Ma i Probiviri Cisl Confederali così solerti nell’espellere – ingiustamente – un iscritto per “un tono” non adeguato nei confronti di un dirigente nazionale, non hanno nulla da dire su queste palesi violazioni di norme sui commissariamenti della Cisl FP?
La frase che riportiamo parla di vicende che non conosciamo molto; ma nelle quali riconosciamo tantissime cose che abbiamo vissuto anche noi.
Le vicende della Cisl Fp in Piemonte le racconta Franco Aloia sul blog sindacalmente.org. Intervento del quale sottolineiamo la domanda sulla Cisl-Probiviri che non fa niente per impedire l’illegalità.
La domanda, direbbero alla Cisl-Probiviri, è mal posta. Perché loro non intervengono d’ufficio, ma devono essere chiamati ad intervenire con un ricorso.
Quando poi, però c’è chi gli presenta un ricorso, come nel caso della Fai è stato fatto con argomenti che restano non smentiti in alcuna sede, loro rispondono di non avere alcuna competenza a decidere. E non si limitano a dar ragione a Via Po 21, come fanno nel 100 per cento dei casi, ma si permettono anche di accusare il ricorrente di aver saputo di “disamministrazioni” nella Fai, quasi ad avvertirlo che fa meglio a stare zitto. Illazione per la quale sono stati diffidati dal ricorrente, il signor Giovanni Graziani, a non ripeterla per non doverne rispondere nelle sedi competenti.
Potete leggere il ricorso, la decisione del collegio e la puntualizzazione con diffida da questo link.
Già allora, era il 13 marzo 2015, ci eravamo chiesti:
“vale la pena tenere i probiviri nella Cisl, se di fronte alla contestazione della legittimità di un commissariamento rispondono che non spetta a loro giudicare?”
Dubbi analoghi sono avanzati ora partendo da vicende diverse. Come il caso Scandola e il commissariamento della Fp in Piemonte.
Comunque la si pensi, la credibilità del sistema dei probiviri, che dovrebbe essere al di sopra di critiche e sospetti, è ormai sceso molto al di sotto del minimo indispensabile. Per queste e per altre vicende.
Siamo quindi d’accordo con la proposta di sostuire i collegi dei probiviri con collegi di arbitrato. E, ancor più, col denunciare la logica che degrada il ruolo degli iscritti a quello di pacchetti di tessere, o, come abbiamo scritto, del “parco buoi”.
Perché questo è il rischio presente anche nella retorica dei discorsi sul “rafforzamento della prima linea”, retorica in cui si esercita anche il dottor Sbarra dell’Anas. Un rafforzamento che è, in effetti, un indebolimento dei livelli di autogoverno e dell’autonomia di categorie e strutture locali (infatti si abusa del potere di commissariamento), a vantaggio di una logica leaderistica (c’è chi guida e c’è chi segue, e niente in mezzo) che è tutto il contrario della concezione associativa del sindacato. Un’idea che la Cisl sventola senza sapere più di cosa parla.
La maggior parte di loro poi ha altri incarichi in cisl o come consulenti o come rappresentanti in enti con nomina cisl.
Si dice che dovrebbero prevenire ma sono solo la lunga mano legale della segreteria.
Facciamo ricorso ai Probiviri in tanti contro gli stipendi di quelli che sappiamo compresa La Segretaria chiedendone l’espulsione per mancato rispetto dei regolamenti e appropriazione indebita e poi vediamo il verdetto.
La situazione della Furlan ai probiviri l’ha già segnalata Scandola. Che è stato espulso. E non per il tono delle sue lettere, ma proprio per far cadere l’obbligo dei probiviri di esaminare le sue denunce…
Il delitto perfetto
In merito al vostro post “Illegittimi commissariamenti”, può essere utile questa riflessione di Roberto Escobar a proposito del personaggio di un film: “Che cosa fa di un uomo o di una donna una vittima?…La Maria non lo è solo perché le sia stato fatto un tragico torto….Piuttosto è vittima perché non ha attorno a sé chi la ascolti, un “terzo” che di quel torto possa giudicare…E’ vittima perché l’unico giudice cui potrebbe rivolgersi ha il volto e il nome di chi glielo ha fatto quel torto. E’ questo il delitto perfetto di ogni persecutore”.
Ed è questo il delitto di cui si macchiano i probiviri che hanno lo stesso sembiante dei mandanti che stanno sopra di loro e ai quali sono asserviti.
La riforma di questo sistema probivirale, come auspicato dagli amici della FP piemontese, dovrebbe essere un tema importante di una vera assemblea organizzativa. Ma come potrà farsi sentire la voce dei soci in questo regime burocratico guidato dal centro?