Ci siamo quasi

Il primo luglio si avvicina, e quindi facciamo il punto della situazione sull’impugnazione del commissariamento della Fai.

Ad oggi, è bene precisarlo, le nostre ragioni non sono state smentite in alcuna sede. Né dalla Cisl-probiviri, né dal giudice Cecilia Bernardo. Lo sottolineiamo anche perché nella lettera di un avvocato che un mese fa minacciava querele (a proposito, per ora non ne sono arrivate. In caso vi informeremo subito perché tutto deve essere reso pubblico) c’era scritto che il ricorso ai probiviri del signor Giovanni Graziani e quello di un gruppo di ricorrenti al Tribunale di Roma “allo stato non hanno trovato ingresso alcuno presso i competenti organi”. Che, detto in italiano, vuol dire che nessuno ci ha dato ragione. Così come, aggiungiamo noi, nessuno ci ha dato torto nel merito.

La Cisl-probiviri, infatti, ha scritto di non essere competente a decidere. Salvo poi, con una serie di dribbling che neanche Maradona saltare di netto tutte le argomentazioni presentate, non affrontarne neanche una, e dire invece che il commissariamento sarebbe stato comunque legittimo per altri motivi rispetto a quelli addotti dalla Cisl.

Ma se le argomentazioni del ricorso fossero state sballate, avrebbero fatto presto a scriverlo. Se non l’hanno scritto, quelle argomentazioni rimangono incontestate. E ci permettiamo di consigliarne una rilettura, perché sono come il vino buono e col tempo sono perfino migliorate ((ad esempio il punto 7…)

Più semplicemente, il giudice Cecilia Bernardo, una volta dichiarato che a suo giudizio il ricorso non era stato presentato nelle forme dovute, non si è avventurata in altri ragionamenti e l’ha chiusa lì (salvo farsi scappare un pericoloso obiter dictum …)

Quindi, lo ripetiamo, nessuno ci ha dato torto.

Ora però siamo ad un passaggio cruciale. Abbiamo impugnato la decisione del giudice Bernardo per cercare di rovesciarne il giudizio, un po’ come una squadra che ha perso la partita d’andata, ed ora deve ribaltare il risultato in trasferta. E’ difficile, ma qualche volta c’è chi ci riesce.

Se ci riusciamo, il commissariamento è azzerato. E la Fai si deve dare liberamente la sua segreteria nazionale. Se non ci riusciamo, il commissariamento andrà a concludersi con un congresso, o qualcosa che ne abbia il nome e la parvenza,  preparato dal commissario con i segretari regionali per predeterminarne il risultato (un po’ come quelle partite dove le squadre giocano per lo stesso risultato finale che va bene a tutte e due).

Almeno per lo spettacolo, meglio se vinciamo il ricorso.

Altrimenti avremo comunque fatto il nostro dovere, ciò che la coscienza ci ha dettato. E poi studieremo come proseguire la nostra battaglia. Che sarà ancora lunga. Perché ormai il tema dell’autogoverno delle categorie è in campo, e nessuno può più toglierlo.

 

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