indebolire il Sindacato Confederale nel suo complesso attraverso una rappresentazione distorta della gestione delle risorse degli iscritti e dell’impegno sindacale tout court”.

    QUELLE INDISCUTIBILI STORTURE (FURBATE) PERMANGONO
    BASTA LEGGERE PER CREDERE
    Regolamento : il trucco c’è e si vede (eccone alcuni) I°
    Admin 28 settembre 2015
    Il nuovo regolamento confederale continua a far discutere; anche perché non tutti sono convinti che sia l’inizio di un’alba radiosa all’insegna della trasparenza. Un po’ perché, come segnala il commento a firma Luigi Viggiano che trovate a questo link,* non è molto credibile un’operazione trasparenza gestita da persone che sono parte più del problema che della soluzione, un po’ perché, come suggerisce il contributo che segue, le regole sembrano studiate più per “camuffare responsabilità passate” che per fare la necessaria chiarezza.
    Il nuovo regolamento del personale, che secondo l’Esecutivo confederale dovrebbe essere strumento di rinnovamento, contiene diverse norme che contraddicono l’intenzione e che – a parer mio – sono veri e propri trucchi per camuffare responsabilità passate. Ve ne illustro uno, tanto per cominciare. Il trucco riguarda i rimborsi per trasferimento dei dirigenti da una struttura ad un’altra. Il vecchio regolamento prevedeva che, in questi casi, la nuova segreteria avrebbe potuto riconoscere al dirigente, a fronte delle maggiori “spese di pendolarismo”, un’indennità forfettaria mensile. Nei casi di incarichi nazionali, prevedeva il “rimborso delle spese per viaggi di A/R settimanali” dalla sede nazionale alla residenza e il “rimborso eventuale di una quota di affitto”.
    Il nuovo regolamento conferma per i pendolari l’indennità forfettizzata, aggiungendo in alternativa il rimborso dell’abbonamento ai mezzi pubblici. Ma per i nazionali cambia la musica – e qui sta il trucco – perché i comprensibili rimborsi si trasformano in una “indennità di funzione forfettizzata” che potrebbe arrivare al 40% dell’indennità di base. Così che – ad esempio – il Segretario generale potrebbe aggiungere alla tariffa base di 6147 euro, oltre all’indennità aggiuntiva del 30%, questa nuova indennità di trasferimento del 40%, che fanno 11.187 mensili e 156.625 annuali. E a questo punto potrebbe finalmente esibire su Internet, come ha promesso, una busta paga conforme ai regolamenti.
    *L’ ULTIMO ESECUTIVO CONFEDERALE HA AFFIDATO “LE PECORE AI LUPI”
    Ad un certo punto del documento citato si legge che, per vincere le sfide del futuro ”serve una Cisl disponibile al cambiamento e un gruppo generoso e responsabile”; che contro gli “attacchi finalizzati alla destrutturazione della democrazia partecipativa, la Cisl non deve offrire pretesti a campagne denigratorie che creano disagi nei propri iscritti, delegati e dirigenti”; che “per queste ragioni, la segreteria confederale e il comitato esecutivo hanno assunto come sfida la capacità del proprio rinnovamento e della trasparenza”.
    Praticamente, ancora una volta se la sono cantata e suonata da soli; l’hanno fatto con gli aumenti degli stipendi (l’ultima volta nell’esecutivo del 9 luglio scorso) e adesso l’hanno ripetuto con l’autoassoluzione da tutti i fatti addebitategli e mai smentiti (passati, presenti e direi anche futuri visto che nella seduta del 9 luglio hanno proseguito imperterriti con l’assegnarsi gli aumenti che abbiamo letto) senza essere neanche sfiorati dall’idea di bloccarli come hanno dichiarato di aver fatto Cgil e Uil.
    L’aggrapparsi poi alla destrutturazione della democrazia partecipativa é il trionfo dell’ipocrisia come pure farsi interpreti del fango, sberleffi e allusioni che iscritti, delegati, rsu e dirigenti di basso livello patiscono giornalmente. Dimenticano però che chi li propina non parla d’immaginarie destrutturazioni ma fa nomi cognomi e cifre e guarda caso quasi sempre trattasi di componenti la segreteria e l’esecutivo confederale nazionale
    Domanda: se i pretesti che hanno messo la Cisl e tutti noi in questa situazione li hanno originati loro come possono avere la faccia tosta di proporsi come innovatori?
    Nel documento si legge ”serve una Cisl disponibile al cambiamento e un gruppo generoso e responsabile” bene oggi hanno la possibilità di passare dalle parole ai fatti facendosi da parte e lasciando spazio alle nuove generazioni. E’ tanto difficile capire che quanto é accaduto li ha segnati in modo indelebile e così saranno ricordati per sempre nella storia sindacale? Ma questo è un problema personale ed ognuno è libero di agire come crede, diverso invece è il buon nome del sindacato e dei suoi iscritti e operatori che ancora una volta si vedono strumentalizzati e presi in giro in modo vergognoso (è come se il reo fosse stato nominato giudice di se stesso).
    Savona,28 settembre 2015 Luigi Viggiano

    Regolamento trucco II°
    Admin 3 ottobre 2015
    Proseguiamo nell’analisi del nuovo regolamento, quello che secondo la segreteria confederale è la medicina magica che cancella tutti i malanni, e che invece, secondo molti altri, è una maniera, un po’ troppo sfacciata, per nascondere la spazzatura sotto il tappeto.
    Il nuovo regolamento del personale afferma solennemente (art. 19) che il superamento delle indennità massime è una grave violazione delle regole associative, da sanzionare a norma di Statuto (art. 40 e 41). E carica la dose, aggiungendo che “gravi inadempienze all’applicazione del regolamento causano la decadenza dall’incarico”.
    Molto bene, direte voi. Niente affatto, perché questa norma che prima non c’era dovrebbe valere – come ha detto la Segretaria – solo per il futuro: una norma di chiusura che cancella il passato e promette severità solo da domani, come fosse una norma penale, notoriamente non retroattiva. Ma questa argomentazione non sta in piedi. Anche col vecchio regolamento le indennità massime, in quanto massime, non potevano essere superate. Anche col vecchio regolamento i dirigenti con incarichi di rappresentanza esterna erano obbligati a versare i compensi al sindacato. Anche col vecchio regolamento non era ammesso cumulare la pensione con l’indennità.
    I comportamenti illegittimi dunque erano ben definiti anche col vecchio regolamento e il trucco dell’art. 19 sta nel far credere che solo da domani potranno essere applicate le sanzioni dovute a chi viola lo Statuto. Come dire: mettiamo ci una pietra sopra e ignoriamo l’art. 16 dello Statuto che fa obbligo alle segreterie, quando siano a conoscenza di violazioni statutarie, di intervenire per far cesare le violazioni ed eventualmente denunciarle.
    Attenzione però, perché l’omissione di intervento o di denuncia può essere oggetto di ricorso ai probiviri.
    Regolamento trucco III°
    Admin 8 ottobre 2015
    La terza puntata della piccola inchiesta sul nuovo regolamento, indicato dalla dirigenza Cisl come la risposta alla domanda di trasparenza, riguarda le norme sulle indennità per i dirigenti della Fnp. Per i quali di trasparenza dovrebbe non esserci neanche troppo bisogno, visto che si tratta di persone il cui reddito dovrebbero essere essenzialmente quello della pensione. Persone che in qualche caso, grazie al distacco retribuito dal pubblico impiego, hanno lavorato da sindacalisti e percepiscono (legittimamente) pensioni più alte dei loro colleghi sindacalisti che hanno fatto lo stesso lavoro guadagnando meno.
    Anche questo sarebbe un bel tema su cui discutere
    Esaminando le tabelle del nuovo regolamento, colpisce l’aumento spropositato delle indennità per i dirigenti della Federazione pensionati, superiore dell’80% rispetto alle precedenti, mentre quello per le categorie attive è soltanto del 13% circa. Si è detto che quest’ultimo aumento sarebbe giustificato dal tasso di inflazione del periodo 2008-2015, ma non si capisce allora (almeno io non capisco) quale indice sia stato applicato alle tabelle della Fnp. A meno che non valga anche da noi la regola scoperta da Orwell, per la quale “tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”.
    Questa disparità di trattamento è ancor meno comprensibile, se si considera che le indennità dei dirigenti della Fnp si cumulano con il trattamento pensionistico in godimento; condizione questa che dovrebbe consigliare compensi moderati per chi, dopo una “carriera” da sindacalista, vuol mettere la sua esperienza al servizio dei pensionati. Del tutto incomprensibile e ingiustificabile poi il cumulo con indennità per incarichi esterni, che per regolamento dovrebbero essere versati al sindacato.
    Ho ricavato queste informazioni direttamente dall’intervista a Repubblica di Gigi Bonfanti – quella in cui il Segretario si dichiara “fiero dei suoi guadagni” – e mi è venuto il sospetto che le nuove spropositate tabelle dei pensionati possano servire a un altro trucco: raddoppiare l’indennità del Segretario generale, in misura da garantirgli in futuro lo stesso trattamento goduto in passato, quando tratteneva l’indennità del Cnel, che poi per bontà sua devolveva in beneficenza.
    Un gioco delle tre carte (trucco IV°)
    Admin 5 ottobre 2015
    Che Fausto Scandola sia stato espulso dalla Cisl, come ritorsione per le sue affermazioni documentate sui redditi di alcuni alti dirigenti della Cisl, è cosa nota a tutti. Tranne, forse, a chi lo ha espulso.
    La Cisl-Probiviri, che una ne fa e altre cento ne pensa, ha infatti scritto una letterina a Scandola e alla segreteria confederale annunciando che il 13 ottobre sarà esaminato il ricorso di Biancaneve e dei sette nanicontro il lodo dei probiviri del Veneto, che avevano punito Scandola con la sanzione più lieve prevista dallo statuto, cioè il richiamo scritto.
    Voi direte: ma come, prima si espelle uno e poi si esamina il ricorso che lo riguarda? Sì, sono arrivati anche a questo.
    Solo che i furbini, per non farsene accorgere il giorno che la questione dovesse arrivare in mano a qualche giudice, ora fanno finta che di veramente deciso, in fondo, non ci sia ancora nulla.
    Infatti, nella letterina a firma del presidente del collegio, il fatto che l’espulsione sia già stata decretata, e che il collegio si sia già pronunciato per l’accoglimento del ricorso della segreteria confederale, non viene mai ricordato.
    Anzi, rovesciando la verità dei fatti, la lettera comincia affermando che è stato Scandola a rinunciare a difendersi di fronte ai probiviri quando ha annunciato in una mail la scelta di rivolgersi alla magistratura ordinaria (senza dire che Scandola lo ha scritto dopo l’avvenuta espulsione, non per evitare il giudizio dei probiviri).
    Come dire: non sono io che ti ho espulso impedendoti così di difenderti, sei tu che rinunci a difenderti.
    Come diceva la poesia latina: “Superior stabat lupus…”; il lupo, che stava più in alto lungo il corso del torrente, volendosi mangiare l’agnello a buon diritto, lo accusa di sporcargli l’acqua.
    Ma perché questa messa in scena?
    Anche se è difficile entrare nella testa vulcanica dei nostri amici della Cisl-Probiviri, la cosa più probabile è che, sapendo che la questione andrà all’esame del giudice, e sapendo di aver violato il principio del diritto di difesa quando hanno usato surrettiziamente una procedura d’urgenza per infliggere l’espulsione, cercano ora di produrre un lodo nuovo di zecca per sanare la situazione. Un lodo nel quale poter scrivere che è stato Scandola a rinunciare a difendersi, e quindi loro ora (si noti bene: ora) lo possono espellere senza violarne i diritti di difesa.
    Naturalmente è un banale trucco: anche perché il collegio ha già pronunciato nel merito quando ha scritto nell’ordinanza di espulsione che “il ricorso è fondato” ed altre espressioni simili. Quindi, avendo già dato il loro giudizio, non possono più giudicare perché si sono pronunciati in senso favorevole ad una parte.
    Perché ogni processo è un gioco fra tre parti: una che promuove il giudizio, l’altra che resiste, la terza che giudica. Ma per poter giudicare, bisogna sia essere che apparire neutrali: se hai già detto chi ha ragione, non sei più neutrale. Quindi non sei più giudice.
    Ma quello che sta andando in scena è un’altra cosa dal gioco processuale delle tre parti. E’ un gioco delle tre carte sempre più penoso e che compromette ulteriormente la dignità e la credibilità della Cisl. All’interno e all’esterno.
    Congresso senza partecipazione ? Trucco V°
    admin 9 ottobre 2015
    Corre voce che il Direttorio che guida la Fai (formato dal Commissario e da 20 Regionali) avrebbe fissato la data del congresso straordinario per l’elezione del Consiglio nazionale e della Segreteria per i giorni 13 e 14 aprile 2016; e che il cosiddetto percorso congressuale escluderebbe le assemblee di base.
    Le notizie – se confermate – contrasterebbero decisamente con le tesi confederali che “delineano il profilo di un nuovo modello sindacale che mette al centro il socio” (scoperta a dir poco sorprendente), ma sarebbero perfettamente coerenti con la pratica di una segreteria confederale che ha commissariato la Fai per un voto dei soci contrario ai suoi desideri.
    Giova ricordare che lo Statuto della Fai attribuisce ai soci (art. 5) il “diritto di partecipare all’elaborazione delle linee di politica sindacale e contrattuale e di eleggere i delegati alle istanze congressuali”. Visto come si rispetta la partecipazione quando i soci manifestano la loro volontà in una votazione congressuale, c’è da aspettarsi di tutto circa l’elezione dei delegati al congresso straordinario del prossimo aprile.
    Ci permettiamo tuttavia di consigliare al Direttorio di non cercare espedienti per aggirare una norma fondamentale dello Statuto, che assai prima delle tesi organizzative ha messo il socio alla base del sindacato. Si tratterebbe di una grave violazione dello Statuto e degli stessi principi ispiratori della Cisl. Grave e come tale sanzionabile, se vogliamo salvare la democrazia partecipata nel nostro sindacato.
    (LA CISL TAGLIA GLI STIPENDI DEI VERTICI) NON MISCHIAMO LOGLIO COL MIGLIO V°
    Nell’articolo, apparso sul “Piccolo di Trieste” il 15 ottobre scorso a firma di Diego D’Amelio, il segretario regionale della Cisl Fania dichiarava “la Cisl taglia gli stipendi dei vertici”.
    Personalmente non credo che la versione esatta sia questa ma se così fosse mi permetto di dissentire perché, in realtà la Cisl, non taglia gli stipendi dei vertici che restano come sono anzi, stante alle decisioni degli organismi nazionali del 9 luglio e a seguire, potranno incrementarsi notevolmente.
    In realtà i risparmi si ottengono, non tagliando gli stipendi bensì i vertici delle categorie.
    Purtroppo questo modus operandi riassume in modo chiaro il vero scopo della confederazione che é di rafforzare il proprio potere al punto di non dover più recepire le proposte delle categorie ma decidere ed ordinare d’imperio, (alla faccia della democrazia) e chi non ci sta viene commissariato.
    Forse la mia senilità mi ha del tutto rimbambito non facendomi cogliere le innovazioni (se ci sono state) ma ricordo che una volta non era la confederazione che dava ordini alle categorie ma queste ultime che in completa autonomia dibattevano e facevano proposte o deliberavano se recepire quelle della confederazione. Ma oggi, quale dibattito c’è stato sulla validità o meno delle esperienze in corso? Se le necessità sono economiche qualcuno mi spiega le motivazioni che giustificano le cifre circolate quest’estate e ancora di più gli ulteriori aumenti deliberati. Non risultano esserci stati risparmi anzi le spese sono aumentate come pure il disservizio sui territori che hanno visto ridursi i giorni e le ore di consulenza. La verità, che tutti conosciamo ma nessuno dice, è che l’ipocrita proposta di razionalizzazione non si preoccupa dei risparmi e tanto meno degli iscritti ma di consolidare il potere della confederazione che si sente sempre più inutile e assediata, dall’autonomia dei territori, dunque meglio ridurli in modo da isolare più facilmente i ribelli. A sentire le esperienze dei territori interessati negli ultimi accorpamenti le spese sono aumentate invece di diminuire, il servizio si è ridotto nel la durata e nella qualità e la distanza di rsu e iscritti dalle direttive confederali sono aumentate, in modo siderale al punto che nella maggioranza dei casi vengono disattese.
    La lezione che si può trarre, da questa esperienza ha una doppia lettura; una che la confederazione non riesce a gestire le categorie messe in difficoltà dal dover trasmettere messaggi/ordini che gli iscritti quasi sempre non capiscono e non accettano; l’altra che prima di ogni congresso, a tavolino l’oligarchia concorda il futuro organigramma, dal quale origineranno le eventuali proposte/ordini di fusioni e accorpamenti. Un esempio l’abbiamo avuto con la funzione pubblica e la scuola dove al congresso scorso sembrava ineluttabile ed imminente l’accorpamento (si ipotizzava a metà percorso congressuale) e oggi che le carte del potere si sono alquanto rimescolate nessuno ne parla più, certo la sceneggiata può ancora cambiare (ma tutti i cavalier serventi possono stare tranquilli) gli attori saranno gli stessi.

    Quello che la chiarezza sulle pensioni dei sindacalisti non dice VII°
    L’autore della puntuale spiegazione sull’argomento, che da tempo appare sul sito della cisl, ad un certo punto si chiede “Dov’è dunque lo scandalo”? Nel fatto che un sindacalista pubblico percepisca una pensione calcolata, anche sulle eventuali integrazioni effettuate dal sindacato, con le medesime regole degli altri dipendenti pubblici? L distratto redattore facciamo notare che si le regole sono uguali ma la fonte del reddito no perchè l’impiegato non ha le integrazioni dei sindacalista e tantomeno gli si applica la legge Treu. Lautore omette anche di dire che sono proprio l’esagerate integrazioni (necessarie per far maturare pensioni faraoniche che hanno scatenato la corsa ai megastipendi).

    Da adesso in avanti severità e trasparenza VIII°
    Vi siete chiesti perchè, tutti i provvedimenti conseguenti alla vicende estive partono dall’assunto di dimenticare il passato e guardare avanti per il bene della Cisl? Non é certo per un ravvedimento anche se tardivo in realtà il “beau geste” è dovuto alla legge Fornero che ha messo fine al giochetto o quanto meno lo ha reso molto meno redditizio.
    IL postino

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