Panna montata?

Per il Foglio, la questione dei redditi dei dirigenti della Cisl è solo “panna montata“. Il vero problema sarebbe (e te pareva…) la legge sui sindacati, l’attuazione dell’articolo 39, le regole per introdurre il referendum fra i lavoratori come condizione per proclamare lo sciopero “come si fa in Germania” (ari te pareva…) e così via (anzi, “und so weiter”, visto che si prende la Germania a modello un po’ come fa Der Kommissar).

In realtà, la panna in questo caso l’hanno montata “i giornali” (accusa generica, come quella di chi dice che “i sindacati” in Italia non rispettano la Costituzione …), quando hanno parlato dello stipendio di Obama e di Mattarella. Perché Scandola non ha parlato di questo, ha detto che ci deve essere coerenza fra compito di rappresentare i lavoratori e i redditi di chi li rappresenta. E questo principio è tutt’altro che panna montata,

Ma, detto questo, ci sembra necessario precisare alcune cose sul “modello tedesco” perché almeno chi vuol sostenere la tesi favorevole alla legge sui sindacati, opinione rispettabile quanto quella opposta, non usi come esempio la Germania. Che dimostra semmai il contrario della necessità di regolare i sindacati e lo sciopero per legge.

E’ infatti il caso di chiarire che:

– in Germania non c’è alcuna “legge sui sindacati”;

– in Germania non c’è alcuna legge sulla rappresentatività dei sindacati nel settore privato, esattamente come non c’è in Italia;

– in Germania non c’è alcuna legge sulla rappresentatività nel pubblico impiego, in Italia invece c’è (ma non è che per questo le cose vadano meglio da noi …);

– in Germania non c’è alcuna legge sullo sciopero nel settore privato, esattamente come non c’è in Italia;

– in Germania non c’è alcuna legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, in Italia invece c’è dal 1990 (ma non è che per questo le cose vadano meglio da noi…);

– in Germania non si possono precettare i dipendenti pubblici in sciopero per esigenze di interesse pubblico, in Italia sì (e non è che le cose vadano meglio per questo…);

– in Germania, come in Italia, non c’è alcuna legge che imponga di fare il referendum fra i lavoratori per poter proclamare lo sciopero;

– in Germania sono gli statuti dei sindacati che prevedono (ma potrebbero anche non prevederlo) il referendum fra i propri iscritti per decidere se proclamare lo sciopero a oltranza (quello che si chiama ‘Streik‘). I non iscritti non votano e non decidono nulla, anche quando sono maggioranza;

– in Germania lo sciopero che fa più male agli utenti, quelli che aspettano il tram o devono prendere l’aereo e scoprono di non poter partire quando ormai sono alla fermata o in aeroporto, si fa senza referendum, senza preavviso (in Italia ci vogliono dieci giorni) e senza garantire servizi minimi (è quello che si chiama ‘Warnstreik‘, sciopero di avvertimento, che dura qualche ora a differenza dello Streik, che si protrae per giorni);

– in Germania i sindacalisti guadagnano anche più che in Italia. Ma se lo meritano visto che i salari dei lavoratori sono più alti, la disoccupazione è più bassa, e la partecipazione nelle aziende più diffusa. Risultati migliori giustificano una retribuzione migliore;

– infine una considerazione sulla “necessità di attuazione della Costituzione” in relazione ad un’altra questione rispetto a quella della legge sindacale. In Italia c’è una norma della Costituzione (articolo 46) che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, in Germania no. Eppure in Italia non c’è alcuna partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, in Germania c’è la Mitbestimmung. Quindi le cose buone si possono fare senza dover fare il giro dall’attuazione della Costituzione, per di più a sprazzi (chiedendola su quello che ci piace, facendo finta di nulla su quello che non ci piace).

Altre cose ci sarebbero da dire, ma l’abbiamo già fatta anche troppo lunga. Anche perché non bisogna cadere nella trappola del parlare d’altro.

Ora il problema è che la segreteria confederale della Cisl deve dare risposte non evasive né fatte di impegni per il futuro alle questioni che sono state sollevate e che riguardano i redditi diffusi ai livelli più alti dell’organizzazione. Eluderle parlando di legge sindacale come fanno “i giornali” o di tassare i grandi patrimoni come fa la Furlan vuol dire ripetere l’errore di omessa chiarezza già compiuto sul caso Bonanni.

Sul quale aspettiamo ancora di sapere se fosse tutta “panna montata” o se ci fosse qualcosa che andrebbe chiarito come si deve.

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Giurista anonimo · Edit

    Vi siete dimenticati di scrivere che in Germania e un po’ in tutta Europa non esistono sindacati con la personalità giuridica di diritto pubblico come vorrebbe l’art. 39 Cost.

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