Aiutiamo il commissario a ricordare

Una settimana fa avevamo chiesto chiarimenti su un annuncio che l’attuale commissario della Fai, all’epoca segretario generale della Cisl di Calabria, aveva fatto il 22 marzo 2008. In quella data, Sbarra aveva annunciato azioni giudiziarie civili e penali contro un giornale locale che aveva pubblicato alcuni articoli, evidentemente ritenuti diffamatori, sui suoi rapporti con Antonio Saladino, principale indagato per l’inchiesta Why Not.

La nostra curiosità (la querela c’è stata o è stata solo annunciata? Se c’è stata, come è finita? E i soldi chiesti come risarcimento?) è rimasta insoddisfatta. E la cosa non ci sorprende. Un po’ perché domandare è lecito, rispondere è cortesia, ed il personaggio non è dei più cortesi. Un po’ perché, da quando è aperto il dibattito su quanto guadagnano i vertici della Cisl, il commissario sembra caduto in uno strano letargo estivo. Un po’ perché è passato tanto tempo, e magari la memoria non lo soccorre più di tanto.

In quest’ultimo caso, proviamo ad aiutarlo con qualche ritaglio di giornale. Si tratta di fotocopie che, lo diciamo subito, sono allegate ad alcuni dei dossier che girano, ma le possiamo tranquillamente usare, non essendo materiale anonimo.

Il 21 marzo 2008, il giorno precedente l’annuncio della querela fantasma (forse c’è stata, forse no), il “Quotidiano della Calabria” pubblica un articolo a firma Paolo Orefice intitolato – impropriamente – “Why Not, si indaga sulla Cisl”; in realtà, se non ricordiamo male, nessun dirigente della Cisl è mai stato iscritto nel registro degli indagati per quell’inchiesta; mentre è vero che agli atti ci sono domande dei magistrati sulla Cisl calabrese e il suo segretario. Bisogna peraltro precisare che, un po’ di tempo dopo, alcuni testimoni dell’inchiesta, come chi aveva parlato di un rapporto “non conflittuale ed anzi di cogestione degli affari” fra la società di lavoro interinale why Not, titolare di importanti appalti, e la Cisl sono stati dichiarati inattendibili.

E d’altra parte, perché offendersi per il termine “cogestione”? In fondo, si tratta di quello che i tedeschi chiamano Mitbestimmung (come “der Kommissar” sa bene) ed è una cosa ammirata in tutto il mondo. Quand’anche rapporti di questo tipo ci fossero stati, li potremmo chiamare “Mitbestimmung alla calabrese”; che certamente non è un reato di cui si debba interessare la magistratura.

Ma Sbarra non gradisce questa espressione (peraltro usata dai magistrati e riportata in maniera corretta dal giornale), perché vi legge un’insinuazione sulla correttezza del suo operato di sindacalista. E quindi si avvale del diritto di replica con una lettera che il giorno dopo viene pubblicata dal quotidiano.

Ne riportiamo alcuni stralci:

Non vi è e non c’è mai stato in nessun modo alcun rapporto di natura economica, interesse finanziario o “cogestione di affari” fra il sottoscritto o la Cisl calabrese con il Dr. Antonio Saladino ed il Sig. Gianfranco Franzé.

Contrariamente a quanto espresso nel suddetto articolo non ho mai formulato richieste o esercitato pressioni dirette all’assunzione di persone a me legate da vincoli di parentela. Nella mia attività sindacale non sono mai intervenuto per sollecitare assunzioni di soggetti nominativamente individuati …

(il riferimento, ndr, è al fatto che l’articolo parlava dell’assunzione di tre persone del nucleo familiare di Sbarra come indizio del rapporto di “cogestione”; sul punto il quotidiano osserva di non aver mai parlato di “pressioni esercitate per far assumere familiari” ma del fatto che “alcuni familiari” di Sbarra “hanno trovato impiego” in società legate ad alcuni indagati. Affermazione, di per sé, non smentita da Sbarra).

E’ notorio come l’iniziativa sociale della Cisl e mia personale in questi anni è stata sempre orientata ai principi di legalità, trasparenza, correttezza ed autonomia…

Eccetera, eccetera.

Sì, direte voi, ma perché annunciare querela? Non bastava la precisazione?

Il fatto è che questa replica viene pubblicata accanto ad un nuovo articolo di Paolo Orofino, sotto il titolo “Quell’asse fra Saladino e la Cisl” che insiste sulla tesi della Mitbestimmung alla calabrese fra la società Why not e Sbarra come ipotesi investigativa all’esame dei magistrati. Tesi a sostegno della quale viene pubblicata un’intercettazione telefonica, dai toni amichevoli e scherzosi, fra Sbarra e Saladino nella quale il segretario della Cisl, facendo il proprio dovere, interviene per perorare la causa di alcune decine di lavoratori rimasti esclusi da alcune assunzioni, lamentandosi che questi (facendo a loro volta ciò che è naturale fare nelle loro condizioni), “mi rompono le palle” (espressione evidentemente scherzosa, che il giornale però evidenzia riportandola nel sottotitolo).

E’ a questo punto che parte l’annuncio di querela. Che non sappiamo se ci sia stata, e se sì che fine abbia fatto.

Sappiamo però (e non da fonti anonime, ma da una semplice ricerca in rete) che alcuni mesi dopo un altro quotidiano, la Repubblica, evoca il nome di Sbarra in un articolo su quella che definisce la “ragnatela di Saladino” (l’articolo è a firma dell’inviato Francesco Viviano, e viene pubblicato il 7 dicembre 2008 a pagina 4). E lo fa pubblicando una lettera di Saladino ad un terzo (lettera di cui viene anche riprodotto l’originale) che, se non smentisce l’affermazione di Sbarra sul fatto di non aver mai fatto raccomandazioni nominative, dimostra che un suo amico (o sedicente tale) ne usava il nome definendolo “persona di mia fiducia” per alcune segnalazioni.

«Carissimo Vincenzo, il mio amico Luigi Sbarra, segretario regionale Cisl – persona di mia fiducia – mi segnala che il dr. OMISSIS, vicequestore aggiunto presso la Questura di Reggio Calabria, attualmente dirigente il Commissariato di Palmi e Dirigente pro tempore c/o il commissariato di Gioia Tauro ha chiesto la promozione a 1° Dirigente di PS.

La valutazione avverrà la prossima settimana, ti sarei grato se potessi seguire da vicino questa pratica, vista la grande professionalità del Dr. OMISSIS».

Questa volta (se non c’è sfuggito qualcosa) non ci sono querele, nè annunciate né presentate. Né sappiamo se la persona segnalata da Saladino spendendo, non sappiamo a che titolo, il nome di Sbarra definendolo “persona di mia fiducia”, abbia effettivamente avuto la promozione.

Chi invece la promozione certamente la ottiene, un anno dopo, è Sbarra. Perché Bonanni sposta il segretario confederale Bonfanti alla guida della Fnp e libera così il posto al quale chiamare il segretario generale della Calabria, persona certamente (stavolta lo possiamo scrivere senza virgolette o tema di smentita) di sua fiducia. Una scelta accolta con grande soddisfazione da tutti i calabresi.

Chi per un motivo chi, magari, per un altro.

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Credo che a Luigi Sbarra, persona certamente molto scaltra, vada chiesta chiarezza sul suo distacco sindacale legge 300/70 e del concorso in Anas da lui superato tanto misteriosamente.
    Bisognerebbe chiarire quanto lui abbia lavorato dopo il superamento del concorso e prima del distacco.
    Lui sa bene quanto di lecito ci sia dietro la sua assunzione all’ Anas, sul suo stipendio e sui contributi.

    Rispetto alle assunzioni dei suoi parenti, vi prego di controllare al porto di Gioia Tauro.
    Guardate attentamente nelle federazioni della Cisl. A Volte la cisl Calabrese penso debba essere chiamata SbarraPiscioneri Ltd.

    Se la parte sana della società pensa di essere rappresentata da Luigi Sbarra, deve sapere che Sbarra rappresenta prima se stesso poi la sua famiglia e poi la società quella sana e non solo.

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