Cinque minuti di giustizia

Fra le 11.20 e le 11.25, più o meno, si è svolta presso il Tribunale di Roma l’udienza sull’impugnazione della decisione del giudice Cecilia Bernardo che aveva respinto, per motivi processuali e senza entrare nel merito, la richiesta di sospendere d’urgenza il commissariamento della Fai. Solo cinque minuti, ma di legge uguale per tutti. Comunque vada, ne valeva la pena.

La brevità dell’udienza (che non è stata una peculiarità del nostro caso; prima ne sono stati esaminati altri undici o dodici in meno di due ore) è dovuta al fatto che, trattandosi di un secondo giudizio, le parti hanno avuto già modo di proporre e riproporre ciascuna le proprie ragioni (qualcuna in maniera fin troppo abbondante), ed a questo punto si procede celermente.

Solo l’avvocato della Fai ha chiesto di depositare un nuovo documento, relativo ad attività svolta recentemente dal commissario (e quindi, evidentemente, non rilevante per una decisione sulla legittimità del commissariamento); la nostra difesa si è, come prassi, opposta, il tribunale (un collegio di tre persone), si è, come sempre, riservato di decidere.

Entro il mese di luglio è attesa la decisione. E speriamo che la giustizia, anche in senso sostanziale, non si fermi ai cinque minuti di oggi.

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