Fausto Scandola ha scritto ancora.
Come sempre, i destinatari sono i dirigenti della Cisl che compongono l’esecutivo della confederazione (nessuno dei quali potrà dunque mai dire “io non sapevo”). E l’oggetto sono i redditi di alcuni dirigenti.
Questa volta, l’oggetto della missiva è Pierangelo Raineri, segretario generale della Fisascat, sul quale ha preparato una tabellina con gli anni dal 2010 al 2014, indicano per ciascuno “imponibile previdenziale Cisl”, i redditi da “attività di collaborazione”, “ente” con cui sono sorti i rapporti di collaborazione, “totale previdenziale annuo”, e “competenze previdenziali da regolamento Cisl”.
In breve, se Scandola non mente (ma finora, al netto di qualche imprecisione, come su Valeriano Canepari, non è mai stato veramente smentito), a fronte di un regolamento che prevedeva un tetto, nei vari anni, fra 80 e 90mila€, l’imponibile previdenziale dalla Cisl sarebbe stato, arrotondando un po’, fra 110mila e 140mila€; con le collaborazioni in vari enti, si arriva a un totale previdenziale annuo che è sempre sopra i 200mila€, ed in un caso supera di poco i 300mila€.
A questa tabella, Scandola accompagna un breve messaggio:
Il tutto si commenta da solo – ma una domanda ve la faccio: va bene così?
Una domanda alla quale aggiugiamo una nostra: come si fa a pensare di risolvere il problema della trasparenza con un regolamento che vale da domani, e cancella quel che è stato fino a ieri?
Naturalmente, noi non facciamo questioni personali. Quindi chiediamo a Pierangelo Raineri, se ha qualcosa da dire, in risposta o no, di mandarcela e noi la pubblicheremo. Così come siamo disponibili a dar voce a chiunque abbia qualcosa da dire, in un senso o in un altro.
Perché l’unica cosa di cui la Cisl non ha bisogno è il silenzio.
Purtroppo sta imperando una rassegnazione all’interno della Cisl, si spera in qualche uscita di qualche dirigente CON LE PALLE ma forse i famosi uomini con le cosiddette non esistono più, esistono solo più i quaraqqua, che vergogna, povera CISL, visto che non posso farlo prima a dicembre darò la disdetta dalla CISL dopo più di 45 anni di iscrizione tra la FIM ed i pensionati, che delusione
A dicembre saremo in parecchi a restituire la tessera “infangata”. Forse questo sarà l’unico modo per togliere le risorse economiche a chi, con grande destrezza, è riuscito a far morire il sindacato, calpestando spudoratamente gli ideali di cui siamo sempre andati fieri.
Lo statuto di una associazione sindacale di categoria del terziario prevede al quarto comma dell’art. 12:
“Tutte le cariche sono ricoperte a titolo gratuito, salvo il rimborso delle spese sostenute nello svolgimento del proprio mandato o degli incarichi ricevuti, secondo le norme fissate dagli appositi regolamenti.”
All’art. 4:
“L’Associato può esprimere liberamente e pubblicamente il suo pensiero in ordine alle problematiche di lavoro, alla vita associativa, alle deliberazioni assunte o da assumere, senza che ciò possa costituire alcun pregiudizio per l’appartenenza all’Associazione.
Le opinioni espresse a titolo personale o eventuali iniziative allo stesso titolo assunte non impegnano in alcun modo l’Associazione.”
Presso questa Associazione un “caso Scandola” non sarebbe mai potuto nascere, ed in effetti non è mai nato.
P.S.: ricordo che un dirigente sindacale componente della segreteria, abitante a 40 km dalla sede sindacale non espose mai un rimborso pasto meridiano al quale avrebbe avuto diritto, motivando tale scelta in questo modo: utilizzo il ticket pasto aziendale ed in ogni caso avrei mangiato a mie spese se fossi stato presso il posto di lavoro.
Altri tempi o altre persone?