
Quello che ha scritto Rita Querzé sul “Corriere della sera”, senza avere il clamore di un vero e proprio scoop, merita di essere sottolineato: i dati sulla sindacalizzazione in Italia non tornano. Perché, come sottolinea un recente studio, le statistiche fatte con le dichiarazioni delle organizzazioni dicono che uno/una lavoratore/trice su tre ha la tessera, dato lusinghiero se paragonato a molti altri paesi, ma poi, quando si fanno sondaggi e quindi si contano le dichiarazioni di chi viene interpellato, il dato risulta più basso anche di un dieci per cento. E siccome questa differenza si riscontra ripetutamente, è improbabile che sia dovuta a qualche difetto nelle ricerche.
Quel che ci vorrebbe, allora, è una ricerca seria. Sul numero delle tessere ma anche sui dati dell’effettiva applicazione dei contratti collettivi.
Nel dibattito sul salario minimo, infatti, l’argomento più forte (si fa per dire…) di chi non lo vuole è che in Italia non serve perché i minimi dei contratti collettivi si applicano già alla grandissima maggioranza dei dipendenti. Dimenticandosi che, anche fosse così, il minimo servirebbe appunto ai pochi non coperti, esattameante come una medicina la prendono quelli che si ammalano; e non avrebbe senso rifiutargliela dicendo che il 99% della popolazione non ne ha bisogno.
E se anche le dichiarazioni sull’applicazione dei contratti fossero sovrastimate? La domanda ci sembra meritare una risposta seria. Anche perché, come ricorda uno degli autori della ricerca citati nell’articolo, tutti sanno che quando il tasso di sindacalizzazione scende la disuguaglianza sale. E siccome in Italia la diseguaglianza sale da anni, è improbabile che il tasso di sindacalizzazione, ma anche quello di applicazione dei contratti, sia alto e costante come raccontano le gerontocrazie sindacali ostili ad ogni cambiamento.
A partire da quella di Via Po 21, che dice di voler cambiare il mondo e poi da due anni e mezzo non è capace di decidere nemmeno un’integrazione di segreteria.
Oggi il consiglio generale femca nazionale. Tutto da remoto. Naturalmente per ridurre le spese come scusa ufficiale ma nella realta’ perche’ vuoto e privo di idee e motivazioni su temi che non appassionano nessuno a cominciare dalla Segretaria Generale e dalla sua segreteria che non sa nemmeno di cosa si parla.
La Garofalo si è lasciata andare a affermazioni che hanno del ridicolo come: “Stiamo assistendo a un nuovo protagonismo della femca”.
Vincere le Rsu e’ quello che dobbiamo fare, ma nessuno parla di quelle perse miseramente o dove non ci siamo proprio. Ma la cavolata piu’ grossa detta dalla Garofalo e’ stata “La proposta di legge sulla partecipazione ha spiazzato CGIL e UIL”. Aspetta che ci toccasse farla davvero la partecipazione. Ci troveremo spiazzati ovunque, con questo gruppo dirigente scarso e inadeguato.
La Garofalo è davvero fuori con tutto. Deve provare a motivare un gruppo dirigente di inetti che tra l’altro ha creato lei a sua immagine e somiglianza.
E La Garofalo dimostra sempre che questo non è il suo mestiere, non riuscendo mai a scaldare i cuori dei partecipanti e dimosrando ogni qualvolta di non avere né arte né parte…
In femca va cosi.
Altro che nuovo protagonismo..
Antica inconsistenza…
Sicuramente vero da quando c’e’ lei alla guida della federazione…
Il problema è proprio questo: i lavoratori si iscrivono al sindacato se scaldi loro il cuore, ma non con le parole vuote, con alti ideali che traspirano dalla pelle di chi guida le assemblee. Invece siamo di fronte a improbabili slogan freddi e incomprensibili che allontanano la gente dal sindacato. Mi spiace ma questa dirigenza a tutti i livelli è da rifondare perché non sanno cosa significhi percorrere il sentiero tracciato dai padri fondatori della Cisl.
Lo stesso in altre categorie dell’industria. A volte la sua cantilena sui clamorosi successi e il clima positivo alcuno si chiedono, “bello ma di cosa parla”. Non è che una cosa che va male basta raccontarla bene. alla lunga, magari di nascosto, ma ci si dice il disastro in cui siamo
22% in 3 sindacati confederali significa che se va bene la cisl ha l’8%.
se la cantano e se la suonano.
A proposito di salario minimo leggo che il CNEL ha votato contro l’introduzione del salario minimo con il solo voto contrario della CGIL e l’astensione della UIL quindi il mitico vice presidente di nomina CISL Risso ex Nutella ha votato come Brunetta!
Per fortuna direi, pensa se avesse votato come la Cgil
La Cassazione invece chiede, proprio per un settore teoricamente coperto dalla contrattazione, l’individuazione di un minimo salariale legale
Analizziamo la canalizzazione per tesseramento nelle categorie. La situazione è drammatica.
Visto i cud dei segretari di federazione sembrerebbe andare tutto bene
Landini al suo congresso ha ammesso che la cgil è dentro la crisi della rappresentanza e che ai congressi partecipa 1/5 degli iscritti. E’ un gesto importante pur non condividendo nulla della gestione landini.
Sono un giovane operatore sindacale,tutti parlano dei problemi di tesseramento,specie nelle categorie dell’industria,particolarmente in femca…io non ho ancora la possibilità di vedere entrate elenchi ufficiali canalizzazioni ma una cosa la vedo bene i segretari generali e componenti le segreterie ,specie i regionali della femca viaggiano con macchine grosse e hanno stipendi che superano di molto i 2200-2500 euro netti….gli iscritto calano ,piangono in cisl che non hanno soldi poi la macchina piu piccola e la peugeot 3008…io non so quanto durero,di sicuro mi tengo bene il mio posto di lavoro in azienda
Pensa anche a chi fa settimane di finta formazione all’anno , a mangiare gratis sulle spalle degli iscritti, insieme al formatore con 60 mila euro di stipendio .
succede anche questo
Le auto sono il minore dei mali