In Italia, e solo in Italia fra i paesi di dimensioni economiche simili, politiche sindacali sbagliate hanno contribuito a generare una questione salariale che richiederebbe una svolta.
Lo ha spiegato bene il libretto di Andrea Garnero e Roberto Mania (il sito di Prendere parola ne pubblica una fin troppo ampia recensione), lo confermano ora i numeri del rapporto sulla contrattazione in Europa dell’istituto Wsi, che fa capo alla fondazione Boeckler (quella dei sindacati tedeschi, che le fondazioni non le fanno per usi personali, ma per fare ricerca ed essere più forti ed autorevoli quando parlano a nome di chi lavora).
I dati fondamentali, secondo quanto riporta il comunicato stampa (in tedesco, ma ormai esistono i traduttori online) sono due: a) una recente ripresa a livello europeo del potere d’acquisto delle retribuzioni (in pratica degli aumenti contrattuali al netto dell’inflazione) che però non basta ancora a tornare sui livelli precedenti alla pandemia; b) un ricorso più frequente agli scioperi anche in paesi tradizionalmente pacifici.
Quanto al primo aspetto (aumenti contrattuali medi in Europa del 4,5 per cento in termini nominali e 2,1 per cento in termini reali) il nostro paese viene nominato come esempio in negativo: “Ad eccezione del Portogallo, le retribuzioni contrattuali, una volta dedotta l’inflazione, restano più bassi rispetto al livello del 2020. Le perdite sono particolarmente drastiche nella Repubblica Ceca (-11,4%), Italia (-9,1%) e Spagna (-5,6%). In Germania, il divario rispetto al 2020 secondo i dati del Wsi è al 4,7 per cento” (cioè la metà di quello in Italia).
Questa situazione ha portato altrove ad un fisiologico aumento del conflitto (e ribadiamo fisiologico per contestare definizioni di “tossico” o “patologico”); qui non risultano dati sull’Italia ma scioperi si sono verificati anche in Austria e in Svezia, sistemi tradizionalmente cooperativi.
Riassumendo: rispetto all’Italia (meno 9,1 per cento in termini reali dal 2020), altrove si sciopera di più e i salari hanno recuperato qualcosa in più.
Una correlazione sulla quale bisognerebbe riflettere senza gli ideologismi uguali e contrari andati in scena sulla cosiddetta legge Sbarra. Una legge non utile né inutile rispetto alle buste paga, tranne per quella di chi ci ha costruito un passaggio in politica affermando che ad aumentare le retribuzioni sarebbero state regole neppure troppo vincolanti sulla partecipazione.
Mentre nel resto d’Europa sta succedendo esattamente il contrario.
il9marzo.it
appena eletto il segretario della filca del veneto al congresso. 2 settimane dopo, fatto fuori.
La guerra per bande é più seria di questa cosa qui.
Via Po benedice tutto perché in un sistema feudale, dentro le mura altrui non si può entrare. eh già la confederalita… serve solo per dare i soldi a petteni
puniscono un dirigente colpevole di non aver votato al congresso
una componente della segreteria nazionale ?
ma non é libero il voto?
Un commento di Caprioli
https://www.ildiariodellavoro.it/dopo-la-scelta-di-sbarra-sindacato-autonomo-o-politico/
sono un ex filca veneto gradirei sapere se possibile di chi si sta parlando e di cosa….ormai sono fuori da anni ma sempre iscritto ….qualcuno mi aiuta a capire grazie
Sulla scia di sbarra i pseudo cislini di rovigo passano tutti a destra con incarichi piu o meno importanti o improbabili presso comune,enti pubblici, consigli di amministrazione….ultima della serie una ex della segreteria dei pensionati di padova e rovigo che per chi la conosce non sa nemmeno leggere….bella gente questa che infanga la cisl capeggiati dal segretario della ust di padova e dai sui fedelissimi sodali come la sindaca e come il segretrio dei tessili….
ma nelle marche c’è un patto eterno per cui la cisl deve votare a vita i mastrovincerzo? Pure ai ricoverati dell’ospedale di Torrette gli danno i santini.
Dopo oltre vent’anni di adesione, di cui quindici trascorsi attivamente ricoprendo vari ruoli all’interno della struttura sindacale, ho maturato questa scelta alla luce di profonde divergenze con le linee e i valori attualmente espressi dalla CISL.
La recente nomina dell’ex segretario Luigi Sbarra al Governo ha reso definitiva una riflessione già da tempo in corso.
A partire da lunedi, tornerò in azienda con rinnovata consapevolezza e senso di libertà.
Non dimentico quanto accaduto in passato all’interno della Fim-Cisl, quando IL segretario generale iniziò un dialogo con una parte di politica sana e venne prima emarginato, poi costretto ad abbandonare l’organizzazione. Anche noi, che lo seguivamo e ne condividevamo l’impegno, subimmo la stessa sorte.
Juri Citera
Per cortesia, quando riprendete qualcosa da internet, mettete anche il link per andare all’originale, così da facilitare il lavoro di verifica da parte nostra. Grazie.
Gli amici toscani della Fim aspettano con ansia il libro di questo soggetto.
Ci hanno assicurato che se si dovesse candidare o in un altra organizzazione per delle cariche sindacali, oppure in politica, saranno presenti nelle sale , con gli accordi sottoscritti e con un bel dossier documentabile , potrebbe davvero venir fuori un bel libro.
Che abbia lasciato la tessera della Cisl invece è una liberissima scelta , fa sorridere per chi lo conosce , che non si sentisse libero in azienda e in Cisl .
Il fatto poi che definisca la politica come una parte sana e ( evidentemente) una parte non sana , la dice lunga dai rischi che anche in Toscana la Cisl ha corso in.quel periodo….
Non tacete amici Toscani !
Permettici un’obiezione, senza entrare nel merito di storie che non conosciamo: se gli “amici toscani” hanno qualcosa da dire, devono dirlo ora. Se minacciano di farlo solo se una certa persona si candiderà danno l’impressione più del ricatto che della libertà di parola.
Le categorie della Cisl non possono costituire direttamente S.r.l. o partecipare in società, salvo esplicita autorizzazione della Confederazione nazionale.
https://www.c3dem.it/il-caso-sbarra-una-questione-morale/
Lettera di Sandro Antoniazzi su nomina di Sbarra a sottosegretario