“Negli ultimi anni la Filca è cresciuta tantissimo tornando ai livelli del 2014 e aumentando la rappresentatività nelle Casse edili” .
Lo diceva pochi mesi fa, il 21 giugno 2024, Ottavio De Luca, appena eletto segretario generale aggiunto della Filca. E quando il segretario generale è un ultrasessantenne, come Enzo Pelle, l’elezione di un aggiunto è indizio di un immminente cambio della guardia, al congresso successivo o poco dopo. Il tutto con la benedizione personale del capo della Cisl (il termine “segretario generale” non rende l’idea di quale sia il rapporto materiale fra Sbarra ed i suoi subordinati) intervenuto a benedire il nuovo aggiunto con la sua presenza e poi con un messaggio diffuso sui social ufficiali dell’organizzazione.
#LuigiSbarra a @FilcaCisl: “Auguri di buon lavoro ad Ottavio De Luca eletto Segretario Generale aggiunto della Filca Cisl. Un sindacalista serio, competente e di grande esperienza. Un infaticabile dirigente che incarna perfettamente i nostri valori, la nostra cultura, la nostra identità. Grazie per lo splendido lavoro fatto in questi anni da segretario organizzativo ed a Enzo Pelle per aver indicato in lui un progetto di rilancio e rinnovamento nel segno della continuità”.
“I livelli del 2014” anche noi ce li ricordiamo bene, perché quello era l’anno in cui (senza alcun rispetto per i deliberati congressuali della Fai del 2013 che escludevano qualsiasi decisione prima di due anni), fu fissato d’ufficio il matrimonio fra noi e la Filca. Matrimonio che poi andò all’aria nella notte dell’Ergife.
Una volta, quando si decideva di anticipare in fretta e furia le nozze fra due fidanzati era perché, come si diceva, era stato fatto “un guaio”, una gravidanza non prevista che imponeva di affrettare i tempi, in modo che il parto avvenisse a nozze celebrate e con garanzia della rispettabilità.
C’era forse qualche “guaio” perché, con il sostegno determinante di Bonanni e la non opposizione (chiamiamola così) dei vertici della Fai, si dovessero anticipare le nozze con la Filca? E cos’è successo dopo il rifiuto della Fai di sciogliersi per essere assorbita dalla nuova federazione (una strana procedura matrimoniale, dove ai coniugi viene chiesto il previo suicidio per potersi sposare)?
Per capire come stanno le cose, bisogna allora capire quali fossero per la Filca i “livelli del 2014” e cosa sia successo prima di tornare a raggiungerli di nuovo dieci anni dopo.
Dieci anni fa, nella frettolosa trattativa sull’unificazione che avrebbe dovuto dare vita a “una grande federazione da 500 mila iscritti”, i livelli stimati erano 300 mila iscritti alla Filca, 200 mila alla Fai. E, su questa base, la Filca faceva la parte del leone nella spartizione dei posti con la forza un po’ dei numeri, un po’ dell’appoggio di Bonanni che aveva a cuore le sorti della “sua” Filca, un po’ della non opposizione (chiamiamola così) dei vertici Fai.
Quando però la fusione (dopo il suicidio delle due federazioni, che avrebbe fatto sparire le prove di eventuali problemi su entrambi i fronti) non fu fatta, il guaio venne fuori. E gli iscritti alla Filca cominciarono a calare. Quasi che la fusione (e i soldi freschi portati in dote dalla Fai) dovesse servire ad avere le risorse per mantenere quei numeri (perché a volte sono i soldi che portano iscritti, invece di essere gli iscritti a portare i soldi).
Come che fosse, negli anni seguenti la Filca perde terreno. E quando nel 2021 viene eletto Enzo Pelle, dichiara 230 mila iscritti. Ma a quel punto comincia la rimonta e Ottavio De Luca, che da segretario organizzativo fa la sua parte, solo tre anni dopo può vantare il ritorno “ai livelli del 2014”. E senza bisogno di soldi freschi portati in dote da qualche altra federazione.
Sarebbe perfino una bella storia di successo sindacale. Proprio per questo sarebbe importante che ora, dopo che un’indagine sulla ‘ndrangheta ha gettato un’ombra sulla crescita del tesseramento alla Filca in provincia di Torino (con l’inquietante ipotesi di un rappresentante locale definito “campione di tessere grazie alle ’ndrine” e di dirigenti della Filca “che sapevano”, come hanno scritto i giornali riportando il contenuto dei provvedimenti della magistratura) ci fosse un chiarimento pubblico, alla luce del sole.
Altrimenti si rischia di alimentare la paura che questa volta il “guaio” sia di ben altra natura rispetto al 2014.
Ex Fai per il9marzo.it
“Tessere e favori, così la ‘ndrangheta si era infiltrata nella Cisl” (articolo Repubblica Torino)
https://torino.repubblica.it/cronaca/2024/10/01/news/tessere_e_favori_cosi_la__ndrangheta_si_era_infiltrata_nella_cisl-423528334/
“Con De Luca e De Lellis i magistrati vogliono sentire anche il segretario nazionale della Cisl Luigi Sbarra: gli inquirenti si domandano quanto ‘dell’intesa tra Ceravolo e i dirigenti Filca-Cisl fosse arrivato ai piani alti del sindacato’ ” (dall’articolo sulla Repubblica di oggi, cronaca di Torino)
Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea, al Manifesto: “Mi auguro che facciano un passo indietro, per il buon nome e l’onorabilità del sindacato, tutti coloro che a tutti i livelli sono coinvolti in rapporti poco limipidi con gente di malaffare. Se non per colpevolezza giudiziaria – non sta a me dire questo – per opportunità politica e morale”.
In Filca dovrebbero chiedere una reggenza immediata , e mettere nelle mani di altri ( segreteria generale) le opportune verifiche .
Se non lo fanno il futuro segretario e la sua segreteria avranno una spada di Damocle sulla testa