Ma Landini non lo sa

In una delle sue periodiche apparizioni a In Onda su La 7, Maurizio Landini è stato sollecitato su un tema che fino a poco fa sollevavano solo il sindacalismo di base e, prima del commissariamento illegittimo del 2014, la Scuola nazionale di formazione della Fai-Cisl (e talora questo blog): la cassa di resistenza per lo sciopero.

Come mai, ha chiesto Peter Gomez verso la fine della puntata, negli Stati Uniti e in Germania gli scioperi sono più efficaci a tutela del salario? Non sarà per caso che avere la cassa di resistenza permette scioperi più lunghi, più sostenibili per i lavoratori (che ricevono un contributo a parziale compensazione della perdita salariale) e più costosi per la controparte (che quindi è indotta a scendere a compromessi)?

La risposta di Landini ha dimostrato forse più imbarazzo che ignoranza, ma ad ogni modo è sbagliata: “in Germania quanti anni è che non fanno scioperi?”, ha chiesto ponendo una domanda retorica.

Purtroppo per lui, la risposta, non retorica, è impietosa. A questo link trovate i dati del 2023; il testo è in tedesco ma i numeri si capiscono anche in italiano e parlano di un “anno di scioperi lungo e turbolento”. E comunque sono di queste settimane i grandi scioperi alla Volkswagen, cosa di cui il capo della Cgil sembra non essersi accorto.

A parziale compensazione di questo errore, Landini ha poi aggiunto una cosa sì giusta, ma che smentisce le posizioni della Cgil: in Germania “hanno un sistema” per cui “prima (dello sciopero, ndr) si confrontano, discutono, negoziano con le organizzazioni sindacali”. Cioè quel sistema di conciliazione-mediazione-arbitrato non obbligatorio che la Cgil ha sempre disprezzato, quando veniva proposto in Italia (ad esempio quando la Cisl, invece di inseguire le chimere corporative della partecipazione, faceva proposte intelligenti sull’amministrazione del conflitto).

Il problema è che la Cgil non può accettare la cassa di resistenza perché si tratta di uno strumento associativo che, per essere sostenibile, deve essere finanziato dai soci e deve sostenere solo i soci che hanno pagato per questo, e a livello di federazioni. Mentre è più facile pretendere di “parlare per tutti” e quindi ricorrere a scioperi tanto generali quanto poco efficaci. Ed è comunque difficile che chi fa gli iscritti con i servizi possa convincerli a pagare qualcosa in più per sostenere lo sciopero.

Landini queste cose non le sa, e se le sa non le capisce. Ci sono componenti del sindacalismo di base che invece le capiscono, perché sono associazioni che praticano il conflitto contrattuale (organizing invece del servicing) in maniera forse un po’ ideologica ma fedela alla natura del sindacato come coalizione di interessi prima che come soggetto di rappresentanza generale.

Tutto quanto precede lo diciamo per sostenere che il sindacalismo prossimo venturo non potrà essere ricostruito sul moderatismo filo-governativo della Cisl di oggi, ma dovrà anche guardare oltre la Cgil e i suoi equivoci irrisolti nel rapporto con la politica. E rivolgere lo sguardo anche al sindacalismo di base quando rivendica la libertà del conflitto e lo pratica con strumenti associativi, come al sindacalismo tedesco che non mette in opposizione ma in continuità l’arbitrato e lo sciopero, e al sindacalismo americano che, pur se appesantito da una legislazione che voleva essere di sostegno ed oggi è di ostacolo, quando riesce a liberarsi le mani è capace di tutelare i salari degli aderenti meglio del sindacalismo confederale italiano.

Almeno quello di oggi.

il9marzo.it

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11 Commenti - Scrivi un commento

  1. Bene, bravi!!! Oramai il mito sindacale di questo vostro blog sono i Cobas. Povero professor Saba, gli tocca rivoltarsi nella tomba la notte di Natale!!! Blaterate di sindacalismo tedesco (35mila posti di lavoro tagliati alla Wolkswagen con il consenso dell’Ig Metall) e americano (crisi infinita dei siti di auto) senza nessun rapporto con la realtà. Avete letto che in Giappone Honda-Nissan-Mitsubishi si fondono prevedendo gravi tagli all’occupazione per sopravvivere? Meno male che non sapete esprimere più nulla se non guardarvi il vostro ombelico. Per fortuna la realtà va da una altra parte. Affogatevi con il panettone che è meglio!!!

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    1. Auguri di buon Natale anche a te, senza affogarti in nessun dolce natalizio.
      Quanto al “mito sindacale” e al “blaterare”, la prossima volta cerca almeno di scrivere correttamente “Volkswagen”.

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    2. A proposito del Giappone … (con un qualsiasi traduttore online lo puoi leggere anche tu)

      “Wage negotiations between labor unions and management in the spring of 2024, or the 2024 Shunto, resulted in an average wage increase above 5% for the first time in 33 years. Many large companies, such as those in the manufacturing industry which has been leading the Japanese economy, accepted wage increases as demanded by labor unions. While labor shortages are becoming increasingly serious in Japan, the government and the business community aim to achieve economic growth through investing in human resources. Their intention matches that of labor union, who seeks to get rid of the prolonged deflation and make a shift to a society where wage increases naturally continue. This brought about the high-level wage increases”.

      Il resto se ti interessa lo trovi a questo link
      https://www.jil.go.jp/english/jli/documents/2025/051-03.pdf

      E ora, buon panettone anche a te, che passi la notte santa di Natale a roderti il fegato e spargere cattiverie…

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      1. Una modesta richiesta a voi che siete
        tecnologici : potete voi fornire la traduzione di questi testi in inglese ?
        Credo sia interessante farsi una idea
        precisa della diatriba tra l’anonimon(malattia inguaribile) e il
        sedicente “ex Fai” (anche qui : perché ex e perché anonimo ? …olim
        Abbas semper Abbas) …

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    3. Come mai i seguaci di via po si indignano se il 9 marzo critica il segretario generale della Cgil? Forse il mito sindacale dei critici di questo blog è Landini?

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        1. Certo non lo è dei non pochi che si riconoscono in questo blog e che hanno firmato quel documento che critica la condotta della Cisl ma non per questo esprime adesione alle posizioni della Cgil.

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