“Sapete quante erano le federazioni della Cisl nel 1950? Erano 51!”. A farsi la domanda e darsi la marzulliana risposta era stata Giovanna Ventura nella relazione introduttiva all’assemblea organizzativa della Cisl del 2015 a Riccione, le prime assise nazionali della Cisl dell’era Furlan.
Anche se il tempo porta a dimenticare, dovrebbero essere in molti a ricordarsi cosa voleva dire quell’affermazione. Era infatti il momento in cui la linea confederale era ancora quella enunciata scandendo perentoria le sillabe dalla segretaria generale (a Brescia nel marzo 2015): “Gli accorpamenti delle categorie li-dob-bia-mo-fa-re!”. E infatti chi non si era sciolto per questo, come la Fai, era stata commissariata.
La storia, per Giovanna Ventura e Anna Maria Furlan (due nomi che, purtroppo, smentiscono chi si illude ancora che “se comandassero le donne il mondo andrebbe meglio”) andava in quella direzione: da 51 che erano all’inizio, le federazioni della Cisl non dovevano essere più di sette o otto, per poi diminuire ancora nel corso degli anni. Intanto, bisognava unire Fai e Filca, Fim e Femca, Fp e Scuola, Fisascat e Felsa, e poi creare una federazione delle Reti con Flaei e Fistel. Mentre i bancari della Fiba si sarebbero accorpati a qualche sindacato autononomo per conquistare il primato nella categoria.
Che cosa resta di quell’idea? Niente. Al congresso del 2025, le federazioni saranno le stesse del 2015 (per non parlare di unioni regionali e interregionali, che saranno anche di più di allora), mentre i bancari sono ancora secondi, ma con un altro nome.
Il conto alla rovescia immaginato da Giovanna Ventura ha prima rallentato la corsa, e poi si è invertito.
Stando così le cose, c’è quasi da pensare che le federazioni ora cominceranno a proliferare. A crescere di numero. Forse fino a tornare a quota 51, come quando esistevano organizzazioni di mestiere come i cappellai o i tipografi.
Tanto, in una Cisl dove le federazioni non contano più nulla, che siano sette o settanta volte sette è la stessa cosa.
Francesca Romana per il9marzo.it
la decisione degli accorpamenti fu ratificata da un congresso. Fu annullata dalla postina dopo aver detto “non tollereremo tentennamenti e ripensamenti”. si alleò con i pensionati e il sud che temevano categorie economicamente autonome e diffuse sul territorio. Categorie dipendenti (economicamente e politicamente) da via Po che controlla i pensionati (costantemente in calo) segnarono il punto di non ritorno.
Anche il no all’accorpamento con la Filca fu deciso da un congresso della Fai, E la Furlan era venuta per imporre il voto a favore.
Si potrebbe aprire una discussione grande come il mondo su Riccione 2015 .
Fu l’inizio della svolta autoritaria, anche perché qualcuno pensava che la riduzione dei mandati , e l’onda del rinnovamento lo portasse in Via Po
Li inizio il flirt con la Fp , poi finito in tragedia
Grazie del commento, ma perché dici “qualcuno”, come se fosse un problema fare nomi e cognomi?
in mano ad una dirigente che andava dalla cartomante. da cui ha buttato una fortuna
La postina bloccò quello dell industria nono stante i voti unanimi dei due organismi suggerendo ad alcuni della Femca di creare “un incidente”. Ne fece le spese Gigli e l’accorpamento.
Per forza si era accorta che metteva in mano ad uno completamente inadeguato la più grande federazione dell ‘industria mai esistita in Cisl .
Da lì in poi i fatti gli daranno ragione , tra deliri narcisistici e ritorni di problemi caratteriali adolescenziali
Premesso che noi non censuriamo nessuno, ma siamo sicuri che sia utile affrontare temi politici come se fossero una lite fra adolescenti, che litigano su “di chi è la colpa”? Anche perché, dieci anni dopo, gli adolescenti dovrebbero aver ormai raggiunto l’età della ragione. E poi, a smentita di quello che dici, rimossa la persona, la fusione industriale non è stata fatta.
Semmai un problema personale ce l’aveva Sbarra nel volresi prendere la Fai per azzerare i mandati e rientrare poi in segretaria confederale. Tanto è vero che la fusione con la Filca non gli serviva più e quindi non l’ha fatta.
a vedere i dati inps non è andata a finire così bene.
Riascoltando la Furlan e le sue parole così forti viene un po’ da ridere. Tanta passione in teoria per gli accorpamenti senza poi andare fino in fondo. E poi questo snobbare il voto segreto è sintomatico del poco rispetto che si ha delle regole. Infine dice : è il primo commissariamento ! Ma il commissariamento di una struttura nazionale è un fatto eccezionale anche perché poi dopo ci ha preso gusto e ha continuato con la Fp. Senza dimenticare poi quello di alcune Usr. Oggi invece la tattica è più subdola e si usano altri strumenti più raffinati. Ma è evidente che i congressi diventano pure passerelle senza decidere niente. Tutto è deciso prima nei corridoi.
cari amici de il9marzo
ho saputo soltanto oggi 22 settembre della scomparsa del caro amico Aurelio Di Salvo : fu Segretario regionale della Fai abruzzese e dopo il pensionamento uno degli Operatori nazionali ai quali io chiesi di continuare a seguire alcuni Gruppi alimentari come la DE CECCO, la PAVESI di Novara, la Nestlé di Ferentino e altre vertenze negoziali.
Per me fu sempre un collega leale e prezioso nel comune lavoro a difesa dei lavoratori.
Nella Fai Cisl Aurelio fu un sindacalista di altri tempi : ironico e competente nella azione contrattuale. Rispettato dai colleghi anche di altri sindacati perché ebbe sempre i piedi per terra né si lasciò mai andare dietro a formule retoriche, insidia di molti sindacalisti che amano sempre insegnare ad altri ciò che mai impararono.
Come si suol dire degli uomini veri, Aurelio non si prese mai troppo sul serio…
La lealtà e la competenza furono sempre le sue caratteristiche e per questo fu senza dubbio un caposcuola : insegnò ai giovani l’arte e i metodi del buon contrattualista, ma anche quella popolare ironia sconosciuta a molti.
Oggi con la sua scomparsa io e tanti come me, ma in particolare la Fai e la Cisl perdono un vero punto di riferimento. A me soprattutto mancheranno le sue telefonate che peroodicamente facevamo per quella stima che fu sempre alla base della nostra amicizia.
Ai suoi familiari giungano le mie sincere condoglianze e la preghiera affinché il Signore Dio voglia accoglierlo nel Paradiso da lui certamente guadagnato con una vita di uomo probo e onesto, esempio per tutti coloro che ebbero, come me, il privilegio di conoscerlo. Riposi in pace.
Ci uniamo anche noi al ricordo di Aurelio, e mandiamo un abbraccio ai suoi cari.
Elezioni fondo byblos
Cgil 41%
Uil. 41%
Cisl (femca) 17%
chissà se la norma viene applicata ai segretari generali di categoria o di usr che si sono dimessi recentemente.
nel mentre l’operazione factotum a torino