Quanta fretta …

Ci sono voluti solo tre giorni alla segreteria confederale per prendere carta e penna e scrivere l’impugnazione del lodo dei probiviri del Veneto che hanno richiamato il pensionato Scandola per il suo comportamente “villano” con la signora Furlan Annamaria, di professione segretario generale della Cisl.

Altro che richiamino, scrivono i nostri, qua ci vuole ben altra sanzione! Che poi tutti hanno capito fin dall’inizio di cosa si tratta: la segreteria confederale, unita e compatta come sarebbe meglio che fosse su altre cose, vuole l’espulsione di Scandola.

La prima cosa che colpisce è proprio la fretta. Perché il lodo dei probiviri del Veneto viene emesso l’8 luglio, un mercoledì, ed arriva ai 7+1 promotori il 10 luglio, che è già venerdì; seguono due giorni di alacre lavoro durante un week end estivo, e lunedì 13 luglio riecco le “otto firme otto” sotto all’impugnazione. Evidentemente si vuole ottenere una decisione ben più pesante, ed ottenerla prima che sia troppo tardi.

Perché intanto il pensionato Scandola continua ad agire all’interno della Cisl con iniziative formali (lettere ai probiviri ed agli organi politici) per sostenere che nell’organizzazione ci vuole trasparenza (e moderazione) sui compensi dei dirigenti. A tutti i livelli, ma a cominciare, come è giusto che sia, dai livelli più alti.

Ora, è chiaro che nel momento in cui Scandola dovesse essere espulso, anche le sue iniziative formali verrebbero meno; in particolare verrebbe meno la legittimazione a chiedere, come ha chiesto ai probiviri, di verificare se i compensi del segretario generale della Cisl (signora o signore che sia) sono rispettosi delle regole vigenti (come dovrebbe essere diritto di qualunque socio chiedere, privacy o non privacy).

Il mandato che parte da Via Po 21 (sede della segreteria generale Cisl) per Via Po 22 (dove si riunisce la Cisl-probiviri) è quindi chiaro: questo ce lo togliete dai piedi, e subito!

Però … forse l’avvocato (o il pool di avvocati) che ha sacrificato un fine settimana d’estate per scrivere un’impugnazione un po’ fumosetta e sbrodolata (magari prendendola con più calma avrebbe potuto fare un lavoro migliore e più sintetico) non ha tenuto conto del quinto comma dell’articolo 26 del regolamento di attuazione. Quello per cui il termine per impugnare il lodo davanti ai probiviri confederali è di 60 giorni dalla notificazione. Regola che, ovviamente, vale soprattutto a tutela del sanzionato. Cioè di Scandola.

Non è che la Cisl-probiviri può prendere e cacciare Scandola su due piedi perché così si ripara l’offesa all’onore della signora; prima bisogna aspettare che sia scaduto il termine entro il quale anche lui può impugnare il provvedimento che lo ha sanzionato, e poi esaminare assieme i ricorsi che saranno arrivati.

Se poi si considera che è prassi (e buon senso) applicare anche ai procedimenti davanti ai probiviri la sospensione dei termini che vale per tutti i procedimenti giudiziari dal 1 agosto al 15 settembre, questo vuol dire che dell’espulsione di Scandola (o della cancellazione del richiamo scritto, se anche lui farà ricorso) se ne parlerà quando non ci sarà più il caldo di questi giorni, e magari ci lamenteremo della pioggia.

Comunque in un’altra stagione, quando anche gli avvocati potranno sudare un po’ di meno per la loro parcella, e ragionare un po’ di più.

 

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Dopo il grande (in)successo del film “Biancaneve e i sette nani contro Scandola”, ora c’è il seguito: “Biancaneve alla riscossa”. Speriamo con lo stesso finale…

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