Con le congratulazioni del ministro

Il 31 ottobre 2018 Matteo Salvini usava twitter per esprimere il proprio plauso al Qatar, definito “paese rispettoso, tollerante, che ha allontanato l’estremismo, che ha voglia di investire in Italia, che apre le porte ai nostri imprenditori e che ci darà una mano nella stabilizzazione della Libia”. Come sia andata poi la storia, in Libia e nel Qatar (fino a storie attualmente in corso), non c’è bisogno che ve lo raccontiamo noi.

Tornato alla vicepresidenza del consiglio, con le penne un po’ abbassate rispetto al 2018, Salvini si complimenta via twitter con la Cisl (e con l’Ugl, ma quella è una sottomarca della Lega e conta poco o nulla) per non aver aderito allo sciopero generale di Cgil e Uil. Una scelta che il dottor Sbarra dell’Anas ha avuto modo di illustrare ampiamente nei giorni precedenti su giornali e telegiornali dell’area di destra filo-governativa.

Nulla di sorprendente, visto da mesi Sbarra fa puntualmente il controcanto a Salvini e che l’asse con l’Ugl per creare un “fronte ampio” (ma “ampio” con l’Ugl è qualcosa che si autosmentisce) alternativo alla Cgil era in corso di costruzione da tempo a Via Po 21, in vista della prevista vittoria elettorale delle destre (e restando sempre pronti a fare altre scelte quando se e quando cambierà la maggioranza di governo). Perché quando non si ha una cultura sindacale autonoma ed una capacità di elaborare proposte che esprimano visioni alternative a quelle del governo del momento si finisce inevitabilmente per cercare i complimenti del ministro di turno e puntare a ottenere qualche ritocchino alle manovre per poter dire alla fine la bugiola “noi abbiamo ottenuto miglioramenti concreti, gli altri sindacati nulla” (mentre Landini ripeterà la tiritera “senza lo sssiopero non ci sarebbe neanche qualche piccolo miglioramento).

Qua urge una qualche ripresa di una elaborazione culturale autonoma, di una visione pienamente sindacale senza della quale non può esserci una politica sindacale autonoma. Ma al massimo puoi ricevere i complimenti di qualche ministro pro tempore che ieri batteva le mani al Qatar (e prima ancora alla Corea del nord) e oggi apprezza un signore che governa la Cisl con una concezione democratica degna di qualche emiro (o dei dirigenti del partito comunista al governo di un paese che ha la bomba atomica mentre la gente è alla fame).

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6 Commenti - Scrivi un commento

  1. Immagini e commenti che valgono piu di qualsiasi altra cosa….spero che molti vedano e leggano perche questo è un paese dalla memoria corta,anzi cortissima,talmente corta che come fa sbarra ci si adegua al governo di turno in maniera piu o meno tempestiva.Mi auguro che queste immagini girino tra la gente ma sopratutto tra il popolo cisl

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      1. Forse ci sbagliamo, ma se la maggioranza degli iscritti avesse votato a destra e avesse vinto la sinistra, ora Sbarra starebbe a sinistra. Come quando, da commissario della Fai, era pappa e ciccia con i mariniani nel Pd. D’altra parte, se domani ci fosse un ribaltone, farebbe anche presto a ricordare che lui ha appoggiato l’elezione della Furlan.

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  2. Eh sì. Noi andiamo a prostrarci al governo di turno per avere la sensazione di esistere ancora. Invece la CGIL prende giustamente a riferimento Papa Francesco andandolo a trovare domani a Roma. Ormai abbiamo perso la nostra identità ..e la faccia

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  3. A mio parere la Cisl ha perso il senso del suo esistere e da un pezzo. Non sto a piangermi addosso ma vorrei far presenti i problemi reali della società reale: le ultime due bollette energia pervenutemi superano abbondantemente i 250 euro bimestrali, quella del gas da novembre 2022 è diventata mensile e non più bimestrale con un importo quadruplicato rispetto le precedenti, il mutuo a tasso variabile stipulato un decennio fa sta lievitando significativamente, aggiungiamoci tutte le altre spese soprattutto quelle per lo studio e il sostentamento dei figli a carico…. È evidente che il signor Sbarra e tutti coloro che intendono rappresentare i lavoratori vivono in una bolla a parte. Invece di occuparsi delle questioni politiche in cui ormai da anni hanno incidenza pari a zero, sarebbe utile almeno si occupassero di allineare i salari al reale costo della vita.

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    1. Beh diciamocela tutta, gli unici allineamenti salariali che i nostri prodi sanno realizzare sono quelli a colpi di delibere, cioè i loro. Della serie: se la cantano e se la suonano

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