Entro venticinque giorni/Il libro e l’intervento firmato

Ci sono incongruenze che i tribunali non prendono in considerazione quando decidono le cause, ma che le persone intelligenti possono usare per capire tutto.

Ad esempio, nella causa strumentalmente mossa contro uno di noi per colpirci tutti, e che deve essere decisa entro venticinque giorni, l’avvocato di “Sbarra and friends” lamenta cose scritte su questo blog da persone esterne e ne chiede conto al signor Giovanni Graziani. Il quale, peraltro, è l’autore di un libro (“Prender parola. Il metodo Scandola”) dove ha scritto molte delle cose che veniamo raccontando dal 2015, ma per il quale non è stata presa alcuna iniziativa.

Se fosse stato illecito scrivere che Sbarra ha licenziato padri di famiglia per ritorsione dopo il libero voto di un congresso, che il commissariamento della Fai è stato un atto protervo e illegittimo, se fosse stato diffamante diffondere i contenuti della denuncia di Fausto Scandola sulle retribuzioni che non rispettavano le indicazioni del regolamento, dire che aveva ragione Fausto a chiedere le dimissioni della signora Anna Maria Furlan e tante altre cose, Via Po 21 avrebbe potuto promuovere la causa contro l’autore del libro, pubblicato nel 2017 e presentato in sei città diverse, con tanto di diffusione dei contenuti via internet.

Invece niente. Il libro “Prender parola. Il metodo Scandola” è passato esente da contestazioni. Ma poi al suo autore si chiedono risarcimenti a sei cifre (anche) per quello che ha scritto e firmato un’altra persona, dicendo tutt’altre cose.

Uno dei post contestati nell’atto di citazione, infatti, è quello scritto dal professor Giuseppe Bianchi (da non confondere con Giampiero), presidente dell’Isril e uno degli studiosi per anni più vicini alla Cisl (lo ricordiamo in particolare frequentare la Fai, quando era ancora libera, assieme a Nicola Cacace e Pietro Merli Brandini). In occasione delle dimissioni da segretario della Fim di Marco Bentivogli, Giuseppe Bianchi ci ha mandato un suo breve intervento in cui osservava che si trattava di dimissioni arrivate senza alcun dibattito su strategie sindacali alternative (e quindi non avevano motivazioni di politica sindacale). E concludeva “Troppo importante il ruolo della Fim per evitare che il silenzio che accompagna tale sostituzione non possa nuocere alla reputazione della Cisl”.

Cosa ci sia di diffamatorio in un commento come questo, ormai lo stabilirà la giudice della causa (e gli eventuali giudici dei gradi successivi di giudizio). Quel che è certo è che chiedere una montagna di soldi (più della retribuzione lorda annuale di un segretario generale…) ad una persona che non lo ha scritto (e che non ha neanche detto se lo condivide o meno), è qualcosa che non sta né in cielo né in terra. Soprattutto se si tratta di una persona che quel che aveva da raccontare lo ha scritto in un libro senza ricevere alcuna richiesta risarcitoria. Come se un giornale scrivesse un articolo e si chiedessero i danni ad un altro che tre anni prima ha scritto un’altra cosa.

Questa incongruenza non è oggetto della causa, perché il tema su cui un giudice decide lo stabilisce la parte attrice. Ma la reputazione della Cisl, che secondo Giuseppe Bianchi era in gioco in occasione delle dimissioni di Bentivogli, esce ulteriormente danneggiata da una richiesta di risarimento così sconclusionata. Più arbitraria e più proterva perfino dell’illegittimo e protervo commissariamento della Fai (un atto che Marco Bentivogli aveva avallato, credendo di prendersi così la Femca e dando invece forza a chi lo avrebbe fatto fuori dalla Fim. Ma questa è un’altra storia…).

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7 Commenti - Scrivi un commento

    1. Forse ci ricordiamo male, ma c’era chi diceva che era in corsa anche l’altra volta. Forse è meglio aspettare le notizie che inseguire le voci.

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  1. Dopo due anni di commissariamento che ha alla fine imposto la segretaria ormai claudicante amica di Nora, nel silenzio e nel disagio più totale, anche lei ha finalmente deciso di fare le valige. Giustamente era inadeguata e oggettivamente fuori contesto in una citta’ come Gela che vive sulla raffineria di cui lei non sapeva nulla.
    Forse ha annusato la disfatta e quindi se ne andata a gambe levate.
    Per recuperare, Nora adesso prova a fare un corso per tentare di non perdere le imminenti elezioni Rsu in raffineria.
    Con tutto il rispetto per i candidati a cui facciamo i migliori auguri, a Nora vogliamo dire:
    E’ tardi provare a recuperare, ora e’ il tempo dove si pagheranno gli errori e le superbie di anni di arroganza esercitata attraverso il commissariamento, che certo non meritavano i precedenti responsabili.
    Non sara’ un corso a recuperare la situazione per cui la nostra segretaria farebbe meglio a agire con piu’ umilta’ e a chiedere scusa. Magari qualcuno potrebbe anche perdonarla.
    Ma questo atto di giustizia non le appartiene, il suo orgoglio gli impedisce di farlo e sara’ proprio quell’orgoglio a distruggere la Femca e il ricordo positivo di lei che rimarra’ sara’ solo come una parentesi negativa nella storia della gloriosa federazione dei tessili, dei chimici e dei lavoratori dell’energia….

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  2. non si puo perdonarla,si è circondata in questi anni di innetti lavativi in moltissime regioni d’italia compreso ,anzi per primo il ricco nord….ora come dice il proverbio i nodi vengono al pettine….ma è un pettine a denti ancora larghi,le bande di tessili che comandano in giro sono ancora molte e si trasmettono per via di parentela di amicizie interessate anche usando personaggi gia in pensione che continuano a pontificare …..mala tempora …..

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    1. Nella terra del segretario organizzativo, fedele nocchiero della Nora , si regionalizza , promettendo stipendi in salita per tutti, le auto per i fedelissimi sono già al top di gamma .
      Ma se si guarda i versamenti alle ust c’è da piangere e la femca si piazza sempre agli ultimi posti.

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    2. Dissidente numero 1 · Edit

      La situazione in femca fa venire la pelle d’oca. Tutto coperto. Tutto nascosto. Gli iscritti e i delegati li stiamo perdendo uno a uno quando va bene. A volte se ne vanno a flotte e tutti assieme. Perché non si riesce più a motivare nessuno. E quelli bravi li facciamo scappare perché potrebbero far emergere le incapacità di questo gruppo dirigente supino ai tessili e alla Lombardia. Dove gli incapaci predominano e dove si pratica la gestione pura del potere.
      Noi dissidenti non siamo contro il nuovo corso in Cisl. Infatti non abbiamo fatto casino nei momenti che contano per dimostrare coerenza e lealtà e per non creare imbarazzo al nostro segretario generale e all’aggiunto. Ma di Nora e Rizzuto non ne possiamo più. Sono divisivi e devastanti per la federazione. E lasciarli la creerà problemi a tutta la confederazione. Mala tempora diceva qualcuno. Ma speriamo che in Cisl si decidano in fretta ad intervenire. Perché errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

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