Pochi giorni fa, i giornali erano pieni di articoli sul governo Meloni che faceva entrare Sbarra come sottosegretario con le deleghe che Fitto aveva avuto da ministro. Pochi avevano notato il “downgrade” della poltrona corrispondente alle funzioni, molti avevano sostenuto che la Cisl veniva cooptata nel centro destra attraverso questa grande operazione.
Ieri però il segretario generale dei metalmeccanici della Cisl ha fatto una cosa poco di destra: ha violato palesemente le norme del decreto sicurezza partecipando al blocco della tangenziale a Bologna. E poi ha detto alla stampa di essere pronto ad affrontare le eventuali denunce penali. Quasi fossimo tornati all’Ottocento, quando lo sciopero era reato e i lavoratori violavano la legge e andavano a processo per conquistarlo come diritto.
Come stanno insieme le due cose? La svolta a destra di Sbarra e il ritorno alle radici di Uliano? La cooptazione dell’ex segretario generale in un governo che considera il conflitto sindacale “tossico”, come disse la presidente Meloni applaudita in piedi dall’assemblea della Cisl, e la violazione da parte dei metalmeccanici uniti di norme penali volute dal governo di cui Sbarra ora fa parte (pur con un posto in seconda fila)?
In mancanza di notizie certe, ci si può divertire a buttare lì tre scenari.
Il primo scenario è, va detto subito, quello da scartare: Uliano non sapeva nulla di quel che stava per succedere, ed è stato trascinato a sua insaputa in una forma particolarmente tossica di conflitto sindacale come se non si fosse ancora entrati nella nuova era partecipativa della legge Sbarra annunciata dai corifei di Via Po 21. Invece di seguire la confederazione passata a destra, il segretario della Fim avrebbe seguito il flusso unitario della categoria in direzione opposta (si sa che i metalmeccanici hanno sempre avuto questa doppia identità, l’appartenenza confederale che li divide, e quella categoriale che li unisce). Uno scenario più che improbabile, e comunque anche il lasciarsi trascinare avrebbe espresso una scelta di cuore.
Nel secondo scenario scenario, invece, Uliano sapeva bene quel che stava per succedere, ma non lo sapeva Daniela Fumarola quando aveva espresso in anticipo solidarietà allo sciopero e alle manifestazioni annunciate. In questo caso la Fim sarebbe andata contro i desideri di Via Po 21 e allora la confederazione si starebbe già preparando a riallineare l’organizzazione.
Il terzo scenario immagina invece che Via Po 21 e il piano occupato dalla Fim a Corso Trieste fossero d’accordo fin dall’inizio e che la solidarietà preventiva di Daniela Fumarola avesse il senso di una copertura all’iniziativa di lotta sindacale che avrebbe violato le norme restrittive del governo Meloni.
Se il terzo scenario fosse quello vero, allora ne deriverebbe che la nomina di Sbarra, più che una cooptazione della Cisl nella maggioranza, avrebbe il senso di una liquidazione: ti abbiamo aiutato a trovarti una collocazione, per questo abbiamo battuto le mani in piedi alla presidente del consiglio più a destra della storia, ora tu vai per la tua strada e noi per la nostra. E per farlo capire bene a tutti cominciamo a violare le norme meloniane contro le manifestazioni.
E questo vorrebbe dire che Giorgia la furba questa volta si sarebbe fatta rifilare il pacco. Del resto qualcuno nel centro destra già sospetta (come Nicola Porro dice nel video qui sotto) che Sbarra sia comunque un pacco che non porterà voti.
Grazia La Terza per il9marzo.it
Per me lo scenario è il numero 4: Uliano sa bene che la legge sulla partecipazione è una tabanata pazzesca, sa anche che c’è malcontento represso in Cisl e sa che la posizione della Fumarola è debole e al tempo stesso traballante in quanto in simbiosi col precedente segretario. Nessuno ha liquidato Sbarra, si è liquidato da solo per proprio interesse. Quando a destra se ne accorgeranno verrà liquidato definitivamente.
Forse nel mondo Cisl qualcosa si sta muovendo… chissà…
Dal tronde i segretari in giro adesso sono stati allevati al tradimento. Pensate che la fumarola
era schierata con Mezio