Nel pomeriggio del 28 ottobre 2014 il segretario generale della Fai, sconfitto da circa 12 ore nel voto segreto dal congresso sullo scioglimento della federazione, si dimise. E i giornali scrissero che il nuovo segretario sarebbe stato eletto entro 30 giorni dal consiglio generale della Fai.
Meno di 72 ore dopo, l’esecutivo confederale approvava il commissariamento della Fai a causa della presunta ingovernabilità della federazione. E poi la Cisl-probiviri avallava la decisione come legittima pur essendo chiaramente illegittima.
Il 3 dicembre 2025 Onofrio Rota, che non ha mai proposto nulla di importante né è stato mai battuto in alcun voto, si è dimesso da segretario generale della Fai (dopo aver chiesto e ottenuto il suggerimento in tal senso della segretaria generale della Cisl).
Ad oggi, non risulta presa alcuna decisione sul nuovo segretario generale; né a Via Po 21, che comanda in base al principio del centralismo democratico che è alla base della costituzione materiale della Cisl di oggi, né a Via Tevere 20, cui spetterebbe la decisione in base allo statuto vigente della Fai.
Quando la politica e il sindacato non hanno più contenuti, l’unica dimensione che spiega qualcosa sono i tempi delle decisioni.
Francesca Romana per il9marzo.it
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